martedì 24 luglio 2012

Primo amore

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Ho visto poco tempo fa "Maledimiele" (2011, Marco Pozzi), guardare poi questo film di Matteo Garrone, tratto dal romanzo "Il cacciatore di anoressiche" di Marco Mariolini è stato inevitabile.

Due cuori solitari s'incontrano e nasce tra loro una storia d'amore, e di annientamento...

Sonia è una ragazza semplice e bella, lavora come commessa e fa anche da modella alla scuola d'arte. Vittorio è un artigiano orafo titolare di una piccola azienda del settore, ma ha delle "fisse" per le quali è anche in cura psichiatrica. Cerca la donna perfetta che oltre ad avere la testa deve anche avere il corpo come lui vuole. Sonia non ce l'ha, il suo è un corpo normalmente magro, che però a lui non basta, deve esserlo di più. Dopo che vanno a vivere insieme in una casa piuttosto isolata per Sonia inizia un calvario e per Vittorio una discesa nella paranoia più repressiva possibile. E' un continuo controllare cosa mangia, quanto pesa, e gode a poterne contare le vertebre quando lava la povera ragazza. Lei diventa irriconoscibile, lui getta alle ortiche anche il suo lavoro preso com'è dal Costruire la sua "creatura perfetta". La cosa non potrà durare e non finirà in modo sereno.

Una vicenda terribile che se non ha riscontri diretti nella cronaca non è poi così campata pe' l'aria. C'è un intero mondo che somiglia a Vittorio, che vuole le modelle taglia 40 sfilare. E' lo stesso che vuole le donne senza rughe, culo sodo e tette turgide anche dopo la menopausa. Vittorio condensa ed estremizza in sé un delirio che in questo momento, per buona parte del mondo, è da considerarsi collettivo. Non proseguo oltre in un discorso arcinoto.
A differenza del citato "Maledimiele" qua l'anoressia è indotta in modo diretto, però se si valuta la "simbologia" di "Primo amore" scopriamo che le storie non sono così distanti.

Film veramente cupo e durissimo, dove emergono oltre all'ottima fattura complessiva soprattutto due interpretazioni da encomio solenne. In primis quella di Michela Cescon che ha dato letteralmente anima e corpo a Sonia, dimagrendo in modo spaventoso per girare certe scene. Avrebbe meritato qualche premio. Meno sacrificante interpretare Vittorio per Vitaliano Trevisan (co-sceneggiatore insieme a Matteo Garrone e Massimo Gaudioso), in una parte da cattivo algido, psicopatico, che altrove lo vedrebbe diventare un attore seriale a tema.


Molto bella e pluri-premiata la o.s.t. composta dalla Banda Osiris: Festival internazionale del cinema di Berlino 2004: Orso d'argento per la migliore colonna sonora; David di Donatello 2004: miglior colonna sonora; Nastri d'argento 2005: migliore colonna sonora.

Gran film, il Partenone ci sta tutto.
Robydick

























3 commenti:

  1. si questo film lo vidi anni fa, intenso e drammatico, Michela Cescon merita una standing ovation :)

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  2. ne avevamo parlato proprio per Maledimiele. Questo film di Garrone è qualcosa che mette a disagio.Basta solo guardare la trasformazione fisica indotta nella Cescon.

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  3. Un saluto ragazzi.
    I film italiani li vorrei sempre così. Drammatici o commedie basta che siano sempre coraggiosi e senza compromessi.

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