Promessa del football americano, Brian Banks viene ingiustamente condannato a 16 anni per rapimento e stupro non commessi ai danni di una compagna di classe che ha delusa. E' il 2002.
Accusa falsa, assenza di indagini, pessima assistenza legale portano il ragazzo a cedere al patteggiamento pur di ottenere una pena ridotta, cosa che invece verrà disattesa. Circa 5 anni di carcere più altrettanti di libertà vigilata, gli ultimi dei quali con un braccialetto elettronico che ne limiterà moltissimo spostamenti e possibilità di lavoro.
Una vita distrutta a cui viene tolta ogni possibilità di ricostruirsi. Anche se è quasi al termine della pena, Brian decide che è ora di ottenere giustizia, anche per togliersi l'infamante etichetta sociale di "sex offender" che non sparirà nemmeno allo scadere della condanna. Impresa improba nell'ordinamento americano. Sarà aiutato da Justin Brooks, fondatore dell'associazione "Innocence Project" che si occupa proprio di aiutare vittime di errori giudiziari. Ce la farà, è un finale già scritto nella storia; per non rovinare la visione ometto altri eventi.
Una gran bella storia di riscatto, determinazione e denuncia di un sistema giudiziario che potrebbe sicuramente migliorare. Tanta la voglia di dare "giustizia al popolo", poca o nulla quella di dare veramente giustizia ad accusati e accusatori. Il processo di condanna è una vera farsa; quello di revisione lascia interdetti per l'incredibile difficoltà a ribaltare una sentenza che è in tutta evidenza ingiusta.
Film veramente bello in ogni suo aspetto.
Molto bravo e credibile, pure somigliante, Aldis Hodge nei panni di Brian. Personaggio più "artistico" è Jerome Johnson, una sorta di padre spirituale per Brian durante i primi duri anni in carcere, interpretato da Morgan Freeman.
Robydick
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