martedì 13 giugno 2023

Il cammino della speranza

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Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

Raf Vallone (Saro) ed Elena Varzi (Barbara) saranno mai così felici e sorridenti come in locandina?
Dalla Sicilia sino in Francia come immigrati illegali, un viaggio interminabile e avventuroso al termine del quale non tutti arriveranno.



"Cane affamato non teme bastone", questo dice uno dei minatori della solfara (siamo a Favara in provincia di Agrigento. Devono decidere se partire o meno per la Francia in mano a un tale Ciccio (Saro Urzì) che è in tutta evidenza losco e privo di scrupoli. L'alternativa sarebbe restare al loro paese ma la solfara è stata chiusa. 20000 lire/persona per il viaggio, dovettero vendere tutto. Una volta partiti non si poteva più tornare indietro.
Guardi i luoghi che stai lasciando e probabilmente non rivedrai più. Sono momenti strazianti che accomunano tutti gli emigranti, di ogni epoca e origini. Toccante per me, perché sottolinea un aspetto che non avevo mai considerato, l'inquadratura del cimitero appena partiti dal paese. I morti non li puoi portare con te e non li potrai più onorare. 
"Vitti 'na crozza", famosissimo brano in dialetto siciliano ora popolare, fu composto per questo film su richiesta dello stesso Germi e accompagnerà i momenti di temporanea serenità o malinconici.



Non erano tempi in cui c'era la CEE. Quando ti muovevi dovevi sempre giustificare all'autorità giudiziaria se venivi fermato. L'emigrazione clandestina era un reato. Ciccio li abbandonerà a Roma. Soli senza riferimenti, alcuni fermati in questura, in una metropoli infinita da percorrere a piedi. Una ragazza sola diventa facile preda ma fortunatamente ha una tempra solida. Sente che ritroverà il suo amato e la sua gente. Senza telefoni comunichi solo col cuore e la speranza.
Il "foglio di via" (dato a connazionali per tornare in Sicilia!) non sortirà l'effetto voluto. Quasi tutti partiranno, sempre più clandestini e senza l'assistenza (si fa per dire) di Ciccio. Ora è Saro il riferimento per tutti, proprio lui, che è partito vedovo e con 3 bambini al seguito. Ha determinazione, compassione e fiducia, le qualità che dovrebbe avere sempre un leader. Troveranno un camion, pagato con quanto rimane nel portamonete, per raggiungere almeno il nord Italia.



In Emilia, "Terroni" (pare dovesse essere il titolo del film, poi cambiato) o meno, troveranno lavoro, un alloggio con vitto e soldi da mettere da parte per il proseguimento. I poveri fra loro solidarizzano ma possono anche essere terribili. Dalla festa condivisa tra raccoglitori di tutte le origini si passa alla lotta per il lavoro, perché ci sono degli scioperi in arrivo e loro passeranno per crumiri. Una situazione difficilissima. Qua Pietro Germi anticipa il grande tema dei lavoratori che si dividono tra sciopero e necessità familiari, molto ben affrontato in un altro suo capolavoro: "Il Ferroviere".
Altro momento meraviglioso il regista ce lo regala quando la coppia giovanissima, sposatasi la mattina stessa al paese prima della partenza, riesce per la prima volta ad appartarsi e a coronare un desiderio da troppo tempo represso. Sarà il coronamento di una parentesi di pace in questo viaggio. Germi li accompagnerà musicalmente con la "Casta Diva", una delle più belle arie della lirica, un dono a un idillio popolare e vero.



Tra innumerevoli eventi, abbandoni, qualche vittima, un ridotto numero arriverà al confine montano dopo un'ultima fatica immane tra neve e tormente, un freddo affrontato senza abbigliamento adeguato, valigie al seguito, bambini spesso in braccio o in spalla. Li attende il lavoro in miniere francesi che, hanno scoperto, è molto ben pagato. 
Ultimo ostacolo la polizia frontaliera, di ambo le parti e li incontreranno, tutti insieme, doganieri italiani e francesi, coi loro sci ai piedi e i pastrani ben abbottonati. Sono inermi, affamati e...

Sceneggiato da Federico Fellini e Tullio Pinelli. Diretto da Pietro Germi. Sottolineo la fotografia di Leonida Barboni perché il film è una sequenza di quadri artistici. Musiche di Carlo Rustichelli e Franco Li Causi, quest'ultimo accreditato solo nel 1979 come autore di "Vitti 'na crozza".

Capolavoro immortale.

Robydick

Fonti: Vitti 'na crozza: Storia di una canzone.

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