Esordio col botto per il Poliziottesco tra le mie recensioni, subito un mio Cult. Questo è tra i primissimi film del genere, di grande successo e clamore. Racconta una vicenda vera, quella della Banda Cavallero, e lo fa quando è ancora calda, solo un anno dopo la tragica rapina al Banco di Napoli in largo Zandonai a Milano.
All'inizio è docu-fiction. Attraverso una video-intervista al commissario Basevi (Tomas Milian) ci viene illustrata tutta la malavita milanese di quegli anni, tutta di stampo meneghino con pure i primi arrivi dalla mafia del sud. C'è di tutto: racket, sfruttamento della prostituzione, bische clandestine, rapimenti. Viene intervistato anche un rapinatore d'altri tempi, ormai scarcerato, che c'informa che "i banditi di una volta non sparavano mai".
Ora invece si spara, e molto. Milano è da tempo bersaglio di rapinatori di banche, gente che viene da fuori. Alle 15, orario di apertura pomeridiano, tutte le pattuglie della polizia sono in allarme, sempre. Il 25 settembre 1967 sarà il giorno della citata rapina, qualcosa andrà storto e la loro fiat 1100 subito individuata sarà protagonista di un inseguimento per il centro della città che lascerà una scia di morti e feriti.
Bestia che film! E con che attori pure! Pietro Cavallero (il solito immenso Gian Maria Volonté) è un capobanda particolare. Il suo gruppo, di 3 a cui si aggiungerà un 17enne solo per quella rapina, è composto da gente di estrema sinistra stufa e disillusa, lui in particolare è colto e motivato, si fa vanto di ciò, mandò persino un comunicato ai giornali poco tempo prima con cui avvisava, in breve, di non frapporre troppe difficoltà per evitare carneficine. Una rivoluzione a suon di rapine in banca, senza sbocchi e lo sa, e quando lo arresteranno si sentono certe risposte che darà ai giornalisti... rischiarono il linciaggio, sia al termine della rapina che dopo l'arresto. Altri attori: Don Backy (complice di Pietro e compagno di una fuga folle), Piero Mazzarella (invalido che aiuterà la cattura ma morirà per infarto poi), Carla Gavrina (farà una telefonata da Lugano che non vi dico), Agostina Belli (ostaggio dopo una rapina), Ray Lovelock (allora giovanissimo, il 17enne della rapina).
Vertiginoso, montaggio sbalorditivo, non esagero. Ho sempre preso sottogamba questo genere, mi devo ricredere e fare penitenza, film d'azione e tensione esemplare e mi spiace dirlo, cari ammerica', ma ha ragione Tarantino ad usarli, questi film, come una Bibbia. Me ne vedrò parecchi, se non vi piacciono rassegnatevi e passate oltre cari amici, a me questo film m'ha accelerato il sangue nelle vene.
E' brutto concludere malinconicamente, ma dopo aver scoperto che eravamo Maestri nell'horror e nel thriller con la rassegna di Mario Bava e con quella in corso di Lucio Fulci (che promette benissimo!), scoprire ora che con Carlo Lizzani e presto anche altri, Di Leo, Castellari, Lenzi, ecc..., eravamo maestri anche nel poliziesco d'azione, nel gangsteristico, chiamateli come volete non è questione di etichette basta capirsi, mi ha messo addosso una tristezza... forza registi italiani, so che ce ne sono, nascosti da qualche parte: emergete, studiatevi i Maestri che siamo affamati di questi film!!
All'inizio è docu-fiction. Attraverso una video-intervista al commissario Basevi (Tomas Milian) ci viene illustrata tutta la malavita milanese di quegli anni, tutta di stampo meneghino con pure i primi arrivi dalla mafia del sud. C'è di tutto: racket, sfruttamento della prostituzione, bische clandestine, rapimenti. Viene intervistato anche un rapinatore d'altri tempi, ormai scarcerato, che c'informa che "i banditi di una volta non sparavano mai".
Ora invece si spara, e molto. Milano è da tempo bersaglio di rapinatori di banche, gente che viene da fuori. Alle 15, orario di apertura pomeridiano, tutte le pattuglie della polizia sono in allarme, sempre. Il 25 settembre 1967 sarà il giorno della citata rapina, qualcosa andrà storto e la loro fiat 1100 subito individuata sarà protagonista di un inseguimento per il centro della città che lascerà una scia di morti e feriti.
Bestia che film! E con che attori pure! Pietro Cavallero (il solito immenso Gian Maria Volonté) è un capobanda particolare. Il suo gruppo, di 3 a cui si aggiungerà un 17enne solo per quella rapina, è composto da gente di estrema sinistra stufa e disillusa, lui in particolare è colto e motivato, si fa vanto di ciò, mandò persino un comunicato ai giornali poco tempo prima con cui avvisava, in breve, di non frapporre troppe difficoltà per evitare carneficine. Una rivoluzione a suon di rapine in banca, senza sbocchi e lo sa, e quando lo arresteranno si sentono certe risposte che darà ai giornalisti... rischiarono il linciaggio, sia al termine della rapina che dopo l'arresto. Altri attori: Don Backy (complice di Pietro e compagno di una fuga folle), Piero Mazzarella (invalido che aiuterà la cattura ma morirà per infarto poi), Carla Gavrina (farà una telefonata da Lugano che non vi dico), Agostina Belli (ostaggio dopo una rapina), Ray Lovelock (allora giovanissimo, il 17enne della rapina).
Vertiginoso, montaggio sbalorditivo, non esagero. Ho sempre preso sottogamba questo genere, mi devo ricredere e fare penitenza, film d'azione e tensione esemplare e mi spiace dirlo, cari ammerica', ma ha ragione Tarantino ad usarli, questi film, come una Bibbia. Me ne vedrò parecchi, se non vi piacciono rassegnatevi e passate oltre cari amici, a me questo film m'ha accelerato il sangue nelle vene.
E' brutto concludere malinconicamente, ma dopo aver scoperto che eravamo Maestri nell'horror e nel thriller con la rassegna di Mario Bava e con quella in corso di Lucio Fulci (che promette benissimo!), scoprire ora che con Carlo Lizzani e presto anche altri, Di Leo, Castellari, Lenzi, ecc..., eravamo maestri anche nel poliziesco d'azione, nel gangsteristico, chiamateli come volete non è questione di etichette basta capirsi, mi ha messo addosso una tristezza... forza registi italiani, so che ce ne sono, nascosti da qualche parte: emergete, studiatevi i Maestri che siamo affamati di questi film!!
bel film..certo i maesti del noir in europa son stati i francesi.melville ha praticamente inventato un genere.
RispondiEliminagrande inizio per le recensioni del poliziottesco,
RispondiEliminauno dei miei generi preferiti. pensa che grazie al mulo sono riuscito a metter su una collezione di una sessantina di titoli, alcuni rari, ne devo vedere ancora tanti, se sei interessato a qualcosa fammi un fischio. e visto che ci sono, ne approfitto per farti i migliori auguri di Buon Natale.
grazie harmo, auguroni anche a te e sì, ne ho già un tot sull'hd, ci metterò un po' a vederli e ti avviso quando ho finito la scorta... mi consiglierai :D
RispondiEliminavero brazzz, Melville è mitico! il poliziottesco italiano però fa genere a sé secondo me, ne ho già visto un altro (capolavoro!) che arriverà a breve. mi sembrano meno introspettivi e molto più d'azione, crudi, questo e pure il prossimo poi sono realisti, dirette emanazioni di fatti di cronaca.
ALT ! FERMI TUTTI !
RispondiEliminaQuesto è uno dei film che in assoluto preferisco. Sarà, lepoca, sarà che coinvolge la mia città, sarà che ho vissuto in prima persona i fatti narrati....stà di fatto che gli sono molto affezionato.
La regia di Lizani è praticamente perfetta, un raro esempio di Istant Movie ben fatto. Attori strepitosamente presenti ; stiamo parlando di Gian Maria Volontè, di Thomasd Milian, Della bellissima Margaret Lee. E poi c'è la sorpresa Don Backy. Insomma, uno dei migliori film di genere Italiani.
Da Allora non ho mai smesso di seguire Lizzani, e lui mi ha ripagato con grandi film (tra gli altri "Storie di vita e malavita" e "Kleinhoff Hotel").
GRANDE !!!
ahahah! e chi si muove magar!
RispondiEliminaeh, qua sforo nella tua sfera di competenza... e vedrai che Milano terribile c'è nel prossimo film! di Lizzani ne vedrò parecchi, ma parecchi proprio...
Grande Roby !
RispondiEliminaP.S. al primo posto nella mia personale classifica c'è "Milano Calibro 9" del grande Fernando di Leo, con Gastone Moschin, Barbara Bouchet, Mario Adorf e Philippe Leroy. ...ecc.
Con la strepitosa colonna sonora di Luis Bacalov assieme agli Osanna. Un film ed un disco imperdibili...
arriva, arriva anche quello, altro obbligatorio!
RispondiEliminaper quanto riguarda il disco dell'o.s.t sai da chi me lo aspetto... e non dico altro! :D
Hai ragione, siamo proprio affamati: questo era un genere dalle potenzialità stupende, ingiustamente considerato da alcuni di serie B, mentre invece in quegli anni ha saputo darci dei veri capolavori, che solo ultimamente sono riuscito a riscoprire grazie al satellite.
RispondiEliminaquesto genere è una delle mie (relativamente recenti) passioni, e questo film in particolare mi è piaciuto parecchio. a parte la gigantesca presenza di "mio zio" G.M. Volonté, c'è tutta l'atmosfera della Milano dei tempi, ancora un po' "provinciale" rispetto al mondo, e soprattutto ancora non preda del glamour anni 80 (paninari, craxi, canale 5). ne ho letto una cronaca, abbastanza dettagliata, su "Milano criminale" (libro trovato a prezzo ridicolo non ricordo dove), e devo dire che il film non "romanza" quasi nulla...
RispondiEliminauna fame da lupi abbiamo, ZioCaro! (funziona da saluto e da veterobestemmia, ahah!)
RispondiEliminaeh unwise, quel tuo zio, qualsiasi cosa fa, è sempre superba!
ecco un grande capolavoro!
RispondiEliminaBanditi a Milano è stato il film che mi ha fatto innamorare del poliziottesco italico (assieme agli insuperabili 'classici' di Di Leo); e Lizzani, ne sono fermamente convinto, è stato uno degli Autori con la A maiuscola del nostro cinema: questo, assieme a Il Processo di Verona e Barbagia (ma ce ne sono molti altri bellissimi che non cito ma che meritano comunque) è uno dei migliori di Lizzani, un grande per troppo tempo sottovalutato. in più, è un caposaldo del nostro panorama: basti pensare alla maniera disinvolta con cui butta la politica e la critica sociale senza risultare pedante e prolisso come altri suoi conteporanei osannati dalla critica togata.
un cult imperdibile.
bravissimo einzige, è quello che sorprende tra le altre cose, politica e critica sociale senza né giudizi né pregiudizi, notevole!
RispondiEliminasono contento il genere abbia tanti estimatori anche tra gli amici abituali, sarebbe bello capissero la cosa anche i nostri cineasti, porcaccia...
E tu un giorno farai il regista?
RispondiEliminaJoyeux Noël Roby
Ivonne
uuuhh, ciao Ivonne! che piacere...
RispondiEliminaaugurissimi!
oddio, non ne sarei capace francamente, eppoi son vecchietto ormai, largo ai giovani. aiuto regista magari, ben volentieri, anzi volontario!
vero inizio col botto!!! filmonissimo... un grande cult, un grande esempio di cinema. caso raro per l'epoca: trasporre un fatto di cronaca a distanza di pochi mesi dall'accaduto. grande roby!
RispondiEliminaIn qualche modo ho sfiorato anch'io i fatti narrati. Ed altri che conosco. E poi, ... il noir é il noir! Auguroni!
RispondiEliminagrazie Adriano! e passa il 28, vedrai di che si parla... ;-)
RispondiEliminabella Frank! wé, Lizzani aveva attributi cubici, diremmo noi della taverna, eheh...
evviva, evviva i poliziotteschi! Sono fantastici, li ho scoperti da poco, ma sono rimasta entusiasta e voglio papparmeli tutti ( sono una buona forchetta io!)... per ora il mio preferito è Milano odia: la polizia non può sparare del mitt-ti-cooo Umberto Lenzi ennesimo maestro del Quentin, come facevi giustamente notare nella tua splendida rece... ah che bello scoprire un genere "nuovo"! E che musiche... conosci i Calibro 35? Suonano dal vivo le musiche dei film polizieschi anni 70, proiettando spezzoni di film alle spalle della band... li ho visti un paio di volte al Magnolia, meritano!
RispondiEliminafantastici, scoperta recente anche per me :)
RispondiEliminai Calibro 35 (bravissimi) sono citati nella prossima rece del genere, suonano un pezzo dell'ottima colonna sonora, ne ho messo un video.
arriverà anche il tuo preferito, senza dubbio, già sull'hd, eheh