di assoluto valore, praticamente sconosciuto in Italia che si inventa letteralmente sul campo il ritratto di un imprenditore edile arricchitosi con le speculazioni e pronto a fare il suo trionfale ingresso nella società che conta.
non ha una sola battuta scritta nel copione, anzi, nei sei giorni in cui è richiesto sul set improvvisa il 90% del materiale su cui costruirà la figura cultuale d
.
Dopo il successo di
"Animal House" (1978) di
John Landis, secondo le parole di
Harold Ramis, sceneggiatore del film insieme a
Brian Doyle-Murray e
Douglas "Doug" Kenney, i produttori
"ci stavano letteralmente aspettando fuori dalla porta", pronti ad investire dollari e risorse su questi anarchici umoristi rivelatisi pure una fonte di sicuro successo al botteghino. Il primo a proporre un'offerta seria a
Ramis e
Kenney è
Jon Peters, forte di un contatto con
Mike Medavoy dell'
Orion Pictures. Naturalmente, ad una prima riunione di sceneggiatura per il nuovo progetto,
Kenney se ne esce con una cosa su una
"fantasia acida Buddhista da intendersi come parodia della spiritualità New Age", mentre
Ramis si controlla proponendo una satira sociale sul
Partito Nazista Americano in marcia su Skokie, Illinois. I due produttori rimangono basiti. Fortunatamente a
Kenney vengono in mente gli aneddoti dell'amico
Brian Doyle Murray (fratello di
Bill) sulle sue esperienze come
caddie presso
l'Indian Hill Club a Winnekta in Illinois, in cui cominciò a prestare servizio dall'età di 11 anni (
il "caddieng", cioè l'accompagnare il giocatore di golf lungo tutto il tragitto del campo, trasportando le mazze e fornendo assistenza tecnica, è una pratica piuttosto diffusa tra i giovani americani).
Medavoy accetta e il contratto è pronto (una cosa ora impensabile nell'industria cinematografica statunitense);
Ramis dirige,
Kenney produce e
Doyle-Murray viene accreditato in sceneggiatura e partecipa nel ruolo del
Caddie Master.
Tutto bene. Ci vuole comunque una star che richiami il pubblico, ma è cosa che si risolve in un batter d'occhio.
Chavy Chase, amico di
Kenney, accetta con grande piacere il ruolo del playboy-campione-filosofo
Ty Webb, che gli permette di portare sullo schermo quello che sa fare meglio, cioè
Chavy Chase. Ma il botto
Kenney e compagnia lo fanno quando si assicurano la presenza di
Rodney Dangerfield (
Jacob Cohen,
22 novembre 1921 - 5 ottobre 2004), grande comico di origine ebrea, che cominciò la carriera sostituendo all'ultimo minuto un numero all
' Ed Sullivan Show, diventando poi presenza fissa ne
"The Dean Martin Show" e nel
"Tonight Show".
Ecco, Dangerfield è uno di quei comici la cui sola presenza fisica basterebbe a riempire lo schermo, poi comincia a parlare e diventa un fiume in piena di cazzate, insulti, parolacce sciorinate con una naturalezza ed una velocità che si rimane incollati allo schermo a fissarlo nonostante indossi degli abiti che fanno sanguinare gli occhi. Al Czervic è tutto questo e forse anche di più, non a caso
Oliver Stone ingaggiò il buon
Dangerfield per il ruolo del padre di
Juliette Lewis in
"Natural Born Killers" in quel magnifico segmento in cui il film si trasforma in una sit-com debosciata. Originariamente previsto come ruolo secondario,
Dangerfield davanti alla cinepresa è inarrestabile e
Ramis si rende conto che è bene continuare a girare quando
Rodney è in palla, specialmente durante la sequenza della cena presso il country club.
Stesso discorso, per il prode
Bill Murray, in preda ad una febbre recitativa che gli permette di trasformare il giardiniere Carl Spackler
nel suo giardiniere, il giardiniere dei giardinieri, un pazzo drogato, ubriaco, forse pericoloso, con sogni di gloria su un'improbabilissima carriera da campione di golf, una sorta di reduce di guerra ammazzatalpe che brucerebbe volentieri tutto il campo da golf e i suoi soci, donne escluse. Che dire poi della sequenza spettacolare in piscina, zenith della comicità dissacrante del gruppo di
Kenney, con l'arrivo dei
caddeis che si buttano in acqua come se non l'avessero mai vista prima. Cazzari, sguaiati, irrispettosi. Ad un certo punto salta fuori un
Baby Ruth, dolce al cioccolato dall'aspetto inequivocabile; per scherzo un giovane lo butta nella piscina gremita. Colonna sonora tratta da
"Lo Squalo" e soggettiva del
"corpo estraneo" che si fa strada tra i natanti. Chi lo nota per primo, naturalmente lo scambia per l'unica cosa per la quale potrebbe scambiarlo, un gran bel pezzo di
"crap" galleggiante depositato da qualche simpaticone. Segue diaspora con urla di panico e di terrore. Chi se non il prode giardiniere
Carl Spackler viene incaricato di ripulire la vasca? E così sia, ma quando il nostro raccatta il corpo del reato non può esimersi dall'annusarlo prima per poi addentarlo con grande soddisfazione. Il tutto davanti agli occhi orripilati del
Giudice Elihu Smails (il vecchio
Ted Knight di
"Mary Tayler Moore").
Non proprio materiale per gli amanti della comicità sofisticata, ma è proprio questo il tratto distintivo di un film come
"Caddyshack", andare controcorrente e rivelare i vizi e le ipocrisie dell'
American Way of Life, dipingendo un micro-cosmo come quello del Country Club, in cui quotidianamente convivono meschinità, antipatie, invidie e rivalità, in particolar modo tra i ricchi tromboni capitanati dal giudice Smails e il gruppo di perdigiorno
"con classe" rappresentati dal playboy
Ty Webb. In mezzo il gruppo dei
caddeis, vera e propria categoria a parte, che vivono ai margini pur essendo parte integrante e fondamentale della vita del country club. C'è chi è più ambizioso di altri, il
Danny Noonan portato sullo schermo dal bravo
Michael O'Keefe, chi pensa solo al pelo (
Scott Colomby as Tony D'Annunzio), chi solo alle scommesse (
Brian Doyle-Murray, tra l'altro nel film partecipano altri due fratelli del clan
Murray,
John e
Ed) e chi se ne frega allegramente di tutto, grazie generosamente esposte dalla nipote del giudice
Lacey Underall a parte (una notevole e biondocrinita
Cindy Morgan, discretamente mignotteggiante con il parterre maschile).
La sceneggiatura di
Kenney,
Ramis e
Doyle-Murray prevedeva una maggiore esposizione di
O'Keefe,
Knight e
Colomby, letteralmente oscurati sul set dalle improvvisazioni di
Chase,
Dangerfield e
Murray (i produttori chiesero espressamente di dare più spazio alla lotta tra l'uomo e la talpa), creando non pochi dissapori tra gli attori citati.
Ramis (che poi girerà il capolavoro "Groundhog Day" sempre con Murray) non è mai rimasto soddisfatto del risultato finale, nonostante lo statuto cultuale acquistato nel corso dei decenni. Probabilmente alcune scene avrebbero potuto essere meglio concepite, secondo il regista che, ricordiamolo, ai tempi era all'esordio su lungometraggio. Si, certo, anzi probabile, ma non ci si dimentichi del set "movimentato" in cui ci si mosse, tra fiumi di alcol e chili di cocaina, con Kenney e Chase a guidare le danze e improvvisazioni a go go, quasi come se il film si scrivesse da solo.
Girato per 11 settimane nell'autunno del 1979 presso il
Rolling Hills Golf Club a
Davie,
Florida e per le scene della cena e del ballo on location al
Boca Raton Hotel
and Club a Boca Raton, Florida, "
Caddyshack" raccoglie storie e personaggi in gran parte ispirati a persone realmente incontrate sui campi da gioco (la coppia di vecchi rincoglioniti, la camerierina interpretata dalla bella Sarah Holcombe), si, anche la scena della piscina. In una produzione talmente
"scombinata", le cose migliori saltano fuori per caso. La scena tra
Chase e
Murray viene decisa un giorno a pranzo con il regista, non essendo presente nello script originario (i due avevano duramente litigato durante una puntata del
"Saturday Night Live" in cui
Chase ritornava come ospite,
Bill Murray aveva infatti preso il suo posto nella seconda stagione dello show sostituendolo di fatto); la scena che ha per protagonisti
Cindy Morgan e
Chevy nel
priveé di quest'ultimo è quasi totalmente improvvisata, vedi la canzone alla tastiera e il momento in cui
Chase massaggia la
Morgan, visibilmente sorpresa dalla performance del collega; tutto il famoso monologo di
Bill Murray "Cinderella story..." mentre colpisce i fiori nell'aiuola è farina del sacco dell'attore. La scena dell'esplosione finale fu girata senza il permesso dei proprietari del campo, convocati dalla produzione ad una fantomatica riunione
"aziendale". Una volta partiti, la troupe fece detonare le cariche, che, guarda caso, attirarono l'attenzione di un pilota, il quale prontamente avvertì il Fort Lauderdale Airport pensando ad un incidente aereo.
Le scene con protagonista la talpa (in realtà una specie di marmotta) furono ultimate a riprese ormai finite, con la supervisione di
Rusty Lemorande e la marionetta concepita da
Jeff Burke, uno dei principali designer del
Disney Park. La talpa rimase per diverse settimane nell'ufficio di
Lemorande, con
Kenney,
Peters e
Ramis a giocarci come ragazzini. In post produzione l'equipe di
John Dykstra si occupò di tutti gli effetti speciali, comprendenti pure tutti i movimenti del pupazzo, nonchè i tunnel in cui lo stesso fugge.Gli effetti sonori utilizzati per la talpa sono gli stessi impiegati per il telefilm "Flipper". Il pezzo portante della colonna sonora, ballato con gusto dalla talpa all'inizio e alla fine è
"I'm All Right" del grande
Kenny Loggins, ex della premiata ditta
Loggins e Messina, avviato pure verso i trionfi di
"Footloose" e
"Top Gun", sempre nel reparto canzoni.
Sembra che tutto vada liscio. Ma il rovescio della medaglia è proprio dietro l'angolo.
Doug Kenney, il talentuoso umorista, il creatore del
"National Lampoon's", l'autore di
"Animal House", si lancia in una pericolosa gara di resistenza con alcol e droghe. Già durante il montaggio della pellicola, la situazione sembra degenerare. Alla conferenza stampa che segue il primo screening del film, le reazioni non sono delle migliori. In più
Kenney si presenta fatto e ubriaco, tanto da mandare tutti a fare in culo. Qualcuno suggerisce una vacanza anti-stress.
Chavy Chase porta via l'amico, prima qualche settimana al
Vic Braden's Tennis Camp e poi in direzione
Hyatt Regency a
Maui,
Hawaii.
Dopo qualche tempo anche la fidanzata di
Kenney,
Kathryn Walker (poi si vedrà ne
"I Vicini di Casa" di
John G.Avildsen con
Belushi e
Aykroyd) arriva alle Hawaii, ma le cose non sembrano andare tanto bene.
Chase deve ripartire, così come poco dopo pure la
Walker.
Kenney rimane solo. Chiama
Brian Doyle Murray, sembra deluso e, soprattutto, si sente in colpa per l'ipotetico insuccesso del film (che insuccesso non sarà alla fine). Chiama la fidanzata, le dice che sarà di ritorno entro il
Labor Day. Chiama pure l'amico
Chavy Chase, chiedendogli di ritornare qualche giorno alle Hawaii. Tutto bene. Tre giorni dopo l'attore riceve una chiamata che gli comunica che l'amico non si trova.
Non può che finire male. Il 31 agosto del 1980 il corpo senza vita di
Douglas Kenney (foto a dx) viene ritrovato in fondo all'
Hanapepe Lookout sull'isola di Kauai. Morto sul colpo. Pare che la morte risalga a tre giorni prima. Ha lasciato le scarpe sul ciglio del precipizio, il vecchio
Doug, ammiccando ad uno scherzo di
Chase che, sul balcone dell'albergo, piazzò i suoi stivali da cowboy, facendo finta di essersi buttato di sotto, lasciando come ricordo solo un paio di calzature.
"Questi giorni sono i più felici che io abbia mai ignorato", scrive Doug su un foglietto di carta ritrovato nella sua stanza di albergo.
Un mese prima il 25 luglio 1980,
"Caddyshack" era uscito sugli schermi statunitensi in 656 sale, incassando $3.100.000 durante il week-end d'apertura. Ne guadagnerà 39.846.344 complessivamente, non disdegnando di diventare pellicola di culto negli States e oltre, Italia esclusa ovviamente, (in Danimarca, l'unico altro paese in cui effettivamente il film ebbe un grande successo, fu alleggerito di ben 20 minuti per mettere in risalto il ruolo di
Bill Murray). Niente male per un filmetto di poco conto, quasi improvvisato e ideato da personaggi che festeggiavano una sera si e l'altra pure durante le riprese. Dopotutto
Doug Kenney aveva studiato ad
Harvard. Mica cazzi.
Consigliatissimo, come tutta l'opera di
Douglas Kenney, ma che ve lo dico a fare. Ah, consigliati pure i film con
Rodney Dangerfield, anzi
"A Scuola con Papà" (
"Back To School", 1986) di
Alan Metter con Keith "Christine" Gordon e un giovanissimo Robert Downey Jr., prossimamente su questi schermi. Speriamo. Buona visione.
Douglas Kenney 10 dicembre 1946 - 27 agosto 1980
Rodney Dangerfield 22 novembre 1921 - 5 ottobre 2004
Belushi