1946, Emeric Pressburger, Michael Powell.
Un minimalista bianco-nero Paradiso, nella sezione che alla fine del '45 accoglie a frotte i militari vittime della guerra, attende senza esito il pilota di bombardieri inglese Peter Carter. Egli si è lanciato senza paracadute dall'aereo in fiamme, ultimo sopravvissuto dell'equipaggio, ma s'è perso nella nebbia e l'incaricato di prelevarlo l'ha perso. Caduto in mare e fortunosamente approdato illeso su una spiaggia, incontra proprio la bella June, militare americana con cui aveva scambiato le ultime parole prima di lanciarsi verso una morte certa. E' amore fatale, ma... il paradiso lo reclama e il cosidetto incaricato si precipita sulla terra (in splendido Technicolor) da Peter. Questi però si appella contro la sua chiamata, in nome dell'amore nato con June.
Sulla colorata terra Peter affronta quella che per tutti è una malattia neurologica, non grave ma rimediabile. In Paradiso affronta, in bianco e nero, un processo senza precedenti nel quale si deve decidere se lasciarlo in vita o richiamarlo all'ordine. In entrambi gli scenari dialoghi pregni e spesso divertenti, mai banali né scontati. Perfino suspance nel finale.
A mio parere: un capolavoro senza tempo. Da non perdere.
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