lunedì 11 giugno 2012

The Grey

6

Liam Neeson/Ottway:
“Ancora una volta nella lotta. Nella mia ultima ora saprò se sarà quella della vittoria oppure no. Vivere o morire in questo giorno. Vivere o morire in questo giorno.”
[Battute ripetute]
Anne Openshaw/Moglie di Ottway:- “Non avere paura.”

Ottway:- “Rimettilo dov'era. Riportalo indietro! Non stiamo saccheggiando dei cadaveri per la refurtiva!”
Frank Grillo/Diaz :- “Sai Ottway sei stato fortunato oggi. Dovresti essere lì con loro. Non spingermi.”
Ottway:- “Non ho intenzione di dirtelo di nuovo.”
Diaz :- “Rotto in culo fai un grosso passo indietro!”
Ottway :- “Ho intenzione di iniziare a strizzare la merda fuori di te nei prossimi cinque secondi. E stai per ingoiare ingoiare un sacco di sangue per un portafogli del cazzo.”
Ottway:- “Dai, Cazzo! Mettimi alla prova!”

Ottway:- “Troviamo dei grossi rami e affiniamoli alla fine di essi, poi gli spingiamo su per il culo a questi cosi. E ce li mangiamo.”

Ottway -: “Stai per morire.”

Ottway :- “Chi è che ami? Lascia che ti prenda.”

Ottway :- “Non ti muovere. State sulla destra rivolti verso di loro.”

Diaz :- “Al destino non gliene frega un cazzo. Un morto è un morto.”

Ottway :- [dopo che Dio non risponde alle sue richieste di un segno] “Fanculo, lo farò io.”

Ottway -: [Scrivendo la sua lettera di suicidio] “Non c'è un secondo che passi che non stia pensando a te in qualche modo. Voglio vedere il tuo volto. Sentire le tue mani nelle mie. Sentirti contro di me. Ma so che non accadrà mai più. Mi hai lasciato, e non posso tornare indietro ... Mi muovo come mi immagino facciano dannati, i maledetti. Mi sento come se fosse solo una questione di tempo ... Non so perché stia scrivendo questo, non so cosa può venire fuori da esso. So che non posso tornare indietro. Non so perché questo sia successo proprio a noi. Mi posso sentire solamente come ciò che io sento. Sfortunato. Avvelenato. Ho smesso di fare qualsiasi cosa di buono, nella realtà di questo mondo.”

Ottway :- “Fai qualcosa. Fai qualcosa. Figlio di puttana cazzo falso e fraudolento. Fai qualcosa! Andiamo! Dimostralo! Vaffanculo la fede! Guadagnatela! Fammi vedere qualcosa di reale! Ne ho bisogno adesso. Non più tardi. Ora! Fammi vedere e io crederò in te fino al giorno della mia morte. Lo giuro. Sto chiamandoti. Sto chiamandoti su di me! Fanculo. Lo farò io.”

Ottway :- [Dopo essere stato morso da un lupo] “Forse adesso mi trasformerò in un licantropo.”
Flannery :- “Aspetta! Questa merda non è vero, giusto? Voglio dire non è possibile.”
Diaz :- “Ti sei cacato addosso eh, cosa ne pensi? Davvero.”
Flannery :- Non lo so, forse aveva la rabbia o quant'altro. Non pensavo che quel figlio di puttana stava potesse avere degli artigli e dei denti così, merda.”

Diaz :- “Si cazzo, voi con le vostre regole e i vostri ordini e le stronzate. Dove siamo? Guardatevi intorno! Questa è la nostra città cazzo. Popolazione cinque abitanti e in diminuzione.”


Questa rece dato il grande valore del film davvero meriterebbe, alla pari con il coevo e per molteplici aspetti, richiamante e dal medesimo valore, “The Divide” (2011), (il primo film americano del francese Xavier Gens di “Frontière(s)” [2009]), meriterebbe dicevo di essere molto più lunga e possibilmente esaustiva, ma dato il fatto che a quasi nessuno interesserà, perchè tolti i veri appassionati informati sulle ultime uscite cinematografiche statunitensi, la "massa" composta da tutti gli altri non attrezzati con i dovuti strumenti di conoscenza, saprà quindi minimamente a cosa ci vorremmo riferire, cercherò dunque per questo di mantenermi ragionevolmente nella brevità.

Partendo dai trailer e dagli spot televisivi di questo film, i quali parevano anticipare un ben più banale action- thriller di un uomo sovrastato dagli elementi della natura- qualcosa del tipo di Liam Neeson coinvolto in "Grossi problemi con i lupi" – certo in "The Grey" si può trovare anche questo-, ma soprattutto, che i fratelli Ridley e Tony Scott, produttori con la loro società, Joe Carnahan reduce dal blockbuster dell'”A-Team” ('10), e il co- sceneggiatore Ian Mackenzie Jeffers, hanno sottolineato una caratterizzazione dettagliata dei personaggi e dello loro psicologie, quanto una splendida descrizione di una sorta di caos portato dai lupi, mentre raffigurano una lotta per la vita o la morte, da parte dei sopravvissuti ad un incidente aereo, cacciati dagli enormi lupi nelle foreste e nelle lande ghiacciate dell'Alaska. Il dialogo non è infatti mai banale come in altri film di questo tipo, risolvendosi poi in un finale ambiguo, che sorprenderà i molti spettatori che avranno comprato il biglietto del cinema, negli Stati Uniti, aspettandosi un film meno meno dialogato e filosofico. Un film veramente notevole e di grande drammaticità in molte scene (basti la bellissima, iniziale sequenza del compagno in agonia dopo lo schianto), denso di qualcosa che manca quasi sempre nel cinema americano contemporaneo, il senso dell'epica, e non ultima dell'"etica", della visione e della rappresentazione, e in definitiva tra i migliori titoli visti finora, della stagione.
Aiutato da una delle interpretazioni migliori, oltre che marchiata da una notevole allure, di Liam Neeson, dopo anni di filmetti e parti ridicole. Impossibile non notare anche la magnifica, portentosa colonna sonora, composta dal nuovo musicista di fiducia di Ridley e Tony Scott, il tedesco Marc Streitenfeld, già idolatrata su internet dai veri cultori di musica da film.

“The Grey” che da gennaio è uscito un po' ovunque, nel mondo, oltre che da quasi subito in un buon dvd screener, è adesso disponibile in una splendida edizione in Blu-ray combi dvd+copia digitale import, naturalmente non è stato ancora distribuito al cinema in Italia, né ha una data fissata di distribuzione.
Neeson trasmette con la sua interpretazione un efficace mix di autorità, di intelligenza e di paura, con una generosa dose di sconforto e afflizione, in una performance molto convincente nel ruolo di tal John Ottway, un cecchino impiegato presso una raffineria di petrolio dell'Alaska più remota, con il compito di spaventare (o, se necessario, uccidere) lupi, orsi grigi o qualsiasi altra bestie selvatica che potrebbe minacciare gli altri dipendenti.
Come "The Grey" ha in effetti inizio, Ottway sembra pericolosamente vicino a rivolgere il suo fucile contro se stesso, sprofondato com'è sempre più in profondità in una depressione suicida,evidentemente innescata da una inconciliabile separazione da sua moglie (interpretata in alcuni felici flashback da Anne Openshaw). Ma quando egli e una manciata di altri lavoratori delle raffinerie sono bloccati nel bel mezzo di una sconfinata distesa di neve che sembra non portare da nessuna parte, come gli unici sopravvissuti di un incidente aereo, Ottway stesso deve tirarsi fuori dal suo stato depressivo e prendersi in carico anche gli altri.
All'inizio, Ottway e i suoi compagni di disgrazia si sono schiantati nel territorio di caccia e dove hanno la loro tana un branco di lupi molto grandi e affamati, egli così incoraggia gli altri uomini a spostarsi dal luogo dei rottami dell'aereo, per cercare un terreno più sicuro, inseguiti e attaccati per tutto il tempo dai predatori lupini. John Diaz (Frank Grillo, bravissimo), il cazzuto ma fondamentalmente buono del gruppo, è l'unico in grado di sfidare seriamente la leadership di Ottway, il quale si trasforma anche lui in un giocatore di squadra, come i lupi e le ferite prendono il loro sopravvento sui sopravvissuti.

Joe Carnahan, per quanto si adoperò nel rinnovare il tratto grintoso dei polizieschi degli anni '70 con una sua funzione di innovazione cinematografica nel 2002, realizzando "Narc", Carnahan si propone qui per lo stesso equilibrio di azione e introspezione quale si può ritrovare nei film del filone survivalistico degli anni '70, titoli famosi come “Un Tranquillo week-end di pauyra”(Deliverance) ('72) di John Boorman e "Uomo bianco va' con il tuo dio” (Man in the Wilderness) ('72) di Richard C. Sarafian. Echi di questi ultimi sono particolarmente evidenti nei flashback che a poco a poco ci svelano in maniera mirabile perché Ottway sia così un solitario.
Carnahan ci ricorda sporadicamente anche "Lo Squalo" durante lunghi tratti in cui i lupi - ritratti in vario modo e pure con dei pupazzi animatronici, CGI (ma poca e giustificata) animali contro figurati da uomini , e reali viventi esemplari - si mostrano minacciosi soprattutto quando vengono visti fugacemente o intravisti, o non si sono proprio visti affatto. Le rappresentazioni davanti alla cinepresa sono in gran parte convincenti, e soprattutto durante una scena la quale si apre quasi al fantastico, in cui gli occhi dei lupi, ardenti nella notte, si addensano sempre più arrecando uno stranissimo, agghiacciante richiamo ad una famosa sequenza di “Suspiria”.

Impressionante il lavoro svolto con l'obiettivo da Masanobu Takayanagi, su di un terreno naturalmente accidentato in British Columbia dove il film è stato in gran parte girato; "The Grey" è del tutto convincente nella sua raffigurazione di uomini disperati che combattono contro elementi i quali non perdonano. In effetti, la stessa fotografia può involontariamente generare dei brividi involontari negli spettatori. Molto efficace nel ben assemblato cast, anche Dermot Mulroney, appena riconoscibile dietro la barba e gli occhiali, e Dallas Roberts/Hendrick come il sopravvissuto almeno apparentemente più preparato per la terribile avventura che lo attende – e i quali sembrano sopportare il peggio che la natura può lanciare contro di loro.
E alla fine, non si può non rimanere positivamente colpiti, oltre che dagli affascinanti scenari alla Jack London, dall' approfondimento psicologico dei personaggi, e dal tanto lavoro compiuto dagli sceneggiatori, per una volta interrompendo l'azione con dei lunghi e molto belli, dialoghi (dal racconto dello stesso co- sceneggiatore Ian Mackenzie Jeffers). Si può apprezzare molto l'ambizione degli autori e di Carnahan per primo, di aggiungere peso emotivo per le scene in cui i personaggi discutono dei loro legami familiari, delle paure interiori, del loro enigmatico passato, a prescindere da essi (magnifica la lunga sequenza in prefinale, con l'estensione dei documenti di tutti) . Ma a dire la verità, il film è molto più intrigante in quei momenti in cui i realizzatori hanno maliziosamente suggerito una sorta di connessione psichica tra Ottway e i lupi, e generare tensione implicando una sorta di ritorno karmico che potrebbe rimettere il tutto in ordine.
La Open Road Films farebbe bene a diffondere in qualche modo la parola che gli spettatori dovrebbero rimanere seduti nei loro posti fino allo scorrere della fine dei titoli di coda. Per una brevissima sequenza dopo di essi, la quale indica che l'ambiguo finale di cui sopra potrebbe non essere così ambiguo, dopo tutto.
Bradley Cooper venne originalmente lanciato per il ruolo da protagonista, ma fu sostituito con Liam Neeson.

Michael Biehn venne considerato per un ruolo.

Secondo un account di Liam Neeson, le temperature erano scese fino a -40 ° C, a Smithers (British Columbia) dove è stato girato il film. Le tempeste di neve durante le scene erano le effettive condizioni atmosferiche, e non una illusione cinematografica prodotta con degli effetti in CGI (cit. anche intervista con Jay Leno, al The Tonight Live Show, Ep. 20/70). Il cast indossava indumenti termici sotto i propri abiti, per una protezione supplementare.

Al fine di prepararsi per il suo ruolo, Liam Neeson ha riferito di aver mangiato alcune bracioline di lupo

L'aereo mostrato nel film è un McDonnell Douglas MD-80.

Rob Huebel ebbe un provino per un ruolo non specificato.

Spoilers
La curiosità seguente può rivelare importanti aspetti della trama.
C'è una breve scena dopo i titoli di coda, che mostra il lupo alfa sdraiato sul fianco e il suo respiro pesante, mentre la testa di Ottway è appoggiata sulla pancia del lupo. La scena rimane ambigua su chi sia il vincitore.

Academy of Science Fiction, Fantasy & horror, USA 2012 Nominato al Saturn Award come Miglior Horror / Thriller Film.
Napoleone Wilson


6 commenti:

  1. accidenti se l'ho visto! bellissimo, una vera meraviglia... non proponibili però i frame, per motivi che puoi ben immaginare.
    ma senti, una domanda, se lo sai: quei lupi grossi come orsi dove cavolo li han trovati?

    RispondiElimina
  2. Strepitoso. Da custodire e ricordare. La British Columbia si presta bene a queste vicende di "costrizione e lotta" con protagonisti un manipolo di uomini. Mi pare proprio che Carpenter ci girò gli esterni de "La Cosa".

    RispondiElimina
  3. Ciao Roby, grazie del consiglio. E' piaciuto moltissimo anche a me. La mini-sequenza post caudam mi ha lasciato un po' lì: dura veramente solo due secondi? Mi è venuta la nevrosi che fosse tagliato male (come una dose taroccata! ;-).
    L'ho reperito facilmente e visto con ottimi sottotitoli. Poco da aggiungere alla tua rece. Fantastici i paesaggi e la fotografia, oltretutto con questo caldo fanno un piacevole effetto refresh. Lo definirei un film virile. Ha un qualcosa di Moby Dick. E Ottway, comunque, ai lupi deve la vita...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No so' Robby, comunque so' Napoleò. A Lambè Boccò, la minisequenza li' dopo i titoli e' proprio così corta. L'ho cercata ovunque per vedere se era tagliata, ma e' proprio cosi, il Blu-ray ha poi fugato ogni dubbio. E' costruita appositamente per lasciare in dubbio su chi dei due abbia "vinto", e cosa sia successo. Io non sono riuscito a comprendere veramente cosa si intraveda. Qualcuno vi ha visto Neeson riverso ansimante sul corpo del lupo, forse il lupo e' morto. Forse e' vittorioso dopo uno scontro all'ultimo sangue.

      Elimina