martedì 20 giugno 2023

Beautiful Boy

5

 

Tante nomination e qualche premio (Hollywood Film Awards 2018: Miglior attore non protagonista a Timothée Chalamet; Regista rivelazione a Felix van Groeningen), insieme a scarsi risultati di pubblico (ha incassato 16 milioni di dollari a fronte di 25 di budget), potrebbero farlo passare come il classico film-da-festival, ma non è così. Certamente è un film difficile e duro da sopportare. D'altronde, se la storia vera che racconta è quella, non c'è soluzione.


David Sheff è il padre e Nic Sheff il figlio. Rispettivamente hanno scritto 2 romanzi sulla loro vicenda, che poi è "semplicemente" la storia della tossicodipendenza di Nic e dell'estenuante lotta condotta dallo stesso Nic, e da David costantemente al suo fianco, per uscirne. Star dietro a un ragazzo che (senza una particolare ragione) s'è causato danni fisici e cerebrali a causa delle droghe, soprattutto di quelle sintetiche, è una lotta impari. Non per i sensi di colpa, che non mancano, ma per l'inevitabile destino di padre continuerai a picchiare la testa contro quel muro, fintanto che resterà un po' di massa ossea nella scatola cranica.

Ne ho visto diversi di film sul tema. Quello a cui più rimango legato è "Cristiana F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino", romanzo letto e film visto che ero adolescente. Vicenda e soprattutto finale di "Beautiful Boy" sono molto diversi, uguale resta la devastazione del tossico e della famiglia.

Dal film, pur nel dramma che racconta, emergono speranze e un messaggio costruttivo e incoraggiante. Senza spoilerare, mi sento in dovere di dire almeno questo.
Mi ha colpito un motto, che diventa una regola d'oro, sentito nel film mentre si racconta di uno di quegli incontri di gruppo dove genitori di tossici si incontrano per sostenersi vicendevolmente. La cito più o meno letteralmente: "Regola delle 3 C: non sono la Causa, non lo posso Controllare, non lo posso Curare". Il senso è semplice: io (genitore) non ho causato la situazione, inutile pensare ad eventuali proprie colpe; non posso esercitare sul tossico un controllo assoluto, dev'essere lui anzitutto a volerne uscire; non sono io (genitore) che lo posso curare, devo rivolgermi a persone terze anche per una semplicissima ragione, che l'amore di padre/madre/fratello è un ostacolo al ragionamento lucido e razionale.

Ottime a dir poco le interpretazioni di Steve Carell (David) e Timothée Chalamet (Nic).
Riguardo al regista, Felix Van Groeningen l'ho conosciuto come co-regista per opera più recente veramente ottima, "Le otto montagne", e con questo film mi conferma grandi doti. In particolare m'è piaciuta l'atmosfera cupa e pesante, senza essere funerea, che ha costantemente mantenuto lungo tutto il film; non so dire come ha fatto, ma l'ha fatto. Mi sono piaciute anche le scelte musicali, tra i quali appunto la dolcissima "Beautiful Boy" di John Lennon



Probabile, ma non ne ho certezza, abbia ispirato il titolo al romanzo di David e al film.

Robydick



5 commenti:

  1. Interpretazioni ottime ma mi aveva convinta molto poco. L'ho trovato un po' ipocrita, visto che alla fine tutto si riduce all'aver soldi e fama e potersi permettere così di seguire un figlio perduto.

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  2. non ho percepito questa ipocrisia, ma non posso escluderla. la vera verità alla fine la sanno solo loro.

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  3. Felix van Groeningen prima di essere un (bravo) regista internazionale è stato un regista (solo) belga, con film davvero speciali, come questo:
    https://markx7.blogspot.com/2012/11/de-helaasheid-der-dingen-la-merditude.html

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  4. grazie Ismaele, segnalazione molto interessante. lo guarderei volentieri potendo...
    titolo francese "La merditude des choses", la parola "merditude" è quello che sembra? :D

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