venerdì 3 febbraio 2023

Green Book

3


 

Il peggior spoiler è già sulla locandina: "tratto da un'amicizia vera". A me invece ha sorpreso leggerlo nei titoli di coda. Per tutto il film avevo ammirato le brillanti idee ed ispirazioni della sceneggiatura, da "A spasso con Daisy" a "Cyrano" a tanti road-movie americani... leggere alla fine che tutto è realmente avvenuto ti spiazza. Cosa mi ha spiazzato me lo sono chiesto ovviamente.

Sicuramente non il fatto che nel 1962 in USA, particolarmente negli stati del sud, vigesse la segregazione razziale: bianchi da una parte, neri (quando non servono) da un'altra. Se poi il nero in questione è il più grande pianista americano classico dei tempi, da tutti riconosciuto tale, le contraddizioni che la segregazione manifesta sono (con gli occhi di oggi) pazzesche ma, insisto, non ti spiazzano. Ti fanno stringere i pugni senz'altro, ti impongono di contenere la rabbia, sempre che non sei tra quelli ai quali uno "sporco negro" scappa di espettorare di tanto in tanto.

Nemmeno ti spiazza venire a conoscenza che dal 1936 al 1966 venne annualmente pubblicato il "Green Book" da un nero di Harlem, Victor Hugo Green (che nome meraviglioso, i genitori videro lungo...), "The negro travellers" come recita la descrizione ed. 1959, quella usata nel film. In basso dice: "Porta il tuo Green Book con te... potresti averne bisogno". Se la tua pella non era bianca e volevi viaggiare in tutti gli USA evitando il più possibile problemi, ti diceva dove alloggiare, mangiare, sostare durante un viaggio.  
Un caso forse unico, di editore e scrittore che vorrebbe non dover pubblicare questo libro, frutto comunque di saggezza e non di rassegnazione. Nell'introduzione all'edizione del 1949 si legge: "verrà un giorno, in qualche tempo di un vicino futuro, in cui questa guida non sarà più pubblicata... e ciò avverrà quando la nostra razza avrà uguali opportunità e privilegi in tutti gli Stati Uniti". (fonte). Tutti i Green Book sono disponibili su "The New York Public Library Digital Collections".
Quel "giorno" atteso arrivò, nel 1964 con l'approvazione del Civil Rights Act voluto da John Fitzgerald Kennedy (assassinato l'anno prima, forse anche per questo).

Tornando al film e cercando di farla breve, ciò che mi ha colpito è strettamente legato alle personalità dei due protagonisti e a come evolvono nel corso della storia.

Il "siculoamericano" Frank (Viggo Mortensen) appare all'inizio un po' stereotipato, anche troppo. Gretto, mano pesante, appetito famelico, impavido, comunque simpatico e di buon cuore, si rivela subito per quel che è ma il suo sarà un percorso di formazione e di rivoluzione. Questo, nel finale felice, trova il miglior suggello possibile, e quando poi scopri che è tutto vero... Il suo razzismo iniziale fa quasi tenerezza, facile che nessuno gli avesse mai parlato di Sacco e Vanzetti e del trattamento che, anche gli italiani, subirono a lungo.

ll maestro pianista Don (Mahershala Ali) è elegante, acculturato, raffinato nei modi e nei gusti, intransigente, il "nero che non ti aspetti". Don stravolge ogni luogo comune dei tempi. Nulla gli manca per vivere una condizione di sostanziale isolamento sociale, non essendo egli mai ben accetto, né dai bianchi in quanto nero, né dai neri perché con quelli che incontrerà nel viaggio, maggior parte dei quali sono servitori, contadini, spesso analfabeti, condivide solo il colore della pelle. Chiaro che dovrà sforzarsi di fare qualcosa per limitare questa solitudine e Frank sarà maestro per lui, in questo sì. L'antipatia che emana sarà stemperata...
Io l'ho ammirato da subito Don, quasi immediatamente ho compreso il perché della sua situazione e con cosa combatteva. Un aforisma di Friedrich Nietzsche recita: "L’individuo ha sempre dovuto lottare per non essere sopraffatto dalla tribù. Se lo provate, sarete spesso soli, ed a volte spaventati. Ma nessun prezzo è troppo alto da pagare per il privilegio di possedere se stessi."

Splendido film.

Robydick



3 commenti:

  1. Film adorabile, con una coppia di attori eccelsa. Sicuramente è un po' romanzato (d'altronde, uno degli sceneggiatori è il figlio del vero Tony Lip e vuoi che non abbia smussato qualche difetto del padre?) ma è una di quelle visioni che aprono gli occhi e scaldano il cuore.
    P.S. Bentornato!!!

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  2. ciao Babol, concordo e grazie per il bentornato!

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  3. si, film carinissimo, non mi è dispiaciuto :)

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