Un Dario Argento al culmine della fama per gli anni '80, incastonato fra gli ottimi successi commerciali di “Phenomena” ('85), dei da lui prodotti “Dèmoni” ('85) e “Dèmoni 2: L'Incubo ritorna” ('86) di Lamberto Bava, e succedaneo ai mesi -dicembre- dell'affermazione di “Opera” ('87), venne incaricato da Raidue di realizzare dei brevi segmenti horror-fantastici commentati dalla sua voce fuori campo, per la trasmissione tv avanti sui tempi “Giallo”, che avrebbe segnato il ritorno di Enzo Tortora dopo le sue notissime disgrazie giudiziarie. Nella stessa trasmissione Argento rivestiva un ruolo di presenza e di richiamo, presentando i suoi telefilm oltre che quelli con una sorta di “quiz finale”, di “Turno di notte”, diretti da Lamberto Bava e Luigi Cozzi.
I minitelefilm di Argento erano imperniati su dei sogni terrorizzanti, degli incubi appunto, che Argento introduceva tenendo in braccio un cagnolino nero dal nome di “Incubo”, Argento spendeva qualche parola sulla “trama” che sarebbe seguita nei tre minuti del cortometraggio. Avvolte Argento interrompeva in persona per raccontare delle scene di raccordo tra un avvenimento e l'altro. A differenza degli altri telefilm di “Turno di notte”, gli “Incubi” erano realizzati con una certa cura formale, soprattutto per quanto riguarda la fotografia, oltre che a prendere e riutilizzare la musica da vari film argentiani (“Phenomena” in primis), soprattutto il bel brano di Simon Boswell “The Maggots” che venne utilizzato in quasi tutti gli episodi, poi il bellissimo “Piume di cristallo” di Ennio Morricone (si sente ne “La Strega”), “Opera” di Simonetti, “Jennifer” (sempre da “Phenomena” di Simonetti, e la solita compilation alla “Dèmoni” di canzoni pop-rock in voga in quel periodo.
“Il Verme” fu di tutti l'episodio certamente e di gran lunga migliore, e visivamente più argentiano, realizzato e compiuto in maniera affilata e tesa; racconta di una bella sedicenne di nome Bettina che una sera sola in casa sente dal telegiornale di una nuova atroce malattia che colpisce i gatti, animali che tanto ama, e che si rivela contagiosa anche per le persone: pustole purulente che dagli occhi dei felini esplodono vermi contagiosi. Il suo gatto ne è affetto e allora la ragazza va a vedersi in uno specchio per controllare di non avere anche lei le pustole. Quando l'orrore sembra scongiurato si accorge di averne una dentro l''occhio: orrore... Il verme come i baccelloni alieni di “Contamination” ('80) del buon Luigi Cozzi esplode e la ragazza allora si infila un coltello dentro l'occhio per ucciderlo. Episodio splatter sull'inquietudine nascosta nel quotidiano, accompagnato dalla musica metal degli Accept con “Fast As A Shark”, e un finale sanguinoso splatter veramente inconsulto per la tv italiana di quel periodo, crudo e duro che cita apertamente Luis Bunuel e “Un Chien Andalou”, da sempre un corto che ad Argento piaceva molto. Oltre che ad essere connotato da una buona dose di ansiogena suspence. Qualcuno addirittura scomodò un qualcosa dall'impatto visivo “cronenberghiano”, soprattutto per ciò che l'episodio riesce a “suggerire”, effetti “disturbanti” a parte, che comunque utilizzati con maestria, raggiungono un sicuro effetto, di onirismo da incubo (la larva di mosca che sbuca dall'occhio della ragazza) e di orrore puro. L'episodio attirò per il suo erotismo cultuale di belle ragazze tipico del cinema di genere italiano anni '80 e del gusto voyeuristico di Argento, quando la ragazza scruta e controlla il suo bel corpo nudo allo specchio, e la disturbante violenza del finale intessuto di ribrezzo e autenticamente terrificante, provocò le solite numerose proteste dei soliti telespettatori- genitori di associazioni famigerate tipo il Moige, tutte indirizzate al solito al povero Enzo Tortora.
Certo le storielle sono minime ma curiose, realizzate forzatamente in una forma di videoclip anche perché in tre minuti il tempo per dire qualcosa di veramente inquietante il tempo è veramente poco, comunque qualche episodio è ben riuscito -a differenza che nel successivo “Turno di notte”. Certo non è niente di significativo nella carriera di Argento, anche se grazie al commento della sua voce soprattutto, e agli effetti speciali dal gusto disgustoso e non sempre disprezzabili alla “Dèmoni”, in qualche episodio si riesce a riecheggiare efficacemente l'atmosfera di alcuni dei suoi film. Concretamente, si realizzò in un esperimento televisivo riuscito e di buon successo di pubblico (anche se in misura minore che con “La Porta sul buio” [73]), quando i palinsesti televisivi nazionali erano solo due e non eravamo certo nel pieno della selvaggia epoca delle televisioni private commerciali degli anni '80, ma poi purtroppo Enzo Tortora si ammalò di cancro (morì appena tre mesi dopo) e la trasmissione dalla buona resa di ascolti durò solamente una stagione.
“Gli incubi di Dario Argento”
Prima messa in onda dall'ottobre 1987 al gennaio 1988, su Raidue
“Gli incubi di Dario Argento” è una serie tv horror-poliziesca di nove episodi dalla durata di ca. 3 min. ciascuno ideata e creata da Dario Argento per il programma del palinsesto della Rai, “Giallo”, a cura di Enzo Tortora. Fra i vari episodi Nostalgia punk si è distinto per la polemica nata dopo la sua messa in onda, diversi telespettatori hanno reclamato per le scene violente, finendo con un richiamo ad Argento; mentre Turno di notte per l’elevato audience.
Episodi
- La finestra sul cortile
- Riti notturni
- Il Verme
- Amare e morire
- Nostalgia punk
- La Strega
- Addormentarsi
- Sammy
- L'incubo di chi voleva interpretare “l'incubo” di Dario Argento
Turno di notte (1987)
E' una serie thriller-polizieca di una stagione di 15 minitelefilm, lunghi in media dai 12 ai 19 minuti l'uno, ideata e supervisionata personalmente da Dario Argento sempre per il programma televisivo “Giallo” di Enzo Tortora.
Personaggi principali
- Matteo Gazzolo (ovviamente il figlio di Nando) è "Rosso 27"
- Antonella Vitale è "Calypso 9"
- Franco Cerri è "Tango 28"
- Jasmine SuperTOPA Maimone da Playmen
(fra parentesi eventuali nomi degli interpreti dell'episodio)
- È di moda la morte (con Licinia Lentini)
- Heavy Metal
- Buona fine e miglior principio
- Giubbetto rosso
- Il bambino rapito
- Babbo Natale
- L'impronta dell'assassino
- Ciak si muore (con Corinne Clèry)
- Sposarsi è un po' morire
- Delitto in rock
- L'evasa
- La casa dello Stradivari
- Giallo Natale (con Asia Argento e Daria Nicolodi)
- Via delle Streghe
- Il taxi fantasma (con Licinia Lentini e Sonia Viviani)
Note
I primi 6 episodi sono diretti da Lamberto Bava mentre i restanti sono diretti da Luigi Cozzi.
Napoleone Wilson
Me li ricordo quei corti, anzi cortissimi, e mi piacquero subito, molto.
RispondiEliminaio invece di quel periodo ricordo solo la puntata di Portobello che segnò il ritorno di Enzo Tortora alla tele. La foto mi pare essere proprio di quell'evento.
RispondiEliminaqueste serie me le sono perse...
Le miniserie Horror devo proprio guardarmele. Ho visto qualche episodio delle serie "Fear Itself" e "Masters of Horror", che promettono bene!
RispondiEliminaPS: manca il Tag a Napoleone
grazie Gus! ho corretto i tag :P
RispondiEliminaci sono su youtube, qui!http://www.youtube.com/watch?v=tuQgtYsgvh0
RispondiEliminaAnche se vorrei precisare che li considero delle trashate assurde, oltre gli attori presi per la strada incapaci di recitare e le idee improbabili...ad esempio in "la strega" la risata che si sente alla fine è presa da "Thriller" di Michael Jackson!!! la fotografia però in due episodi mi è piaciuta perchè con quelle luci blu riesce a creare una bella atmosfera.
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