martedì 3 luglio 2012

American Ninja 3: Blood Hunt

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Via un ninja americano ecco che ne arriva un altro, ma il livello, basso se non bassissimo, della serie non ne giova, anzi... E via anche il creatore della serie, quel Sam Firsterberg che pure in pellicole infelici a base di karate e ninjutsu riusciva a fare la differenza, ad essere il guizzo nella calma piatta, il sale in un cibo insapore.

Il nuovo regista, Cedric Sundstrom, passato e futuro poco memorabile da shooter (ma American ninja 4, sempre suo, sarà un filino migliore), non è certo un virtuoso della macchina da presa e il suo film si trascina stancamente senza quel lepre fulciano che a volte salvava negli anni 80 dalla sciagura i prodotti più miserabili.
 A favore di questo terzo capitolo di American ninja c'è un uso meno sciagurato di un umorismo di grana grossa e più attenzione a cercare di seguire un filo logico che non faccia finire le singole scene alla cazzo di cane. Poca cosa a dire il vero, ma si evita, di poco, il disastro assoluto del film precedente, quella sorta di vacanza nella Filippine di troupe e attori, spacciato per action marziale.

A ricoprire i panni dell'eroe di turno il nuovo arrivato David Bradley, fisico imponente e maggior prodezza nelle scene d'azione del precedente protagonista Michael Dudikoff. Come comprimario resta però sempre il mitico Curtis Jackson interpretato dall'ancor più mitico Steve James, attore che sarà pochi anni dopo stroncato da un cancro incurabile all'assurda età di 41 anni. David Bradley ce la mette tutta, ma la sua interpretazione risulta troppo incolore in un genere che tra l'altro non ha mai spiccato per grandi interpretazioni, ma lo spettro di Dudikoff è troppo miticizzato nella mente del fan per essere sostituto così di punto in bianco da un altro attore. Aggiungiamo che il film è noiosissimo, narrativamente delirante con cattivi che fanno cose senza una spiegazione come uscissero fuori da un romanzo d'appendice ottcentesco attento al colpo di scena più improbabile. Tra le varie scene d'azione è bene poi citare un lunghissimo inseguimento a bordo di un deltapano, qualcosa di così mal girato da generare sconforto più che adrenalina. I fan più sfegatati della serie sanno poi che i ninja rossi sono quelli più scarsi e vediamo il dottore pazzo di turno, che vuole tra l'altro creare una super razza di uomini atomici come il Bela Lugosi dell'edwoodiano Bride of the monster, mandare contro il prode Bradley solo ninja rossi! Non parliamo poi dei dialoghi, assurdi e surreali, o del finale dove il nostro eroe arrabbiandosi diventa una specie di Lou Ferrigno verde Hulk. Da segnalare poi che questi super soldati atomici sono uomini pietrificati in mutande. Brr. Alla fine, come ogni American ninja si rispetti, arriva Steve James vestito da Rambo a salvare a suon di piombo e cazzotti la situazione.

Sarà l'ultima volta, ma la saga è già morta purtroppo dopo il primo capitolo. Il prossimo dal sottotitolo di Distruzione totale sarà superfluo, ma per fortuna divertente, con Bradley e Dudikoff insieme contro i ninja. Mica male.

Keoma






















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