“Tutto è collegato.”
Frase di lancio originale del film
Trama: 1846, Adam Ewing(Jim Sturgess) è un avvocato americano su di un veliero nel Pacifico meridionale. A bordo della nave, assume una posizione per proteggere uno schiavo clandestino. Nel 1931, Robert Frobisher(Ben Whisham) è un compositore neofita che nasconde una vita da gay. Egli va ai a lavorare come amanuense dal grande compositore Vyvyan Ayrs(Jim Broadbent) che sta invecchiando e sbiadendo della sua brillantezza, offrendo i suoi servizi come giovane compositore in cerca di fortuna, per vedere se può farsi un nome per se stesso, Ayrs trae ispirazione per una nuova opera. Mentre i due iniziano a collaborare per una sinfonia, Frobisher scopre che è stato intrappolato in un affare dal quale non può sfuggire. San Francisco, 1973. Luisa Rey(Halle Berry) è un giornalista che va a intervistare l'invecchiato ex-amante di Frobisher, il fisico Rufus Sixsmith(James D'Arcy), solo per arrivare alla sua camera d'albergo e scoprire che è stato assassinato. Sotto il suo corpo, ella trova un pacco di lettere che la mettono sulle tracce di un rapporto sulle subdole attività della centrale nucleare Swannekke Sixsmith dove egli lavorava. Tuttavia, questo la rende un obiettivo che l'azienda cerca di mettere a tacere. Inghilterra, 2012. L'editore Timothy Cavendish(Jim Broadbent) assume il compito di pubblicare l'autobiografia del gangster Dermot Hoggins(Tom Hanks), solo per essere perseguito dai suoi ex colleghi che vogliono il denaro per Hoggins in prigione dopo aver gettato un critico letterario da un terrazzo durante un party. Appellandosi al fratello Denholme(Hugh Grant), per il suo aiuto. Denholme pare accettare solamente per metterlo di nascosto in quello che appare come un hotel - solo perchè Timothy scopra trattarsi di essere stato internato in una casa di riposo per anziani. Neo-Seoul, 2441. La Fabbricata Somni-451 (Doona Bae), geneticamente modificata per lavorare come espletatrice funzioni nella PapaSong, franchising di fast-food alimentare, è stata messo agli arresti. Si racconta la storia della sua progressiva presa di coscienza e della sfida al sistema, con l'aiuto del soldato Chang Hae-Joo(Jim Sturgess). “106 anni dopo la caduta”. Zachry Bailey(Tom Hanks) vive in un villaggio insulare con la sua tribù dopo che la civiltà è crollata. Meronym(Halle Berry) di una lontana civiltà estremamente avanzata, arriva con un aliscafo sull'isola e chiede aiuto per essere guidata su una montagna. Zachry si impegna a farlo, ma ha delle visioni che gli dicono che ciò significherebbe la fine.
Il duo che era iniziato come i cultuali “ fratelli Wachowski” (Andy e Larry Wachowski)- (A seguito di un'operazione Larry ha cambiato di sesso, ragion per cui il duo è adesso qui accreditato per la prima volta come Andy e Lana Wachowski), dopo aver scritto diversi adattamenti a fumetti da libri di Clive Barker e la sceneggiatura del brutto “Assassins” (1995) di Richard Donner, aveva fatto il loro debutto alla regia con un film sempre da loro sceneggiato, il brutale thriller “Bound -Torbido inganno” (1997) e siamo così arrivati a “Matrix”, il loro secondo film il quale è stato uno dei più grandi successi globali alle soglie del nuovo secolo, e una delle pellicole più influenti degli anni 00. Il film ha creato appunto una sorta di culto con le sue uniche mosse d 'azione ed effetti visivi che sono stati copiati rapidamente in tutto il mondo, una tendenza di moda cyberpunk con Keanu Reeves dai capelli corvini e interamente nero vestito in PVC con l'impermeabile di anaconda, e il punto di riferimento per qualsiasi film successivo che si occupasse di realtà virtuale e di tematiche sul cambiamento di questa realtà. A seguito di un tale lavoro pionieristico e di culto venne il difficile compito per i due fratelli di dare dei sequel e una conclusione a compimento di quella che era adesso diventata una trilogia. Ovvero “Matrix Reloaded” e “Matrix Revolution” girati “back- to- back” e usciti, nel 2003, i quali stati accolti generalmente con ingiuste grida di delusione, ma dall'enorme successo commerciale. Il lavoro al di fuori di “Matrix” da parte dei Wachowski non è stato uniforme - hanno solo diretto un altro film tra i film di “Matrix” e “Cloud Atlas”, con “Speed Racer” (2008), visivamente sempre apprezzabile ma imprigionato in una confezione live action troppo da zucchero filato, nella sua ricreazione della famosa serie tv anime, un'operazione e che si è rivelata un clamoroso flop di critica e pubblico. Al di fuori di questo, essi hanno ha scritto e prodotto l'adattamento magnifico della graphic novel di Alan Moore “V per Vendetta”(2006) sotto la direzione di James McTeigue e prodotto il successivo film di McTeigue, l'emozionante in modo del tutto riuscito “Ninja Assassin” (2009), che è stato un omaggio strepitoso al filone anni '80 dei Ninja ma che non ha ottenuto il successo sperato.
I fratelli Wachowski adesso scherzosamente ribattezzatisi “Starship Wachowski” per il cambio di sesso di Larry in Lana, si sono quindi rivolti al romanzo “L'Atlante delle nuvole”(Cloud Atlas) (2004) dello scrittore britannico David Mitchell. Il libro è stato selezionato per il Booker Man Prize del suo anno (pur se non ha vinto) ed è stato anche definito un capolavoro. Una copia del libro è stata a quanto pare data agli allora ancora fratelli Wachowski da Natalie Portman sul set di “V for Vengeance” i quali ne sono subito divenuti dei fan sollecitando un progetto da 140 milioni dollari di bilancio per condurne in porto un adattamento. Per la mastodontica versione cinematografica, i fratelli Wachowski hanno deciso di collaborare con il regista tedesco Tom Tykwer che ha fatto film del calibro o meno di “Lola corre”(Run, Lola Run)(1998), “La principessa e il guerriero” (2000), “Heaven” (2002), "Profumo, Storia di un assassino” ( 2006) e “The International” (2009). Tom Tykwer e i Wackowski si sono così divisi il film tra di loro - filmando i segmenti futuristici e la storia delle isole del Pacifico, mentre Tykwer gestiva il 20 ° secolo e le storie contemporanee. Il film è stato principalmente girato in Germania (così come in diverse località internazionali), con tutti e tre i direttori delle riprese in contemporanea con gli attori che si spostavano tra i set interpretando ruoli diversi e addirittura in diversi sessi, nelle varie storie.
Con “Cloud Atlas”, I Wachowski hanno tentato di fare un film epico che si occupasse anche del significato di tutto questo. D'altronde, quale sia stato l'apporto sicuramente importante ed egualitario di Tykwer, sono sempre stati i Wachowski a risolvere e a rimasticare il cinema d'azione reinventandolo e rendendolo un nuovo fenomeno di massa nei primi anni 00- affrontando la natura della realtà appunto in “Matrix”, e prendendo la società moderna e l'attività politica per realizzare un altro moderno film d'azione ad uso e consumo delle stesse masse, un raro esempio di opera veramente eversiva finanziata con i soldi delle Major capitaliste (con ''V per Vendetta''), reinventando seppur senza successo l'anime per bambini come arte (“Speed Racer”), reinventando il film di ninja (“Ninja Assassin”). Sembra obbligatorio quindi che i loro film cerchino di essere epici e di avere uno script che copra epoche diverse della storia, qualcosa che ha avuto inizio con “Intolerance” di D.W. Griffith (1916). Il più famoso di questi, a cui i Wachowski hanno riconosciuto un debito diretto di ispirazione, è “2001:Odissea nello spazio” (1968). “Cloud Atlas” copia gran parte della struttura della Magnus Opera di Stanley Kubrick - storie di più periodi di tempo diversi che sembrano solo sovrapporsi tangenzialmente , prima di un tutto che è legato assieme in un finale che afferra una dimensione cosmica di risposta o di non-risposta, a seconda delle interpretazioni, a tutto. Anche se forse il film che a “Cloud Atlas” assomiglia più rispetto a “2001” è “L'Albero della vita-The Fountain” (2006) di Darren Aronofsky, il quale è stato però un film sbagliato e non riuscito, un madornale fallimento. Ma resta la sua sovrapposizione trasversale di racconti storici in cui gli stessi attori svolgono ruoli diversi in ogni epoca e ogni storia viene collegata in termini di simboli e rispecchiamenti. Un altro confronto potrebbe essere quello con il non -genere praticato da Alejandro Gonzalez Innaritu con “Babel” (2006) e i suoi molteplici fili della storia in cui gli aspetti di una storia senza vederlo ne influenzano l'altra.
Invece di un epico viaggio nello spazio trascendentale a là “2001”, alla fine i Wachowski innestano il film su di un aumento improvviso e utopico della narrazione laddove traggono le loro storie insieme e cercano di apporvi una dichiarazione sul significato di tutto questo - che l'amore è la cosa più importante che ci sia; che siamo tutti collegati, il senso orientale per il quale vi è un modello di vita, il leggero suggerimento che ci sia un aldilà, e tornando alle loro tendenze politiche in favore dello sfidare le norme sociali e il battersi per ciò che è giusto, non importa il costo. Il rimescolamento degli attori tra i ruoli è visto come l'evoluzione di una sola anima e di un solo viaggio e di una sfida ad un sistema ingiusto e dominante, attraverso i secoli.
“Cloud Atlas” è infatti uno di quei film che i pubblicisti degli studio odiano. Non inaspettatamente, come raccontano i Wachowski, il film si è rivelato un incubo in termini di vendita con molti studios americani che hanno fatto marcia indietro e finendo per trovare i soldi in modo indipendente, e con gran parte del budget proveniente dal Fondo federale tedesco - anche in modo che essi furono costretti a rinviare ai loro amministratori i compensi e investire il proprio denaro nella produzione. Per la maggior parte del tempo della sua durata, “Cloud Atlas” è infatti un film che non sembra essere chiaramente inquadrabile in nulla di preconfezionato. È possibile utilizzare descrizioni astratte - una tela di storie che copre diverse epoche, temi legati sulla vita, l'evoluzione dell'anima - ma i collegamenti non sono sempre chiari e non sono certo rientrabili nelle facili caselle che gli studios usano per veicolare i loro standardizzati progetti sfocianti quasi sempre in stolidi blockbuster . Questo potrebbe essere il motivo per cui gli “Starship Wachowski” hanno rotto il velo tradizionale di mantenimento del segreto - la loro riluttanza a essere intervistati e il rifiuto stipulato nei contratti di impegnarsi nelle campagne pubblicitarie per i loro film - loro e Tom Tykwer hanno in questo caso infatti realizzato una clip di tre minuti di un'intervista in cui hanno cercato di spiegare il film.
“Cloud Atlas” è stato visto come epico e lo è, ma lo si sente anche più come un film irregolare che è sospinto più che altro per la sua determinazione con la quale le persone lo percepiscono come un poema epico. Eppure, anche a livello individuale tutte le storie sono molto interessanti. Guardi ogni storia e ti chiedi come avrebbero potuto benissimo tenere in piedi singoli film per conto proprio. Allo stesso modo, si guarda al quadro generale e ci si domanda se la struttura generale della storia è abbastanza forte da far funzionare il film. (E lo è, la sceneggiatura svolge egregiamente bene nel suo insieme a mescolare così tanta carne al fuoco, e a impennarsi altissimamente nell'emozionante monologo finale di Doona Bae al termine del film che si alza a sfidare lo status quo e a proclamare il significato di tutto questo). Il film ha la sua parte più divertente durante i segmenti di Tom Tykwer – il segmento del 1931 poi tragico e quello ai giorni nostri- ai quali conferisce la vita l'interpretazione di un'irascibile Jim Broadbent. Del segmento ambientato nel 1973 traspare una storia di depressione alla quale una splendida e molto brava Halle Berry conferisce un ottima interpretazione e contribuisce di molto a renderlo eccitante nella sua trama thriller. Meraviglioso il breve ruolo di Tom Hanks. Ci si sente come un informatore in una storia di cospirazioni coperte molto anni '70 del tipo di film come “Perchè un assassinio”(The Parallax View) (1976) di Alan J. Pakula, o “I Tre giorni del Condor”(Three Days of the Condor) (1975) di Sydney Pollack ecc., per una storia che è viene sostanzialmente a essere auto-concludente più delle altre. L'episodio del Pacifico del Sud è meraviglioso, e la parte di ciò che sta accadendo a bordo della nave - soprattutto grazie al personaggio del medico avaro e criminale interpretato da Tom Hanks sotto un pesante trucco- è quella che si prende più tempo per essere raccontata ma che lo merita, per come rappresenta la cattiveria ma anche la bontà, insita negli uomini. C'è anche l'aspetto non secondario circa la volontà che nel libro è destinata a significare che i protagonisti di ciascuna delle storie potrebbero essere la reincarnazione degli altri, ma questo non è chiaro nel film.
Poi ci sono i due segmenti dei Wachowski che rientrano nella fantascienza. Il primo di questi (almeno in termini di cronologia interna del film) è quello ambientato nella Nuova Seoul. Questi mette in scena prodigiosamente una serie di accecanti ipotesi sociali non casualmente a più livelli che lo rendono immediatamente un pezzo compulsivamente brillante della fantascienza distopica - l'idea di persone create come cloni per servire in un McDonalds in merdoso stile franchising aziendale del futuro; vederli in trattamento come una sottospecie, l'idea dei fabbricanti che forniscono sé stessi come una religione aziendale in questo simile/i proprio a “La Fuga di Logan” (1976) in cui la popolazione è pacificata dall' idea di una vita dopo la morte per nascondergli il fatto che sono in via di dismissione. I Wachowski si divertono a mostrare disordinatamente piccoli pezzi di tecnologia in tutto - veicoli volanti che cavalcano su strabilianti sopraelevate in cima a grattacieli alti chilometri, autostrade di luce, portatili ponti-instantanei, appartamenti cubicolo con mobili a telecomando così come i paesaggi delle finestre e così via. La memorabile riuscita del segmento è che oltre alla creazione di un mondo affascinante, vi sono in esso intessute così tante idee, che i Wachowski potrebbero anche non fare nulla se non condurre normalmente la storia degli amanti in fuga da un duro sistema autoritario. Questo sarebbe l'arco di una storia che è stato fatta da molte opere distopiche , ma mai come nella seconda metà del segmento nella quale i Wachowski sfoderano tutta la loro intatta genialità nel concepimento di complesse scene di azione e sparatutto. Inoltre, anche sotto l'aspetto meramente da film d' avventura fantascientifica non ambientato fuori dal pianeta terra, le scene della città del futuro sono ancor più impressionanti se, come qualcuno ha postato per la precedente recensione sul film, ne paragoniamo il loro aspetto è completamente e estremamente più impressionante, rispetto ad un film di fantascienza uscito due mesi prima quale “Total Recall” (2012).
La parte ambientata ''106 anni dopo la caduta'' è anch'essa eccellente. Qui i Wachowski hanno compiuto la scelta interessante di scrivere l'intero segmento in un gergo del futuro che è una versione decaduta della lingua inglese, almeno per chi ha avuto l'immenso piacere di poter vedere il film in originale. Questo è molto interessante, come nelle opere di fantascienza dello scrittore Jack Womack, è a tutti gli effetti una storia che si svolge in una lingua straniera senza il beneficio di sottotitoli. A differenza delle altre storie, questa è quella che alla fine costruisce più di ogni altra – e intelligentemente non è mai chiaro quale sia lo scopo del tutto- cioè a cosa serva veramente l'importante viaggio da e per l'attivazione dell'osservatorio sulla cima della montagna.
Gli attori offrono tutti interpretazioni di personaggi diversi in ciascuno dei segmenti. Questo offre una particolare attrazione oltre a permettere un curioso gioco nello scoprire il volto dietro il trucco. Detto questo, alcuni dei trucchi sui protagonisti sono eccezionali. In particolare, il trucco espresso su alcuni degli attori, gli asiatici del segmento di neo-Seoul si riallaccia a l'effetto negativo del tentativo dei caucasici apparire come gli asiatici che abbiamo avuto dai tempi dei film di Charlie Chan, con voluto effetto di massima e bizzarro straniamento. Gli attori e tutti i ruoli che svolgono nell'intero film sono evidenziati nel corso dei titoli di coda e sorprende il pubblico vedere il numero e le forme dei diversi personaggi, anche dal diverso sesso, molti dei quali non avremmo mai immaginato prima. La trasformazione più divertente è vedere Tom Hanks nel segmento contemporaneo interpretare un pugnace gangster-scrittore britannico, Dermot Hoggins, apparentemente uscito da un film di Guy Ritchie con un abrasivo accento cockney e truccato e vestito come fosse una sorta di Vinnie Jones.
Broadcast Film Critics Association Awards Anno 2012 Nominato al Critics Choice Award per i Migliori Costumi
Kym Barrett
Pierre-Yves Gayraud
Miglior trucco
migliori effetti visivi
Golden Globes, Usa Anno 2013 Nomination ai Golden Globe per la Miglior Colonna Sonora Originale -per un Lungometraggio
Reinhold Heil
Johnny Klimek
Tom Tykwer
Imagine Awards Anno 2013 Nominato all'Imagine Awards per la più eccezionale Attrice in un film
Halle Berry
San Diego Film Critics Society Awards Anno 2012 Ha Vinto il SDFCS Award per il Miglior Production Design
Hugh Bateup
Uli Hanisch
Satellite Awards Anno 2012 Nomination al Satellite Award per i Migliori Costumi
Kym Barrett
Pierre-Yves Gayraud
Miglior Montaggio
Alexander Berner
I migliori effetti visivi
Stephane Cerretti
Dan Glass
Geoffrey Hancock
Washington DC Area Film Critics Association Awards Anno 2012 Ha Vinto il WAFCA Award per la Miglior Direzione Artistica
Hugh Bateup(scenografo)
Rebecca Alleway(arredatrice set)
Peter Walpole(arredatore set)
Uli Hanisch (scenografo)
Nel 2005, mentre si trovava sul set londinese di ''V per Vendetta'', l'attrice Natalie Portman ha dato una copia del romanzo originale a Lana Wachowski, che si è profondamente interessata ad esso. Un anno dopo, entrambi i fratelli Wachowski hanno scritto una prima bozza. Tom Tykwer, amico dei fratelli Wachowski, è stato invitato a prenderne parte come co-autore con loro diverse bozze successive nei due anni seguenti, sempre prendendo osservazioni direttamente dall'autore del libro stesso, David Mitchell, mentre si era alla ricerca di investitori internazionali. In tutti questi anni, la Portman venne promessa per il ruolo di Sonmi-451, ma dovette rinunciare al ruolo negli ultimi tempi prima del film, dopo una gravidanza nel 2010. Tuttavia, gli si è dato un particolare ringraziamento nei titoli di coda.
Tutti i membri del cast hanno ruoli diversi nel film finale, che coprono tempi diversi, razze e persino sessi. Ciò è stato raggiunto attraverso protesi, costumi e tempi di produzione stretti per far passare gli attori tra i vari set. Per esempio, Halle Berry ha descritto l'esperienza delle riprese come quella di essere una donna ebrea nel 1930 sotto la direzione di Tom Tykwer, un giorno, per poi passare a una vecchia tribale sotto la guida dei fratelli Wachowski, e poi di nuovo come un ambientalista negli anni settanta , il tutto nella stessa settimana.
Tutto il film è stato girato con due unità di ripresa parallele, una sotto la guida di Tom Tykwer e l'altra sotto la direzione dei Wachowski, senza la condivisione di nessun membro della troupe accanto al cast e agli stessi registi.
Mentre era sul set di questo film, Tom Hanks ha iniziato a chiamare i Wachowski "mamma e papà" perché hanno lavorato così bene insieme e come leaders del cast e della troupe.
Uno dei pochi film nella storia che ha tre registi che lavorano insieme come una squadra originale che condividerà equamente i credits della regia.
Il numero di appartamento di Luisa Rey è 451, una connessione a Somni-451. Entrambi i personaggi corrono rischi enormi per combattere l'ingiustizia.
A causa della natura del cast del film, i registi hanno detto agli attori di pensare ai loro ruoli come un "ceppo genetico" piuttosto che una serie di singole parti, con azioni in una story-line che riguarda/no l'un l'altro.
Nonostante la stretta relazione tra Sixsmith e Frobisher nel film, non vengono mai fatti parlare l'un l'altro.
Vyvyan Ayrs (Jim Broadbent), entra nella stanza di Robert Frobisher dicendo che ha ascoltato in sogno della musica da un violino. La musica è, naturalmente, il superbo “Cloud Atlas Sextet” composto dagli stessi registi. In Neo Seoul, un vecchio viene mostrato nella riproduzione del Sestetto di un violino, interpretato da Jim Broadbent.
Il numero 451 (l'appartamento di Luisa Rey e Somni-451) proviene dal celeberrimo romanzo di fantascienza di Ray Bradbury, "Fahrenheit 451". Egli si riferisce ad una temperatura nota come necessaria per bruciare i libri.
Con un budget di oltre 100.000.000 di $, “Cloud Atlas” è uno dei più costosi film indipendenti realizzati fino ad oggi.
L'emozionante presenza di Doona Bae ella la ha attribuita per lo più al suo essersi sentita molto sola quando è arrivata in Germania e si era solo tenuta in contatto con il cast e la troupe.
I genitori di Luisa Rey, Lester e Judith Rey sembrano essere una citazione in punta di cappello dei grandi editori di sci-fi Lester e Judy-Lynn del Rey, e la casa di cura per residenti Veronica Costello sembra essere un riferimento alla canzone di Elvis Costello "Veronica".
Il personaggio interpretato dall' attrice Amanda Walker ("Veronica Costello") si basa sulla famosa canzone "Veronica" cantata e scritta da Elvis Costello, quella canzone racconta la storia di una vecchia signora che sta trascorrendo i suoi ultimi giorni in una casa di cura, come Veronica in questo film.
Napoleone Wilson
Ma poi Roby, a te è piaciuto...?
RispondiEliminadevo ancora godermi in dettaglio la tua rece...
RispondiEliminanon so se trovi esagerata la mia opinione, ma per me è il Capolavoro del XXI sec., e guarda che fino ad oggi Mulholland Drive, per il quale ho una particolare venerazione, sembrava intoccabile.
prenderò il dvd appena disponibile, spero uscira una director's cut che sicuramente esiste. da vedere e rivedere e rivedere...
A me è molto piaciuto, anche se ancora non lo trovo un capolavoro assoluto. L'ho visto in lingua originale e la Barry non mi è sembrata tanto intensa, anche se carina. Ho preferito Hugo Weaving e Tom Hanks come interpreti :)
RispondiEliminaIo capolavoro del secolo no. Ma capolavoro si. Magnifico veramente. Spero anch'io in una lunga director's cut!
RispondiEliminariguardo alla rece, probabilmente è la mia profonda ignoranza, ma non trovo ci sia un gran collegamento/somiglianza con 2001.. ok c'è lo stile del filo conduttore tra epoche diverse, e poi?
Proprio capolavoro non lo definirei nemmeno io. Però vale sicuramente la spesa del biglietto.
RispondiEliminaNel senso di voler realizzare da parte dei Wachowski e Tykwer, un'opera d'arte "totale", e comunque l'impatto visivo delle diverse sequenze ha una qualita' altissima, questa si' , quasi kubrickiana. Solamente nel Nolan de "Il Cavaliere oscuro Il Ritorno", negli ultini mesi ho ritrovato un simile magistero registico.
RispondiEliminaProbabilmente anche il nome Zachry Bailey è una citazione dai libri di fantascienza di Isaac Asimov: c'è tutta una stirpe di pionieri su nuovi mondi che si chiamano Bailey. :-)
RispondiEliminaProbabilmente anche il nome Zachry Bailey è una citazione dai libri di fantascienza di Isaac Asimov: c'è tutta una stirpe di pionieri su nuovi mondi che si chiamano Bailey. :-)
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RispondiEliminaVeronica io LA/TI intanto ammiro.
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