giovedì 23 marzo 2023

Romanzo di un giovane povero

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Ambientato a Roma fine anni '80, primi '90 (deduco dal Nintendo Game-Boy che compare in alcuni momenti), è la storia di Vincenzo (Rolando Ravello), trentenne laureato e disoccupato che non riesce a costruirsi una vita autonoma, costretto ad una sorta di prigionia in casa con la madre vedova asfissiante e sempre preoccupata di cosa pensano "gli altri", in uno di quei condomini-villaggio dove tutti vivono rinchiusi ma con l'occhio sempre sullo spioncino. Depressione, insicurezza economica che si traduce in insicurezza sociale, il povero Vincenzo nemmeno con Andreina (Isabella Ferrari), la sua ragazza, riesce ad esprimere la sua vita come vorrebbe.

Fatale gli sarà l'amicizia col signor Bartoloni (Alberto Sordi), uomo ossessionato dalla moglie tedesca superobesa e insopportabile, al punto di arrivare a proporre a Vincenzo di ucciderla in cambio di 30 milioni di lire che la stessa conserva in una cappelliera. Basta un po' di alcol di troppo e si riesce a pensare di tutto. Persino il mite Vincenzo, se potesse liberarsi della madre non lo farebbe?

Non siamo che a metà film quando la tedesca viene trovata riversa a terra, caduta dal balcone. E' proprio il modus operandi, almeno nel risultato finale, che Bartoloni aveva proposto a Vincenzo. E' stato davvero lui? Troveranno delle prove in casa sua, inequivocabili. Vincenzo sarà arrestato ma... quanti Ma! 

E' un ritratto di borghesia piccina, che gode di piccinerie, che s'illude, piena di rimpianti, triste al punto di scadere nel disumano. La felicità le è preclusa. Vincenzo finisce dietro le sbarre proprio quando stava per risorgere, quasi che il mondo gli dica, appunto: devi essere infelice, è il tuo destino. La sua rassegnazione sfiora l'apatia. Un dialogo, che ora riporto a memoria quasi-uguale, dice tutto: "Non vuoi essere libero?" gli chiede in carcere il sostituto procuratore Moscati (André Dussollier), che è convinto della sua innocenza, e lui risponde "Libero perché, che me ne faccio della libertà? Qua vivo bene non mi manca nulla, non ho responsabilità... persino mia madre vive meglio, le 700.000 di pensione le usa solo per lei".

(Mario Carotenuto, al suo ultimo film prima della scomparsa. Foto di repertorio)

Ci sono aspetti veramente inquietanti in questo film. Tra i personaggi, su tutti il signor Bartoloni, col grande Alberto Sordi al solito magnifico.

Bellissimo.

Robydick



5 commenti:

  1. Due brutte parole, rassegnazione e apatia. Ce ne ammaleremo tutti?

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  2. spero proprio di no cara petrolio, sarebbe un disastro

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    1. È che son oscura scura più del solito. E chiamami Milena sennò mi scurisco ancor più. ;)

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  3. va bene Milena. :*
    ti auguro di chiarire e schiarire. oggi è così, gioco un po' con le parole

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  4. aggiungo...
    quando vuoi scrivere una rece e pubblicarla qua ne sarei felice.
    ho ricominciato anche per questo, autoterapia.
    quando e solo se vorrai.

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