Dan O'Bannon è uno di quei nomi a cui si dovrebbe rendere grazie ogni mattina appena svegli. Sebbene abbia due soli titoli all'attivo come regista, il suo ruolo all'interno del cinema di genere è di importanza fondamentale. Scrittore, produttore, tecnico degli effetti speciali e anche attore, in qualche occasione, è l'inventore di Alien e lo sceneggiatore di film del calibro di Atto di Forza e Screamers. Insieme a un certo John Carpenter ha scritto, prodotto e interpretato un corto studentesco che poi sarebbe diventato Dark Star, l'esordio del Maestro.
Avvertenza: la recensione contiene spoiler
Nel 1985, scrive e dirige un piccolo film di zombi a basso budget, in cui si immagina che la storia narrata ne La Notte dei Morti Viventi sia ispirata a fatti realmente accaduti, e poi insabbiati dall'esercito. I morti sono risorti sul serio, grazie alla fuga di un gas tossico in un ospedale militare. L'ospedale è stato distrutto, gli zombi ibernati e spediti per errore in un negozio di forniture mediche. Ed è lì che comincia l'opera prima di O'Bannon, in un piccolo paesino del Kentucky, dove un impiegato anziano cerca di fare colpo sul nuovo assunto mostrandogli i cadaveri rinchiusi nei sotterranei del magazzino.
"Sono ermetici, vero?" chiede il giovanotto all'anziano collega. "Certo", risponde quello, "sono stati fatti per l'esercito americano" e colpisce uno dei contenitori stagni che, ovviamente si rompe, lasciando uscire il gas che scatena un'apocalisse su piccola scala, risolta poi in maniera brutale da quegli stessi militari che ne erano all'origine responsabili.
Il tono de Il Ritorno dei Morti Viventi è quello scanzonato e irriverente della commedia nera. O'Bannon ribalta i cliché del sottogenere dedicato agli zombi e prende le distanze in maniera del tutto personale e autonoma dalla lezione romeriana, creando una nuova tipologia di morto vivente, destinata a fare proseliti negli anni a venire. Gli zombi di O'Bannon corrono, parlano, sono dotati di intelligenza e hanno una profonda coscienza della loro condizione. Sono creature che soffrono il dolore fisico della decomposizione e che trovano nel cervello dei vivi l'unico elemento in grado di lenire questo dolore. Esseri ancora più tragici dei loro colleghi muti e lenti, perché raziocinanti. Se l'atmosfera generale del film è infatti poco seria, leggera, sempre in bilico tra l'horror e la commedia, lo sguardo di O'Bannon si fa spesso cupo e pessimista. Non è sua intenzione ammorbarci con metafore non richieste o con sottotesti di cui non si sente il bisogno. Non vuole rubare a Romero lo scettro della satira sociale e dell'analisi politica mascherata da film dell'orrore. L'obiettivo, dichiarato, de Il Ritorno dei Morti Viventi è divertire. Il che però non esclude che l'intrattenimento sia gestito con gusto, intelligenza, grande professionalità in tutti i reparti e che riesca a fornire anche qualche spunto di riflessione, per quanto nascosto e sublimane esso sia.
Non è solo il modello romeriano a essere scardinato dal film di O'Bannon. Il regista utilizza anche elementi tipici di un altro sottogenere che negli anni '80 viveva il suo periodo di maggior splendore, lo slasher adolescenziale, inserendo tra i personaggi principali un gruppo di ragazzi che assiste allo scoppio dell'apocalisse da una posizione privilegiata, il cimitero della piccola città. La differenza macroscopica tra i giovani protagonisti de Il Ritorno dei Morti Viventi e quelli che affollavano gli schermi cinematografici dell'epoca (e continuano ancora oggi) è la natura di outsider dei primi: disoccupati, nullafacenti, con un look che li identifica sin dall'inizio come elementi estranei al sonnacchioso paesuncolo in cui vivono e guidati da Trash (una giovanissima, divina Linnea Quigley), soave fanciulla che coltiva un rapporto di fascinazione morbosa con la morte e che si eccita (tanto da improvvisare uno spogliarello in mezzo alle tombe) all'idea di essere divorata viva da uno zombi. Con l'ingresso in campo di Trash e dei suoi compari O'Bannon opera una netta cesura con la rappresentazione tipica della gioventù americana che il cinema dell'orrore dava in quegli anni e fa di questo improbabile gruppo di disadattati gli eroi del film. Parziale eccezione è rappresentata da Tina, con il suo aspetto da brava ragazza e le stimmate da final girl che gridano sopravvissuta fin dalla prima inquadratura che la vede coinvolta. Tina è la fidanzata del primo ragazzo contagiato dal gas tossico.
La trasformazione in zombi non è repentina. Quelli che vengono esposti al gas sono già morti, ma non lo sanno. Lentamente, tra spasmi e sofferenze atroci, diventano zombi, mantenendo però intatte le loro caratteristiche umane. Fino a quando la fame non prende il sopravvento. Ci sarà allora chi cederà all'istinto e chi preferirà autodistruggersi. Già, perché non è sufficiente il classico colpo in testa per liberarsi degli zombi di O'Bannon. Vanno disintegrati, bruciati, fatti a pezzi. Di fronte a questi morti viventi non resta che barricarsi da qualche parte in attesa della fine.
Non è da tutti ridefinire un genere consolidato, soprattutto se il padre indiscusso di questo genere si chiama George Romero. O'Bannon cambia del tutto le regole del gioco stabilite nel 1968, stravolge il mito e lo rifonda da capo, realizzando non solo una delle prime e più divertenti commedie horror moderne della storia del cinema, ma ponendosi, per la prima volta dal punto di vista dello zombi e costringendo lo spettatore a guardare le cose dalla sua prospettiva. Bub e i morti autocoscienti di O'Bannon nascono quasi contemporaneamente. Entrambe le interpretazioni lasceranno un segno indelebile sulle produzioni future dedicate agli zombi, anche se nessuno sarà in grado di restituire quell'ironia così lucida, nerissima e beffarda presente ne Il Ritorno dei Morti Viventi. Un umorismo che nel finale riserva allo spettatore l'estremo sberleffo: la distruzione totale di vivi e morti non è sufficiente a eliminare la minaccia.
Nell'attesa che la bomba cada sulla piccola città, il mezzo sorriso che ha accompagnato la visione nei minuti precedenti si spegne e all'improvviso, la messa in scena farsesca a cui abbiamo assistito si fa triste e dolente, mentre zombi ed esseri umani (che sono la stessa cosa, ci ha sempre detto Romero e ci ribadisce O'Bannon) guardano impotenti il proprio annientamento.
Lucia
Bella recensione Lucia, e non dimentichiamo un altro grande e misconosciuto film di "morti ritornanti" praticamente piu' di O' Bannon che lo scrisse che del pur dotato regista Gary Sherman: lo splendido "Morti e sepolti"(Dead and buried)('80)con James Farentino. E non era brutto neppure il sequel maggiormente improntato al comico demenziale ma molto ben realizzato per atmosfera ed effetti speciali? "Il Ritorno dei morti viventi II"('88)di Ken Wiederhorn dello splendido "L'Occhio nel triangolo"('77). A proposito di zombi soldati nazisti in fondo al mare.
RispondiEliminaCredo di non averlo mai visto questo, e un po' mi vergogno, da brava horroromane. Però penso di avere visto il seguito, dove c'era una specie di morta punkabbestia/rocchettara di cui il protagonista era innamorato, possibile? Mah.
RispondiEliminaLo recupererò, comunque!!
@Napoleone
RispondiEliminaGrazie! Ed è vero, Morti e Sepolti è un gioiellino dimenticato, che andrebbe riscoperto al più presto.
@Bollalmanacco
Sì, c'era la zombetta sexy punkabbestia nel secondo. Però nel primo c'è Linnea che davvero è da mettersi a piangere per quanto è bella :D recuperalo perché è uno zombi must!
Lucia, ti ringrazio anche qua e grazie mille!
RispondiEliminail film m'è proprio piaciuto. vero, in bilico tra la commedia nera e l'horror serio è una visione strana, non sai mai bene cosa aspettarti di scena in scena
Bella recensione, complimenti a Lucia.
RispondiEliminaEh si Linnea è fantastica in questo film.
Fantastica rece! Brava Lucia e bravi tutti!
RispondiEliminaPerò questo film dezzombi me lo ricordo come se lo avessi visto ieri... la recensione me lo ha rivangato alla grande, con annessa lacrimuccia! Devo rivederlo... ma chissà dove ho cazzato la vhs... sob!
Bella recensione Lucia,questo film (ed il suo terzo capitolo) è uno dei miei cult zombeschi insieme a Morti e Sepolti,Zeder e Non si deve profanare il sonno dei morti.
RispondiEliminaBeh, che dire, aspettavo una tua recensione di questo film da quando lo hai adottato per la mia iniziativa. Bellissimo articolo, brava come sempre. :)
RispondiEliminaCiao,
Gianluca
@Roby: grazie a te dell' ospitalità e della visibilità che mi offri sul tuo sito, è sempre un piacere, lo sai ;)
RispondiElimina@Nick: eh sì, Linnea è sempre Linnea. Non si batte e non si discute
@Eddy Nulla da dire. Un monumento dell' horror anni '80. Per forza scatta la lacrimuccia
@Fra: pensa che invece a me il terzo capitolo convince un po' meno. Sempre divertentissimo, per carità, ma un po' troppo buttato sul demenziale. Morti e sepolti invece, a me spaventa ancora oggi.
@Gianluca L' adozione me lo ha riportato alla mente e quindi devo ringraziare te :D
questo me lo ricordo!
RispondiEliminaGrande Lucia, come sempre:D.
RispondiEliminaQuesto film ancora mi manca, però c'è Linnea. Quindi sarà un must see da desso in poi. Appena ho finito di vedere qualche pellicola a cui ho dato la precedenza, sicuramente vedrò questa:D
Morti e sepolti l'ho visto anch'io. Uscì il DVD con la buonanima della rivista "Horror magazine". E sono d'accordo con tutti. Mi inquietò ben bene e ne rimasi contentissimo:D
A chi può interessare, è a disposizione un recente documentario "More Brains: A Return to the Living Dead" , se no fa niente ah ah ah... Lucia, a bella, se vuoi ho anche la workprint del film di O'Bannon che è più lunga e leggermente diversa, ahò ma ce l'hai de ggià probabilmente, ah ah ah ciaooo
RispondiEliminaBelushi, la workprint a me, io ero rimasto soltanto al bel dvd S.E. mi pare a doppio disco sovracartonato e bianco, della MgM R1 Usa...Al massimo, ci sono delle alternate/deleted scenes, ma workprint più lunga e dal montaggio unitario, proprio no...Qualità solitamente infame da rip di vhs di infinitesima generazione da tipica workprint...?
RispondiEliminaDurata della workprint 01:47:46. Confermo qualità da VHSrip, anche se ho visto di peggio, quella di "Dark Crystal" è tremenda. Napoleone te la mando a breve. Ciaooo
RispondiElimina