venerdì 23 giugno 2023

I magliari

0


Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

Quello del magliaro, tra gli emigranti italiani in Germania Ovest, era un mestiere che in qualche modo affrancava dai mestieri "classici" quali quelli dell'operaio, del minatore, del cuoco o cameriere in un ristorante, ecc... Sempre ai bordi del legalmente consentito, potevi trovarci Totonno (Alberto Sordi) istrionico ed estroverso quanto cinico e senza scrupoli, o l'operaio rimasto disoccupato e alla fame come Mario (Renato Salvatori).


I guadagni, più o meno leciti perché non di rado ottenuti gabbando ignari clienti, erano bastanti a permettersi cene al ristorante e serate al tabarin. Chiaro che, in simili situazioni, è bene far parte di una qualche organizzazione, ufficiale o meno che sia. Fornisce supporto, protezione e pure qualche soluzione sottobanco quando la polizia si palesa. Tanto servigio richiede un minimo di contributo e tutto funziona. Poi capita che qualcuno più intraprendente, come Totonno, pensa che Hannover sia troppo stretta, tutta in mano a "don Raffaele".



Ah le donne, le donne! Qualcuno tra loro ce l'ha al paese e aspetta di poterla portare in Germania. Molti altri no e il tempo trascorre nel fiore dei loro anni. I soldi come detto girano, molti di più che non se fossero camerieri od operai, come puoi resistere a tanto ben di dio? Questi sono italiani che godono del benessere, si vestono anche bene, riescono persino a conquistare (Mario) la moglie dell'imprenditore di Amburgo (Paula) che ha permesso a Totonno di costruirsi un'alternativa e diventare in tutto padrone del suo lavoro. Persino le ragazze in vetrina ci sono ad Amburgo, che paese dei balocchi.




Facile dare addosso a Totonno. Ma quanto era cinico il mondo, tutto? Quelle tra gang che devono spartirsi il territorio, poi, in fondo non sono altro che battaglie tra poveri o, meglio, tra reietti. Se l'alternativa è una vita miserrima, dormendo nelle foresterie dei cantieri tutti insieme, perché non provarci? C'è tanta ricchezza in giro, se ne vuole una parte, la propria fetta di felicità.



Come dirà lo stesso "don Rafé", un uomo se vuol essere tale deve poter essere una banca per i suoi collaboratori e, quando necessario, anche saper sparare. Totonno non può arrivare a tanto.

In un momento che rende il finale magico e severo, capiremo cosa muove questi uomini fino a un punto di non ritorno, proprio perché nessuno vuole Ritornare al punto di partenza. Vale anche per le donne. Amore quando si può, amicizia pure, ma senza ritegno nel rinnegare, tradire, mentire se serve, tutto ma non si torna a fare la fame, mai più.

E' un film molto jazz, coi suoi personaggi scaraventati dalla vita in situazioni travolgenti. Quasi tutti pensano di avere il loro destino in mano, ma non è vero. 

Brava e bellissima Belinda Lee, attrice inglese apprezzata da molti registi italiani, morta molto precocemente a 25 anni in un incidente stradale.

Robydick



0 comments:

Posta un commento