«È dunque l'universo uno, infinito, immobile; una è la possibilità assoluta, uno l'atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo et ottimo; il quale non deve poter essere compreso; e perciò infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato e per conseguenza immobile; questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto; non si genera perché non è altro essere che lui possa derivare o aspettare, atteso che abbia tutto l'essere; non si corrompe perché non è altra cosa in cui si cange, atteso che lui sia ogni cosa; non può sminuire o crescere, atteso che è infinito, a cui non si può aggiungere, così è da cui non si può sottrarre, per ciò che lo infinito non ha parti proporzionabili»
(Giordano Bruno, De la causa, principio et uno, 1584)
Giordano Bruno, al secolo Filippo Bruno (Nola, 1548 – Roma, 17 febbraio 1600), fu un filosofo, scrittore e frate domenicano italiano, condannato al rogo dall'Inquisizione cattolica per eresia.
Tra i punti chiave della sua concezione filosofica, che fondeva neoplatonismo e arti mnemoniche con influssi ebraici e cabalistici, la pluralità dei mondi, l'infinità dell'universo ed il rifiuto della transustanziazione. Il suo pensiero presenta un'accentuazione dell'infinitezza divina sconosciuta ai neoplatonismi precedenti. Con notevoli prestiti da Nicola Cusano, Giordano Bruno elabora una nuova teologia dove Dio è intelletto creatore e ordinatore di tutto ciò che è in natura, ma egli è nello stesso tempo Natura stessa divinizzata, in un'inscindibile unità panteistica di pensiero e materia.
Terminate le citazioni, sul film ho da dire solo una parola a giudizio: CULT. Perché è bellissimo e fatto con particolare attenzione, perché ci sono costumi ed impegno di mezzi importanti, perché ci sono attori notevolissimi col "solito" Volonté a giganteggiare come protagonista, ma soprattutto perché (e scado nel personale ma dopotutto questo è e sarà sempre il mio modo di vedere i film) io ho una assoluta venerazione e stima profonda per il personaggio che fu Giordano Bruno, tanto che alla mia prima visita da "adulto" di Roma la sua statua a Campo de' Fiori (a dx l'immagine) fu tappa obbligatoria con tanto di sosta in meditazione!
PARENTESI DA BLOGGER
Giordano, è il secondo nome del mio terzo figlio. Sarebbe dovuto essere il primo per mia ferma volontà, ma poi, con la donna sul letto di sgravio... si sa come vanno certe cose. Il mio, verso di lui, è un amore che risale all'infanzia. Avevo 10 anni quando ne lessi per puro caso, sulla pagina culturale di un giornale. All'epoca ero cattolico praticante, ne chiesi conto al prete, vi risparmio le vacue ed evacuabili risposte, in capo ad una settimana ero diventato un anticristo mangiapreti, pieno di rabbia. Ero un bambino, ora la rabbia la controllo un po' meglio. In ogni caso fu grazie a lui che aprii gli occhi, non sul fatto di avere o meno fede, ma su ciò che fu, che era e, diciamolo!, ancora è la chiesa, con modalità punitive certo diverse ma non meno efficaci nell'influenzare, soprattutto in italia, politica e cultura in modo nefasto!
Ho quindi un debito di gratitudine, che non ho mai onorato con studi approfonditi. Quanto riportato da wiki è una sintesi che mi basta e mi è sempre bastata. La meditazione davanti alla sua statua è semplice: ricordare, ricordare, ricordare...
CHIUSA PARENTESI
Era felice Giordano Bruno a Venezia prima che quel pezzo di merda di Giovanni Mocenigo, malanima la sua e quella dei suoi successori, lo vendesse, complice il senato veneziano, all'inquisizione romana ben sapendo cosa gli sarebbe accaduto. E sono felicissimo io di come il film lo ha ritratto, nemmeno l'avessi scritta io la sceneggiatura, l'avrei fatto esattamente così tranne che forse, tale è il piacere di quell'inizio, l'avrei fatta più lunga, riducendo al limite la descrizione della sua permanenza nelle prigioni vaticane che, lo ammetto, m'han fatto soffrire e rimontare un disprezzo incontenibile per quegli assassini.
A Venezia c'era il Vero Giordano Bruno, filosofo allegro e gioviale, a suo agio con il nobile come con le puttane, e di più con queste ultime e con il popolo in generale. Parlava parimenti con tutti, la sua esposizione era semplice, chiunque compreso chi scrive lo può capire, ammirarne la lineare logica e le perfette metafore reali, basate sulla natura, sul movimento degli astri, sulla bellezza di ogni cosa, dell'ambiente. Una visione globale e locale di tutta la Vita nel senso più esteso del termine, pacifista senza se né ma, e poi anche gran bevitore, goliardico ma mai violento o becero: un uomo fantastico! Un modello di vita per me, e chiudo qua, ne scriverei pagine e pagine di elogi. Ah quanto vorrei vedere un film che mi mostra la sua vita Prima del suo sciagurato rientro in italia, quanto!! Sarebbe pieno di Intelligenza e di Gioia di Vivere!
Non so come si chiama quell'orribile "bavaglio", un uncino che s'infila nella lingua e poi un laccio a stringerlo dietro la nuca. Stava urlando le sue verità prima di essere prelevato per il rogo, non potevano sentirlo evidentemente. Trovo sia un'immagine emblematica, fin troppo chiaro cosa simboleggia, straordinaria. Non ce la faccio quasi a parlarne, mi mette una tristezza che non posso nemmeno esprimere, avevo le lacrime che scendevano durante tutto il finale, un Uomo di tale levatura trattato in quella maniera è terribile perché tutti siamo pari verso la sofferenza fisica, ma qui si tratta di violenza verso la Cultura, il Progresso... una tristezza infinita.
Recensione dedicata ad una cara amica, devo ancora conoscerla personalmente ma abbiamo avuto proficui scambi tramite il web: Zina Crocé, che tra l'altro me ne ha consigliato la visione. Splendida persona, docente liceale ed universitaria, giornalista, saggista, si occupa di critica teatrale, scrive su "Teatro contemporaneo e Cinema", rivista fondata da Mario Verdone, e fa pure altre cose ma quelle che ho elencato sono le sue preferite. Desideravo ospitare il suo nome nel blog, finalmente c'è stata occasione.
Ciao Zina, e... in bocca al lupo per tutto!
edit 27-12-2010: pubblico mail ricevuto da Zina
Beh, devo dire che FB fa conoscere persone veramente “belle” : è il caso di Robydick, mio amico facebookkiano, col quale condivido assolutamente i concetti e le forti emozioni del film di Giuliano Montaldo. Il regista dirige magistralmente un sublime Gian Maria Volontè, solare, vitale, sanguigno, assolutamente intenso. Bruniano, appunto.
Bruno era filosofo di cultura elevatissima, dotato di profonda sensibilità e di alta ironia, quell’ironia che gli consentiva di dare il giusto “peso” alle situazioni e alle persone, e di essere autenticamente libero, lontano da qualsivoglia sudditanza e ossequio al potere.
L’unico ossequio che il nolano praticava, con passione assoluta, era quello verso la Filosofia, Amore per la Vita in tutte le sue forme.
Personalmente, trovo la rappresentazione del “Bruno” di Montaldo di gran lunga migliore di quella –dello stesso filosofo- resa nell’altro film, anche questo bellissimo, citato da Roby, e cioè “Galilei”. Liliana Cavani è regista sublime, però non ha rappresentato in modo incisivo la figura del filosofo di Nola, pur avendo, però – forse per questo ?- tratteggiato in modo superbo la figura di Galileo, nella perfetta interpretazione di Giulio Brogi.
Roby ha citato a ragion di veduta il film della Cavani : le due opere sono strettamente legate, le trame si intrecciano fortemente per l’affresco d’epoca che offrono allo spettatore nell’evidenziare, in modo drammatico, il conflitto tra chiesa, intesa come spregiudicato esercizio del potere, e Verità, valore sacro qui sacrificato sull’altare sconsacrato, grondante di sangue innocente, della vampiresca ragion di stato della chiesa, che, con lucido cinismo, umilia, tortura, uccide uomini innocenti, che hanno segnato una delle tappe più importanti nel percorso di evoluzione dell’umanità, nell’ottica di “mors tua, vita mea”.
Film-capolavoro, da utilizzare come sussidio didattico nelle scuole, per fare piazza pulita di quelle “menzogne dei millenni” predicate urbi et orbi, e aborrite da un altro grande filosofo demistificante, Friedrich Nietzsche ( a proposito, Roby : ti consiglio la recensione di un altro bellissimo film della Cavani, “Al di là del bene e del male”).
In chiosa : sotto il pontificato di Woytila Galilei è stato riabilitato...., su Bruno grava ancora la scomunica...
La tua disamina sul "Personaggio" Giordano Bruno è pienamente condivisibile, almeno per quanto mi riguarda. Fondamentale il suo percorso ideologico, nel quale ritroviamo la storia dell'Italia non cattolica, o comunque non religiosa. Il buonismo attuale non potrà certo mai cancellare secoli di vergogna e torture.
RispondiEliminaPer certi versi è una storia molto simile a quella di Ipazia, che venne uccisa dai Parabalani di quel "sant'uomo" di Cirillo (storia splendidamente narrata da Amenabar nel suo film).
Per quanto riguarda il film, be, vale il discorso già fatto per altre pellicole del periodo. La voglia di far conoscere a tutti i fatti che fanno la storia, la voglia di mettere in discussione tutto sono tipici dei '70.
E poi, la regia di Montaldo è davvero notevole. Si intravedono già le prime idee che lo porteranno a girare lo strepitoso "Marco Polo" televisivo.
Di Volontè cosa si può dire ? Perfetto, in un personaggio che forse come nessun altro era nelle sue corde.
Bellissima la tua Illuminazione a 10 anni. Io mi sono svegliato parecchio più tardi. Illuminazione doppia, perché ti ha permesso non solo di renderti conto del marciume kiesajolo e in generale religioide, ma soprattutto, grazie alla risposta del pretino, di quanto fossero appunto vacue ed evacuabili (e ignoranti, e stupide, e di seconda o terza mano) le idee di uno dei tanti omini ascoltati dal gregge quando parlano dal pulpito, neanche fossero filosofi profondi o artisti geniali o guide spirituali, e invece sono solo dei poveracci, delle pecore coi gradi (e lo stipendio) di caporale che si credono Pastori.
RispondiEliminaSul film, niente da aggiungere alla parola Olimpo.
eccezionale commento magar, lo sottoscrivo tutto così come la considerazione sugli anni 70, che alcuni stolti vogliono liquidare come violenti ed invece furono la "maturità" dei 60 prima dell'abbruttimento edonistico degli 80 (gli 80 comunque non sono completamente da buttare eh!)
RispondiEliminacaro Zio, la penso parimenti, pure peggio anche se come dicevo la rabbia ora è sotto controllo. mi costò cara quella scelta, che fu spontanea come tutte quelle infantili, fui di fatto isolato in un quartiere ad altissima densità cattolica e sai, da piccoli è dura, il mio carattere attuale deve tutto il suo meglio ed il suo peggio a quel periodo, tra i 10-11 anni ed i 17, poi avvenne dell'altro che racconterò all'occasione opportuna.
RispondiEliminaMontaldo appena due anni prima aveva diretto un altro capolavoro sui perseguitati, non dimentichiamocelo...:"Sacco e Vanzetti", con monumentali Volontè e Cucciolla, e una colonna sonora di Morricone con Joan Baez da toglierti la pelle di dosso dalla sua forza e potenza...
RispondiEliminabravissimo wilson! avrei dovuto farne menzione, film eccezionale, ne ho parlato qua: http://robydickfilms.blogspot.com/2010/08/sacco-e-vanzetti.html
RispondiEliminaE del quale ad agosto avevi già scritto una delle pagine più complete ed asaurienti in italiano che mi si possa concedere di trovare, ho conosciuto Montaldo per un libro intervista più volte anche da lui a Roma, e ti posso dire che anche se ha guadagnato un pò di cariche su di sè, negli anni, dell'accademismo cinematografico italiano,è un uomo di coerenza e superiorità intellettuale, e di onesti principi, rara, fra gli uomini di cinema in Italia, della sua come di altre generazioni.
RispondiEliminaHa sempre fatto ciò in cui credeva, e non è un caso che sia stato uno di quei registi con cui un'integerrimo molto difficile, da trattare e con cui rapportarsi, come Volontè, abbia avuto un rapporto proficuo e duraturo..."Giordano Bruno" è uno dei suoi ruoli più umani, sensibili, fragili e determinati insieme, toccanti, accostamenti non sempre così disponibili, per i suoi personaggi...
Che attori poi, Matthieu Carrière giovane che fa Orsini, il mio buon amico Renato Scarpa di Firenze (uno dei migliori e più prolifici caratteristi del cinema italiano)che fa Frate Tagagliolo),Josè Quaglio, Mark Burns dei capolavori viscontiani "Morte a Venezia" e "Ludwig" che fa Bellarmino, Massimo Foschi Frate Celestino, uno dei nostri più grandi doppiatori e attori di teatro, il bravissimo attore tedesco Hans Christian Blech come Sartori...Il grande caratterista e doppiatore siciliano Corrado Gaipa..
RispondiEliminafantastico leggere queste cose Wilson...
RispondiEliminasono contentissimo di quello che dici poi di Montaldo, questo film richiedeva un simile regista.
Passare di qui ogni giorno è corroborante, oltre che molto istruttivo. Ci si respira passione autentica. Vedrò al più presto questo film, su un uomo che ho da sempre nel cuore.
RispondiEliminaUn abbraccio
grazie runner, e come hai potuto leggere grande merito è negli straordinari ospiti, le recensioni proseguono ormai sempre, grazie a loro, nei commenti.
RispondiEliminaciao! :)
robydick, se non ci fossi bisognerebbe inventarti, per come riscopri e porti alla nostra attenzione simili perle. Ammetto di non averlo visto, ma lo farò senza dubbio al più presto, grazie a te. Come ti accennavo, anche io sono molto sensibile alla figura così moderna e sottovalutata di Giordano Bruno, unico - tra le altre cose - ad ammettere la mia esistenza. Credo che non ci sia martirio più tremendo, ma anche più glorioso, di chi muore per le proprie idee.
RispondiEliminaGrazie.
è un piacere caro marziano, poi curioso come la mia visione del film è coincisa con l'uscita del tuo bel post "panteista", io e runner diremmo che si tratta di un'affinità karmica, eheh!
RispondiEliminafammi sapere che ne pensi del film, ma vedrai che meriterà, più che un commento, un bell'articolo da dedicare a tutti i marziani ;-)
ciao
questo mi manca proprio. il film è sulla lista da quando scoprii la figura di Bruno al liceo, ma è decisamente ora di dargli un'occhiata.
RispondiEliminacomplimenti, roby, in questo post, oltre che l'amore per il cinema, si sente l'autentica ammirazione (che condivido) per un personaggio maiuscolo, uno dei tanti italiani 'con le palle' inghiottiti nelle pieghe della storia nostrana.
grazie einzige.
RispondiEliminail tuo commento fa da introduzione per il film di domani, un personaggio con le palle nel senso più letterale del termine, tutt'altra vicenda, e controverso ma non per causa sua... leggerai ;-)
Calibrata recensione, puntuale presentazione del film, arricchimenti notevoli da parte dei commentatori, specie per quei bei film primi anni '70. Io i miei omaggi alla statua di Giordano Bruno li ho poi resi da adulto, ma più di una volta. Bruno é una possente figura simbolica, forse la più inverata in Italia in ambienti illuminati, della libertà di pensiero.
RispondiEliminaun giorno organizzeremo un pellegrinaggio di blogger a Campo de' Fiori :D
RispondiEliminaciao Adriano, grazie.
scrivo per informare che nella rece ho inserito il testo di una mail ricevuta da Zina, molto interessante, con un particolare in chiusura da non sottovalutare: Bruno è ancora scomunicato. non che la cosa all'anima del filosofo possa procurar danni, ma all'anima di chi non riesce ancora a risolvere, almeno umanamente, un simile errore storico non so proprio cosa possa accadere...
RispondiEliminagrazie Zina, ciao
l'ho rivisto ieri e devo dire che è un film che le tue parole leggono bene, con passione e partecipazione.
RispondiEliminaun grandissimo film.
grazie francesco, mi fa piacere che t'è piaciuto.
RispondiEliminati ho citato qui:
RispondiEliminahttp://markx.splinder.com/post/23880679/giordano-bruno-giuliano-montaldo
ciao