mercoledì 8 marzo 2023

American Animals

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La storia vera di una rapina avvenuta nel 2004 alla Transylvania University di Lexington, stato del Kentucky. Quattro ragazzi organizzano quello che sembra un colpo molto facile alla biblioteca dell'università, dove sono custoditi alcuni rari libri storici di grande valore. Preparano tutto con attenzione per mesi, compreso contattare in anticipo ricettatori per poterli poi vendere, e casa d'aste (Christie's di New York, nientemeno...) per certificarne l'autenticità. Approssimazione, superficialità, capisci presto come andrà a finire.

Non condivido i toni entusiastici della locandina. La rapina, sia in fase preparatoria che realizzativa, ha la tensione di una pila stilo. Mi ha fatto persino ridere in qualche frangente e forse la cosa è voluta. Le vite dei quattro non hanno nulla di rilevante, nulla di drammatico. Chi più chi meno, le loro sono situazioni familiari "normali". I Nostri sono fondamentalmente bravi ragazzi.

Proprio perché bravi ragazzi, la storia però diventa sociologicamente interessante. Quale bisogno li spinge all'impresa se non voler realizzare qualcosa di eclatante? Non sono poi così annoiati, ma questo bisogno di emergere prevale e li accomuna. Mediamente capaci, persone comuni, desiderano cimentarsi con qualcosa al di sopra e al di fuori delle righe. Impresa che cresce per inerzia; alla scarsa convinzione pareggia i conti il non voler tirarsi indietro. Veramente una vicenda strana, quasi una ragazzata sfuggita di mano.

Curioso vedere in un film l'espediente narrativo tipico dei mediamente orribili reality che, spacciandosi per docufilm, narrano vere vicende criminose mischiando le testimonianze dei protagonisti con fiction. Ci sono canali tv che quasi non trasmettono altro e se lo fanno evidentemente qualcuno li guarda.
American Animals riproduce questo voyerismo collettivo che spettacolarizza la cronaca nera, mostrando interviste ai veri protagonisti e facendo fiction per il resto. Fortunatamente, lo fa molto meglio dei reality citati.

Robydick

P.S.:
Consiglio di guardare la parte iniziale dei titoli di coda, con le bellissime opere di The Birds of America di John James Audubon, davvero belle.
E' stato un piacere rivedere all'opera Ann Dowd nel ruolo della bibliotecaria. L'ho ammirata tantissimo interpretare Zia Lydia nella serie "The Handmaid's Tale - Il racconto dell'Ancella".
L'attore Evan Peters ha una vaga somiglianza fisica con Malcom McDowell giovane, quello di "If..." per intendersi.

3 commenti:

  1. Ma guarda, girando ho trovato pure questo. Mi è parecchio piaciuto. Lo cito spesso perché è la dimostrazione di quanto si possa e si debba puntare sui 'ragazzetti', bravissimi, anche se non belli. Esperimento che mi sembra abbiano finalmente compreso anche da noi. Oggi è un fenomeno, ma Mare fuori (serie) era sconosciuto ai più fino a qualche anno fa. A me aveva molto impressionato. E infatti… il potere della pubblicità. Questi qui, dall'irlandese Barry Keoghan a Evan Peters (bravissimi e inquietantissimi), non belli, ma talentuosissimi lo dimostrano. Scrittura, regia, interpretazione fuori dal comune. Di recente ho visto Il sacrificio del cervo sacro: strepitoso, paludoso, del genere che piace a me, sembrano immobili e invece… musiche e fotografia mostruose, Kubrick influenza che guarisce non ammala.

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  2. L'ho citato perché c'è Keoghan, 'sto pitino fa strage.

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  3. grazie Milena, un commento che arricchisce la rece, davvero!

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