venerdì 20 agosto 2010

She's Gotta Have It - Lola Darling

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Opera prima dell'ormai famoso regista, ad anni di distanza assume tutti i connotati del prequel di quanto poi fatto in tanti famosi film, diversi dei quali qui presenti.
Storia di neri, nella Brooklyn nera, di giovani.
Nola Darling (chissà poi perché nel titolo italiano è diventata Lola, mha?!?) è una bella ragazza disinibita, che si divide tra 3 amanti nessuno dei quali fidanzato "ufficiale". Non sono storie di solo sesso, lei prova sentimento per tutti e 3, ma è come se ognuno di loro a lei risultasse incompleto.

Sono giovani molto diversi tra loro, come a rappresentare l'universo degli afroamericani dell'epoca. Jamie è un bravo ragazzo, molto serio, lavoro dignitoso, quello che più di tutti desidera il rapporto esclusivo nel senso più classico del termine. Mars è piccoletto e vispo (è lo stesso Spike Lee), disoccupato e con un look da rapper, non ha aspettative particolari né verso Nola né verso la vita, ma è molto simpatico e brillante. Greer è un modello, attento al corpo e poco alla mente, abbiente e con una volontà d'emanciparsi dal quartiere-ghetto al punto di chiamare "negri" i 2 rivali e considerarsi per Nola come un pigmalione. Tra i pretendenti di Nola occorre citare anche un'amica lesbica.

Il film ha un andamento pacato per quasi tutta la sua durata grazie soprattutto a Nola, fino ad un finale molto forte. Poche le musiche ma molto belle, tra l'altro alcune suonate ed interpretate da Bill Lee, padre di Spike e ottimo jazzista (interpreta anche una piccola parte, quella del padre di Nola; partecipa al film anche la sorella di Spike, Joie Lee). Parti recitate sono alternate ad altre dove i protagonisti si raccontano come intervistati.

Ne viene fuori un ritratto complessivo strano, con quel modo di ritrarre i personaggi "alla Spike". Nola è un concentrato di modernità, gli uomini invece appaiono, nel rapporto con lei, diversi tra loro e al tempo stesso convenzionali nel rapporto con l'altro sesso. Li inviterà il giorno del ringraziamento tutti a casa sua e quella sarà una svolta, una situazione che a lei sembra normale per gli altri, in particolare per Jamie, diventerà intollerabile. Nonostante il suo spirito emancipato non potrà fare a meno di dover fare alla fine una scelta, stranamente verso l'unico che le ha fatto realmente del male.

Bello, merita la visione, già modernissimo ai primordi Spike Lee.


8 commenti:

  1. L'ho visto prima di partire… e indovina un po' per cosa? per le musiche! si sarà capito sono una fissata per le colonne sonore! A volte scelgo il film per quelle! Le ricordavo e l'ho rivisto molto molto volentieri. Cià

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  2. sì, mi pare di capire! :)
    e non è sbagliato, in fondo il cinema è summa di arti, quindi...

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  3. l'ho visto ma me lo ricordo poco...me lo segno!
    ah...gli afroamericani si chiamano spesso "negro" (nigger) fra di loro. non è preso come forte dispregiativo, di solito (un po' come per noi dire "tipo"). è , si può dire, un termine ambivalente, un po' come il celeberrimo "motherfucker" (ma meno intenso). la sua accezione positiva o negativa dipende esclusivamente dal tono.

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  4. ah...naturalmente "nigger" è sempre ritenuto offensivo se pronunciato da persona di razza caucasica. :)

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  5. me lo ricordo a malapena..mi pare che mi piacque non più di tanto.parlando di lee,penso che il suio film migliore sia, di gran lunga.fai la cosa giusta..

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  6. unwise, tanto per cambiare m'hai detto cose di cui sono completamente all'oscuro :)
    nel film penso che nigger sia usato in senso diciamo semi-dispregiativo, in fondo il modello frequentava più i "quartieri caucasici" che quelli neri e ci teneva a sottolinearlo.

    brazzz, l'ho visto con curiosità cinefila, certo non è il migliore di Spike ma le opere prime dei grandi registi sono visioni per me obbligatorie

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  7. direi un brillante esordio alla regia, mi piace molto lo stile documentaristico nel raccontare la storia, film unico, ai tempi ha fatto scalpore la storia di una donna nera che è così disinvolta in amore. Tra poco da me lo recensisco :)

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