Scrivo solo per manifestare soddisfazione per il premio, concesso e dovuto, alla carriera di Francesco Rosi, colui che è forse il fondatore, in Italia, del cinema politico e d'inchiesta. Non si legga questo a sminuirne, limitandolo ad un genere, il valore puramente Artistico, ma è inutile veramente dire qualcosa che non si possa leggere in giro su questo grandissimo personaggio del nostro Cinema. Sono molto orgoglioso e non potevo evitare di scriverlo qua. Come italiano lo sono, e come campano d'origini visto che Rosi è nato a Napoli, città che dovrebbe anch'essa tributargli immensi onori.
Questo blog prima o poi completerà tutta la sua filmografia, ricca di capolavori. Intanto, ripeto, questa vuole essere solo una manifestazione di felicità.
Con l'occasione esprimo anche una certa soddisfazione ché, seppur timidamente, un certo tipo di cinema comincia a riemergere, penso ad "A.C.A.B.", a "Romanzo di una strage", a "Diaz", per fare qualche esempio. Siamo ancora lontani ma sulla strada giusta. Ogni paragone con quel Cinema Italiano, quello di Rosi, Petri, Germi, Pontecorvo, e se ne dovrebbero nominare tantissimi, è quasi impietoso; rischia di scoraggiare e questo non deve accadere.
Messaggio personale ai registi italiani: Insistere, insistere, insistere! Copiare, emulare, tutto è concesso quando si hanno per riferimento maestri come Francesco Rosi.
Robydick
Ieri sera omaggio al solito pessimo, da parte della RAI. Sul terzo, in contemporanea con la proiezione al Festival di Venezia della copia restaurata del portentoso "Il Caso Mattei" è stata programmato il solito master vecchio di decenni del suddetto film, pieno di salti e rotture di pellicola già nei titoli di testa, in una sequenza si ammira bene addirittura un capello, e ingiallita quasi da aver perso i colori. Purtroppo il capolavoro con Volontè non ha incredibilmente ancora un'edizione in digitale, almeno in Italia ma a quanto mi risulta anche all'estero. Sperabilmente il restauro di questo titolo massimo, fra i più rappresentativi dell'intero "cinema d'impegno civile" italiano, e forse il film migliore in assoluto fra quelli della filmografia d'eccellente livello di Rosi-, sarà poi pubblicato in Blu-ray, o almeno in dvd. Ma che senso ha da parte della Rai programmare in concomitanza una copia quasi impresentabile, quando il film è stato restaurato anche con la partecipazione dell'azienda. Non era proprio possibile -come in altre occasioni- offrire allo spettatore la medesima copia presentata al Festival, onde restituire finalmente questo film alla sua splendida veste originaria con cui venne concepito e presentato, nel 1972?
RispondiEliminaSottoscrivo.
Eliminahai ragionissimo Napoleone.
RispondiEliminanon solo... ho notato scarsissima attenzione all'evento, molto poco pubblicizzato anche su tg e notiziari vari. su alcuni giornali online nemmeno citato!!! c'è di mezzo anche la morte di Martini, ma insomma, ogni giornale ha tante sezioni, ognuna si occupa del suo, e se si parla di Cinema si deve parlare di questo Leone d'Oro
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaTe la ricordi Roby, anche se non c'entra un beneamato favone, Carolina Rosi? C'era un servizio fotografico scosciato su Max del novembre 1989, che era una roba ragazzi. Era una delle ragazze italiane da essere più desiderosi di inchiavardare, almeno in quel limitato periodo.
RispondiEliminaoddio no, non la conoscevo... mai letto un Max in vita mia :)
RispondiEliminaperò ho visto ora un po' di foto nel web, ciumbia che fata