mercoledì 12 luglio 2023

I Care a lot

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Gli anziani non autosufficienti possono essere una grande risorsa da spremere. Ideale è che siano senza o quasi parenti stretti, per ridurre al minimo i rischi di contestazione. Basta un medico compiacente che ne decreta la non autonomia, il supporto di ottimi avvocati, un giudice poco attento e facilmente Marla Grayson (Rosamund Pike), con la sua società specializzata, ne diventa tutrice e plenipotenziaria di ogni loro bene.


Una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all'interdizione coatta di anziani che spesso sono più che capaci di intendere e di volere, perlomeno prima delle "cure" a cui verranno sottoposti. La clinica dove finiscono è anch'essa sotto il controllo di Marla e diventa la loro prigione: non possono uscire, niente telefono, niente visite di parenti.
E' mai possibile una roba del genere? Il film estremizza certamente qualche aspetto, ma la legislazione americana (e non solo la loro) pare consentire simili nefandezze.


Quando fai un mestiere così il pericolo è una variabile, non un'incognita. Marla ha una guardia del corpo che è anche sua fidanzata e consigliere, ma la leader assoluta è lei. Male farà a non ascoltarne i consigli quando scopriranno che Jennifer (Dianne Wiest), l'ultima gallina dalle uova d'oro, un'anziana signora apparentemente sola al mondo, in realtà è la madre occultata di un boss della mala russa, tale Roman Lunyov (Peter Dinklage). Sembra spacciata Marla di fronte a una tale potenza di fuoco, eppure non molla la preda, sarà veramente un'iradiddio.



Da questo momento, fino al finale, anzi fino ai 2 finali, il thriller accelera e diventa anche un po' film d'azione ed è un gran bel vedere, rendo onore a J Blakeson

Toccante, si fa per dire, lo scontro-incontro di anime (diaboliche) dei 2 protagonisti. Marla, che viaggia sul crinale delle leggi, e Roman che è assolutamente fuorilegge. Sono anime affini, determinate nei loro intenti. Roman però ha maggior coscienza del suo status e vola basso e nascosto mentre Marla, un po' per necessità del ruolo di tutrice e un po' per una dose notevole di spocchia, si espone molto alla luce del sole, cosa le costa dei rischi.

Robydick



2 commenti:

  1. Divertente ma superficiale, anche nelle sue tirate femministe: la protagonista è una persona pessima, e solo l'utilizzo di antagonisti ancora peggiori spinge lo spettatore a provare quel minimo di empatia nei suoi confronti.

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  2. oddio, non ho mai minimamente pensato a questioni di genere! :-)
    mi sembravano tutte persone pessime e basta

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