Il mio più sentito omaggio, e di tutto il blog, a Mariangela Melato, recentemente scomparsa. Grandissima attrice milanese, di Teatro anzitutto e poi di Cinema, non ha certo bisogno di me per farne la biografia. Ho deciso di ricordarla con un film che per una come lei può sembrare "minore", in realtà è un vero Cult in quanto considerato il capostipite della c.d. "commedia sexy all'italiana", anche se qua tette e culi non se ne vedono, nonostante gli espliciti ammiccamenti delle locandine originali. Il salto di "qualità in carne esposta" ci sarà nei 3 sequel che vedranno protagonista Edwige Fenech: "La poliziotta fa carriera", "La poliziotta della squadra del buon costume", "La poliziotta a New York".
Steno e la Melato hanno aperto la strada e, proprio perché film leggero, è di quelli che meglio fanno apprezzare la bellezza di quest'ultima e la sua capacità espressiva. Per Gianna in "La poliziotta" vinse il David come migliore attrice protagonista. Si mise in gioco dopo aver fatto film importanti, con Elio Petri, Lina Wertmuller, Nino Manfredi, Florestano Vancini, Vittorio De Sica... scappellamento a lei con doppio inchino quindi.
Un po' di trama da wiki:
Il film racconta la storia di Gianna, descritta come una donna piacente e molto brava nella sua professione, sfruttata e annichilita a una posizione di inferiorità poiché vista dagli uomini come un oggetto. Ormai stanca di questa situazione decide di trasferirsi da Ravedrate a Milano, ma alla stazione del paese trova ispirazione per il suo riscatto: la possibilità di diventare vigile urbano. Si diploma con il massimo dei voti e dopo aver cambiato nome in Giovanna, in ricordo della Pulzella d'Orléans, entra subito in servizio, fiera del suo incarico, ma man mano che prosegue nel suo lavoro scopre come tutto il mondo politico sia un intrico di menzogne, truffe, clientelismi e nepotismi tra privati, aziende e Stato. I suoi oppositori tentano in ogni modo di emarginarla a incarichi duri o di minor importanza, poi di ostracizzarla e infine di diffamarla. La sua forza di volontà e il suo senso del dovere la portano comunque ad attirare l'attenzione dei media, riesce a portare al Ministero le sue denunce ma, anche lì, l'illegalità regna e queste vengono fatte sparire. La povera Gianna viene spedita in un posto vacante in una sperduta isola siciliana assieme al pretore che l'aveva spalleggiata.
Il DVD dei nocturniani la ritrae in primo piano, se lo merita tutto. La figura di Gianna rappresenta poi per l'epoca qualcosa di particolare. Come nella tradizione delle migliori commedie all'italiana - e Steno non è certo uno sprovveduto - il film calca la mano, senza mai diventare però pesante, sui pregiudizi dell'epoca verso le donne, sulla loro condizione di vita e, non poco, su alcuni problemi sociali, come quello dell'immigrazione dei meridionali al nord e della spaventosa e cinica corruzione politica connivente con compiacenti imprenditori che imperava e continua ad imperversare, distruggendo relazioni sociali e ambiente senza alcun ritegno. Non manca quasi nulla del malcostume nostrano, compreso un figlio del sindaco "baùscia" che per andare con due pupazze al bar lascia la macchina parcheggiata ad ostruire l'ingresso dell'ospedale alle ambulanze. "Una risata vi seppellirà" sembra dire il film a quella gentaglia ritratta...
Si ride, film divertente, con tanti attori importanti del genere e non solo: Orazio Orlando: pretore Patanè; Mario Carotenuto: il capitano dei vigili urbani; Armando Brancia: il senatore; Renato Scarpa: il farmacista; Gianfranco Barra: dottor Gargiulo, l'aiutante del pretore; Umberto Smaila: il figlio del sindaco; Renato Pozzetto: Claudio; Alberto Lionello: assesore Tarcisio Monti; Alvaro Vitali: Fantuzzi; Gigi Ballista: l'avvocato, primo datore di lavoro di Giovanna...
Dialogo che merita d'essere fissato avviene quando torna a casa dopo l'ennesima delusione dagli uomini e decide di andar via anche da casa, e da quel paese:
mamma: ma che discorsi fai, io mica ti capisco!
Giannina: lo so che non mi capisci, se mi capivi mica stavi qua a fare la schiava al sultano
papà: sultano... sultano a me?
Giannina: parto, me ne vado... salgo sul primo treno e me vado... in capo al mondo vado!
Belle le location, soprattutto nella bergamasca. Non cercate il comune di Ravedrate, non esiste, è un nome di fantasia.
Là dove Gianna e il pretore si fermeranno a pranzo e a ballare si vede nello sfondo il famoso ponte tra Paderno d'Adda e Calusco d'Adda, posto dove (almeno fino a qualche anno fa, l'ultima volta che ci son stato) sorge un bel ristorante con un panorama stupendo, in quel punto dove il fiume forma una gola. Quel ponte è (o forse era) anche meta degli appassionati di "base jumping".
Se poi non ci siete mai stati, visitate Bergamo Alta, è un borgo stupendo e molte scene son girate lì.
Come detto, di carne al fuoco, nel senso degli argomenti, non ne manca. Tanti i piccoli episodi che meriterebbero citazione perché oggi a distanza di anni fan quasi tenerezza, aggiungono umorismo a quello già volutamente prodotto. Scegliendone uno sottolineo quello di quando Gianna, addetta al "nucleo censimento immigrazione interna", va a censire una famiglia di meridionali che vivono in delle catapecchie. Dettagli a parte, è roba di poco più di 30 anni fa, e sembra di vedere quello che ora avviene per i controlli degli extracomunitari clandestini. Mi ha lasciato a bocca aperta.
Insomma, senza tirarla troppo per le lunghe, un film da vedere.
Ancora un caro saluto a Mariangela Melato. Altre volte l'ha fatto senza pudori, anche nudi integrali A+B, ma qua non si spoglia per niente, però... guardatevela in look afro-sexy quando andrà a trovare l'assessore, e poi mi dite.
Robydick
quei capelli ricci... :p ora me la personalizzo via!
RispondiEliminacredimi Milena, ti ho pensato quando ho visto quella scena e non immagini quanto avrei voluto essere nei panni di Alberto Lionello! :D
RispondiEliminaE'stat0 un grande film, ed è stata Lei, con la sua interpretazione, a renderlo grande.
RispondiEliminad'accordo con te Costantino, ciao
EliminaVisto l'altra sera. Splendido. Come tutti i grandi film, è del 1974 ma sembra parlare di oggi. (Anche se a furia di dirlo, mi rendo pure conto che ciò non è poi così difficile, in questa arretrata, imputridita, disonesta, mafiosa italiA. )
RispondiEliminaSegnalo il solito paradosso della nostra critica: in un famoso dizionario di film si spendono per la pellicola e per l'attrice parole esaltanti, ma poi gli vengono date due palle e mezza... evidentemente il tetto massimo previsto dagli italioti per film ironici e grotteschi e tragicomici. Le cinque palle sono rigorosamente riservate ai film cecoslovacchi in bianco e nero degli anni Cinquanta (e a patto che non facciano ridere... :D)
Un saluto, un abbraccio e un ringraziamento alla grande e bravissima Mariangela.
Nicola, d'accordissimo anche con te...
RispondiEliminaguarda, i dizionari li rispetto anche, sono un buon riferimento. ma purtoppo ghé nien de fà, è presente praticamente sempre uno scarso senso del Cinema come svago e ironia oltre che come messaggio, così come del Cinema come vera arte popolare
anzitutto complimenti per la scelta del film, che è uno di quei capolavoriseminascosti che periodicamente rivedo...
RispondiEliminama soprattutto, ciao Mariangela, sarai sempre la migliore :(
e non solo unwise... ricordi che mi hai promesso una rece con un altro di quei capolavoriseminascosti, sempre con la Nostra? io i frame li ho già pronti ;-)
RispondiEliminaBello bello e fulminante per molti dialoghi e situazioni, se non sbaglio fu anche il primo film di Pozzetto dai successi cabarettistici e televisivi, o "Per amare Ofelia" lo batte di qualche mese. La Melato è sempre stata molto brava forse una delle più brave in assoluto del cinema italiano con la Vitti, che lo dico a'ffare, però dal punto di vista della bellezza erotica avrei tanto da ridire, tant'è che non sono mai riusciti propriamente a veicolarla in tal senso, come negli Stati Uniti dove ha fatto due film soprattutto puntando sull'aspetto, ma senza fortuna; anche se consiglio di recuperare questi ultimi perchè potrete vedere una Melato (doppiata da sè, -ovviamente- e veramente unica e diversa, rispetto a ogni altro film girato in Italia: "Jeans dagli occhi rosa"(So Fine)('81) pellicola d'esordio di Andrew Bergman poi regista di buon successo, con Ryan O'Neil, Jack Warden, Richard "Shark di 007" Kiel; e soprattutto, la versione fetish-inguainata in uno splendido costume cineseggiante di lattex da Danilo Donati, per "Flash Gordon"('80)di Mike Hodges.
RispondiEliminaMi onoro in questa occasione Roby da te citati nella rece, di aver potuto conoscere più o meno, tra Roma e Firenze, i qui presenti davvero GRANDI non c'è altro aggettivo da aggiungere, Orazio Orlando, Alvaro Vitali, Gigi Ballista, Alberto Lionello, Mario Carotenuto,e il nella vita più simpatico e buono di tutti, Renato Scarpa. Cosa sarebbe il film anche senza di loro.
Per gli amanti dell'oggi "irrinunciabile" gossip o chissenefrega, non so se molti conoscono la sorella da giovane più bella Anna Melato, e il fatto che la Mariangela si fosse rifatta il naso -prima ben diverso- all'inizio della carriera.
non sapevo della parentesi americana!
RispondiEliminasenti Napoleone, penso che anche un tuo omaggio a Mariangela ci voglia proprio
Tra l'altro, qui fa la Poliziotta, ma la Melato era figlia del capo dei "ghisa" di Milano, quindi in un certo senso con questo film, "un cerchio si chiude".
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