sabato 8 ottobre 2011

La piel que habito - La pelle che abito

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Solo Curzio Maltese su Repubblica lo giudica come me un ottimo film (4 stelle) e anche se non condivido tutto quanto dice almeno sul voto finale ci siamo. Altri non ne ho trovati, tra i "critici noti", di ugualmente soddisfatti; ce ne saranno ma non so dove. Ho letto le ragioni degli "scontenti" di vario grado, ma non le comprendo né mi paiono ben motivate. Ad ogni modo non scrivo per confutarli, mi limiterò a esporre quel che penso io.
Una cosa però desidero dirla prima di chiudere quest'incipit: prima di scrivere con sufficienza, per non dire male, di un film di Almodovar bisognerebbe genuflettersi a quel che ha fatto nella sua ormai lunga e straordinaria carriera, pensare se magari non si è ben capito o apprezzato quel che s'è visto per propri limiti, e solo allora, se proprio non se ne può fare a meno di esprimere un giudizio negativo, usare perlomeno termini sommessi, perché a un Maestro si deve sempre rispetto. Così la penso e nulla e nessuno può farmi cambiare idea. 

Il romanzo "Tarantula" (1984, tit. originale "Mygale") del francese Thierry Jonquet a cui Almodovar (anche sceneggiatore) s'è ispirato, sembra scritto apposta per un suo film. La storia parte quasi dalla sua fine. Ledgard è un rinomato e ricchissimo chirurgo plastico, anche noto ricercatore, la sua favolosa villa dispone persino di una sala operatoria con tutti i crismi. Ha una governante "quasi madre" e quando rientra dal lavoro fa visita a Vera (nome che suona molto ironico), una specie di "donna in vetrina" molto bella a suo esclusivo godimento, coperta da un aderente body che sa di sanitario. Chiusa a chiave, la va a trovare, le dà consigli, prescrizioni, e se ne va rinchiudendola. E' chiaro da subito che Vera ha qualcosa di atipico, a tratti sembra "finta"... A colpi di flashback ben descritti da didascalie scopriamo che il chirurgo ha alle spalle lutti gravi. La moglie, e a distanza di pochi anni l'unica figlia, sono tragicamente morte suicide, quest'ultima in seguito a un tentativo di stupro. Individuato il giovane autore dello stupro lo fa rapire e portare nella sua magione, dove attuerà una spaventosa vendetta, trasformandolo nella sua "cavia di studio", che è Vera appunto. Non sarà solo un cambio di sesso. Ledgard è uno che ha operato più volte in trapianti facciali e porta avanti ricerche su epidermidi transgeniche...
Ho giusto raccontato il plot essenziale e volutamente omesso molto. Dentro ci sono parecchi altri personaggi e situazioni.

Il film procede a incastri, come un giallo. Non tutti consequenziali, ma il meccanismo quasi "a mosaico" funziona, secondo alcuni è fin manieristico in questo. Fatto sta che il film tiene desti fino alla fine e non risiede nelll'espediente narrativo il distinguersi di questo film. Non si distingue nemmeno per punti di ripresa o funambolismi di mdp. Solita, eccellente, la fotografia con predominanza di rosso, un marchio distintivo del regista. Bravo e perfetto Antonio Banderas, che torna a recitare con Almodovar dopo più di 20anni (ultimo film fu "Légami!"), però il suo ruolo è anche relativamente semplice, Ledgard è espressivamente monolite, sempre serio, concentrato, qualche sfumatura verso la collera e nient'altro. Marisa Paredes, la governante-madre, fa anche lei un'ottima presenza, già un personaggio più eclettico il suo che non Ledgard, ma anche qua, come per Banderas, non può stupire. Bravissima da sempre, tra le attrici feticcio di Almodovar. A costituire una bella sorpresa, bravissima e all'altezza del ruolo di Vera (ex Vicente, da maschio) è Elena Anaya, di cui sentiremo ancora spesso parlare ne sono certo. Ha anche un gran talento morfologico, un caso di natura generosa. La vediamo in ogni forma espressiva, in ogni atteggiamento "umano e non", variegatamente truccata e abbigliata, e pure senz'abbiglio.

Immancabile una componente comico-grottesca nei film di Almodovar - altro suo marchio distintivo e tra quelli che me lo fanno amare particolarmente - ma non mi ha fatto ridere così tanto come raccontano sia successo a Cannes durante la visione. C'è una scena particolarmente bizzarra e va bene, altre piccole stoccatine qua e là e passi ancora, ma la vicenda è decisamente drammatica, un thriller che sfora a tratti in "horror-psicologico". A me addirittura, per questa volontà d'intervenire forzatamente sulla natura, Ledgard ha ricordato il mitico Doktor Heiter di  "The Human Centipede", figuriamoci, altro che ridere! Però è vero, in sala molti ridevano più frequentemente e fragorosamente di me, ma non è che era anche un gesto liberatorio? La storia è tesa, e i meccanismi di difesa dal farsene trascinare sono in allerta...
All'uscita ho pensato - ecco, a differenza di altre volte, Almodovar ha messo un tocco di fantascienza nella trama - credendo non fosse possibile quanto visto, scientificamente. Errore: lo è. E' tecnicamente possibile, oggi, trasformare un uomo in una donna, interamente. Ho qualche dubbio che con un trapianto facciale possa venir fuori un pezzo di figliola come Elena Anaya, nella sostanza, ma in linea teorica sì.

Vicente prima, Vera poi. Un conto è volerlo diventare donna, ben altro addormentarsi e risvegliarsi tale per vaginoplastica coatta. Siamo in uno di quei casi che quanto tolto non è riattaccabile. Vero che anche un braccio, una gamba, una volta staccati son persi o quasi, ma garantisco che se mettete un uomo di fronte al bivio "pene o arto" sceglie l'arto. Battute a parte, quello che avviene a Vicente è angosciante, eteromascolinamente parlando ma anche gaymascolinamente: solo alcuni transgender si sottopongo a tale intervento. Eppure per una significativa parte del film Vera sembra essersi abbondantemente ambientata nel nuovo involucro e persino il suo creatore, che ha commesso l'errore di farla somigliare alla defunta moglie, ne ha sensazione, tanto da farci più che un pensierino. Peccato non poter citare il finale, non tanto per quel che è ma per quel che sarebbe potuto essere, altrimenti la domanda che dal film sorge - Qual'è la vera natura di un essere umano? - potrei spiegarla meglio. Sei uomo ma se cambi pelle puoi avere aspirazioni, compreso e soprattutto quelle sessuali, da donna; chi ti circonda, pur sapendo chi eri, ti riconosce ormai con la nuova identità; ...; cosa accidenti definisce la nostra sessualità? Non lo so, ma non mi sento affatto confuso per questo. Alla fine ognuno personalmente sa con chi vuole provare piacere intimamente.

Io personalmente, per l'ennesima volta, sono grato ad Almodovar perché, indipendentemente dalla forma, ha aperto l'ennesimo Dubbio su un argomento nel quale quelli che hanno certezze sono pericolosi, perché le loro riduzioniste idee spesso vogliono imporle agli altri.

Chiaro che se a uno non piace nulla di Almodovar, di quanto ha fatto, allora meglio lasciar perdere. Agli altri dico che non si può pretendere dal regista spagnolo, ogni volta, capolavori come "Tutto su mia madre", o "Parla con lei". Diciamo che siamo un paio di piani sotto il superattico, ma parliamo sempre di uno dei grattacieli più alti del pianeta.

Al cinema in questi giorni.
A mio parere, come tutti i film di Almodovar, da non perdere.
Robydick


22 commenti:

  1. Condivido tutto quello che hai detto nell'incipit: strana gente gli italiani, campioni del mondo nel tirar merda su personaggi diventati famosi.


    Di vil ciliccio mi parean coperti,
    e l'un sofferia l'altro con la spalla,
    e tutti da la ripa eran sofferti.

    Così li ciechi a cui la roba falla
    stanno a' perdoni a chieder lor bisogna,
    e l'uno il capo sopra l'altro avvalla,

    perché 'n altrui pietà tosto si pogna,
    non pur per lo sonar de le parole,
    ma per la vista che non meno agogna.

    E come a li orbi non approda il sole,
    così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora,
    luce del ciel di sé largir non volle;

    ché a tutti un fil di ferro i cigli fóra
    e cusce sì, come a sparvier selvaggio
    si fa però che queto non dimora.

    In pratica, come dice il sommo poeta, son degli invidiosi.

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  2. Roby, io l'ho visto ieri sera. Ne parlerò a breve.
    Anche io nutro grande stima per Almodovar, anche se, in questo caso e considerato il romanzo, secondo me poteva fare molto di più.

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  3. Anch'io ho notato l'accoglienza freddina della gran parte dei nostri critici. Ma se sperano che basti questo per non farmelo vedere si sbagliano di grosso... Almodovar sta talmente avanti che se fosse nato in italiA potrebbe fare solo film amatoriali da proiettare a 8-9 amici... :D

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  4. Ciao roby! era troppo tempo che non ti lasciavo un commentino..non va bene! vedo di porre rimedio al volo.. ;)

    Io questo film non l'ho ancora visto. Quindi, la tua recensione non può che invogliarmi ancor di più ad ammirarlo. Ma mi ha colpito una frase, quella sul genuflettersi prima di pensare di poter anche solo minimamente criticare Almodovar.

    Che sia un genio assoluto, siamo d'accordo. Che davanti a lui bisogna genuflettersi, siamo assolutamente d'accordo. I miti, le icone, come lui si sono guadagnati questo tipo di rispetto. Ma parlando in senso generale (quindi non nello specifico di questo artista o di quest'opera), io credo anche anche un mito possa sbagliare. E non solo, che sia umano che succeda. Magari, come dici tu, non abbiamo capito noi il film, magari siamo noi in torto. Ma perchè non contemplare che anche i miti assoluti possano aver fatto un film di merda? Mi piacerebbe sapere che ne pensi! ;)

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  5. Il film è voluto essere un ritorno alle citazioni dei film anche di genere italiani degli anni' 60 come già nel precedente "Matador" ('86) forse il suo film che mi è preferito, per me che ho smesso di vederne fin da dopo "Carne tremula" ('97). Qui in particolare, si cita e anche dichiaratamente dallo stesso regista, "Sei donne per l'assassino" di Mario Bava ('66), anche per l'atelièr di sartoria d'alta moda della madre di Vicènte, ma soprattutto il film è un'atto di vera e propria passione spettatoriale per "Le Mani di Orlàc"('60) e il capolavoro di Georges Franju "Occhi senza volto" (Eyeux sàns visage). L'ho visto all'uscita la scorsa settimana, "A Piel que abito", e l'ho trovato abbastanza bello, bellissima la o.s.t. di Alberto Iglesiàs, ma questo non è una novità basta vedere il trailer con il brano techno -synth "Bo" che si sente nel film al momento del provocato incidente di motocicletta di Vicènte.
    Purtroppo, alcuni dialoghi e situazioni "forti" e sessualmente forzate che "gridano vendetta", apportate da un gusto sempre un pò esibizionisticamente "frogìo" e effemminato non mancano anche qui, come penso in ogni suo film. Allmodòvar regista che si sarà comunque capito, non è mai stato un autore a cui mi sono interessato,dopo averlo seguito alla sua "prima fase" di notorietà negli anni'80, (non ho nemmeno mai visto lo strombazzatissimo film "per signore" "Donne sull'orlo di una crisi di nervi" ['88]), riconosco che è bravo, dotato visivamente e dal molto stile, ma comunque e irrimediabilmente lontanissimo dai miei gusti e interessi come dalla mia personalità.

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  6. grazie harmo, sommo contributo. il tuo "paesano" vedeva lungo...

    mrford, certo, considerato il suo talento sì, poteva, non sempre riesce, ma resta un gran bel film. sarà ottimo anche il romanzo probabilmente, bravo lui a sceglierlo.

    zio, io e te sul almodovar abbiamo una sola mente.

    certo servlad, sottoscrivo! anche i miti sbagliano. però ho letto gente definire "patetico, banale" questo film, e mi pare proprio un giudizio insensato, fuori luogo e irrispettoso. ma dovrei ripetermi.
    nello specifico ti garantisco che non è assolutamente un film di merda (non che tu lo pensi, è per spiegarmi...), e da uno come almodovar è impensabile possa uscire un film così.

    poi chiaro, come dice napoleone riguardo ai suoi gusti, se almodovar ad uno non va giù, anche da un certo periodo in poi, allora il discorso cambia, ma dovrebbe fare come napoleone, esprimere un parere sulla base del gusto personale, non sentenziare in termini assoluti.

    napoleone, grazie tantissimo per il compendio alla rece. nel film c'era anche un brano di violino a più riprese, bellissimo, mi ricordava la sonata a kreuzer. musiche bellissime, confermo.
    non ho colto l'omaggio a bava, quel film lo conosco bene. la sartoria in 6 donne era effettivamente anche il "luogo delle vittime", però bho, qua ce n'è solo una, e non muore... pensa invece che "occhi senza volto" è da mo' che devo vederlo, mi sa che lo farò tra non molto. :)

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  7. Alquanto inquietante, devo dire. E' totalmente fuori da ciò che mi aspettavo dal film di Almodovar, che mi ha piacevolmente sorpresa. Solo che mi dispiace il fatto che non sia tutta farina del suo sacco, visto che è tratto da un libro. Un bellissimo film, ma forse non grandioso!

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  8. ciao barbara! mi fa piacere ti sia piaciuto.
    be', fior fior di registi nemmeno scrivevano i propri film... i capolavori di tanti maestri s'ispirano più o meno fedelmente a romanzi, se penso ad esempio ad uno dei registi che amo di più in assoluto, luchino visconti: Morte a Venezia, Il Gattopardo, ...

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  9. L'ho visto appena uscito, e l'ho trovato uno dei migliori film di Almodovar, anche se, come hai be detto tu, non c'è niente (o pochissmo) da ridere. Un film di Pedro da mettere nella lista dei suoi migliori, accanto ai film da te citati.
    -Cosa mi hai fatto?
    -Una vaginoplastica.
    Mi sono venuti i brividi, e volevo gridare contro Banderas/Chirurgo: fijo de puta.

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  10. alli, mi meraviglio di te! dai, l'esclamazione "ico de puta" è nota dai tempi in cui si metteva la majetta del che guevara per rivolgersi al noto fijo de 'na gobba dorotea, ahah! si scherza... :)
    (poi arrivavano gli omini neri del ministro sardo portasfiga, ed erano mazzate... ma divago)
    grazie, mi dà molto piacere sia piaciuto anche a te!

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  11. ben presto lo vedrò anche io, la trama mi sembra appetitosa, vedremo vedremo :)

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  12. arwen... appetitosa??? si potrebbero cucinare gli "scarti di lavorazione" del chiururgo in questione, non so se considerarli appetitosi, ahah!
    però le famose "balle di toro" sono tra i pochi italiani a stimarle come uno dei migliori piatti di carne possibili, eheh, e qua non scherzo. :P

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  13. beh, a me è piaciuto. meno carnevalesco del solito, meno colori sgargianti, ma sempre tanto di cappello. la struttura a consecutio alternata non lo appesantisce. c'è meno da ridere del solito, ma mi è sembrato di cogliere una semi-citazione di Frankenstein Jr (ed essendo una storia "alla Frankenstein", ci sta a pennello)...vediamo se la trovi! :)

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  14. unwise... proprio non mi viene in mente. ma l'abbiamo visto insieme e ti viene ora la domanda? bho... non lo so :)

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  15. beh considera che sono una fan di Almodovar e che per ora sono in visione del film, fino ad ora mi ha incatenata alla poltrona, appena termino ti saprò dire, non mancherà anche il mio parere alla fabrica questo è poco ma sicuro, e forse anche una piccola rassegna su Almodovar, ci sto pensando su, ovviamente non subito, ma credo più in la ^^

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  16. terribile, davvero terribile, ho appena terminato di vederlo, concordo sulle quattro stelle, se almodovar con gli abbracci spezzati mi aveva lasciata perplessa, qui sono convinta dell'ottimo lavoro, somiglia vagamente a Legami, anche se quella era una commedia qui siamo in un territorio ambiguo, oscuro Bravissimo Banderas che dall'inizio alla fine riesce a dare al suo chirurgo quell'alone di follia che fa venire i brividi, ottima Elena Anaya, si film da non perdere assolutamente.

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  17. mi fa molto piacere ti sia piaciuto cara arwen. :)
    pensa, sto guardando un film ora con un altro pazzo, di quasi 20anni fa e... ci sono dei "contatti" con questo film, poi ne parlerò ;-)

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  18. Mi genufletto e laicamente prego....anche per questo film....Almodovariamo nel primo tempo, tragico come la tragedia greca nel secondo.

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  19. grazie prof. cirano! sintesi da par suo :)

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  20. Non l'ho ancora visto, ma lo farò sicuramente, era già in programma da prima che uscisse, ci mancherebbe. Recensioni controverse, ma tutto sommato nella media dai, nemmeno "Gli abbracci spezzati" aveva suscitato molto entusiasmo. Ho letto Maltese, 4 stellette su 5 mi sembrano un po' esagerate, considerando le critiche che poi ha fatto. Che Almodovar sia un Maestro non si discute, tutti abbiamo i nostri maestri preferiti, e fra questi gli "intoccabili", infine ci sono quelli che, pur riconoscendoli tali, cordialmente detestiamo...! ;-)
    Stellette e recensioni in fondo son sempre relative, più che mai con i film in uscita, è che vorremmo sempre trovarci scritto solo quel che ci va bene. Pensa che a volte me la prendo con la critica già prima di vedere il film!

    P.S.: ... e adesso mi deve frullar in testa per giorni 'sto pazzo di 20 anni fa, mannaggia a te!

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  21. nonono, 4 stellette per me van bene! bravo curzio!! ahah! si scherza... va bene sì, confesso, sono un tifoso di almodovar, tra i miei difetti non il peggiore :)

    non lo beccheresti mai, eppure c'è un indizio "tecnologico" netto. per la precisione, è un film del 1993, per molti un filmaccio, per me un cultissimo. uscirà la rece di belushi prox settimana, dove dovrò per forza fare un intervento che non avevo previsto, proprio per il curioso legame con "la pelle che indosso". ;-)

    stay on the spines... :D

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