sabato 11 marzo 2023

The Man in the High Castle - L'uomo nell'alto castello (Serie)

3

 

Ucronia: "L'ucronìa (anche detta storia alternativa, allostoria o fantastoria) è un genere di narrativa fantastica basata sulla premessa generale che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo rispetto a quello reale. Per la sua natura, l'ucronia può essere assimilata al romanzo storico (specie per opere ambientate in un passato molto remoto) o alla fantascienza e si incrocia con la fantapolitica, mescolandosi all'utopia o alla distopia quando va a descrivere società ideali o, al contrario, indesiderabili.".

Non sapevo dell'esistenza di questa definizione fino a prima di vedere questa serie.
Siamo decisamente nel campo del distopico. Difficile immaginare qualcosa di peggio che un mondo nel quale, invece delle cosidette forze alleate, a vincere la seconda guerra mondiale sia stato l'asse Berlino-Tokyo.

Chi ha letto il romanzo di Philip K. Dick "La svastica sul sole" (1962) non avrà di che stupirsi. Troverà qualche piccola differenza geopolitica e qualche concessione tecnologica che sceneggiatori e registi si sono concessi, ma trattasi di poca e piacevole roba. Chi come me invece non l'ha letto, sarà da subito travolto da un'ipotesi storica da incubo. L'atomica non l'hanno inventata per primi gli americani ma i nazisti; è questo il Fatto Determinante per la vittoria ribaltata invece di quella della storia reale.
Gli USA sono stati conquistati e divisi in 3 sezioni verticali: zona est in mano al Reich, zona ovest ai giapponesi e zona Neutrale in mano "a tutti e a nessuno", invero una striscia centrale che fa da cuscinetto tra i 2 imperi, tra i quali vige un'allenza soggetta ad antiche tensioni mai risolte.

(fonte immagine)

Non manca nulla, dalla Resistenza allo Spionaggio, al proseguio dello Sterminio di "razze inferiori" e "bocche inutili". Per una trama più completa (non troppo spoilerata) rimando a Wiki.
Le ricostruzioni di ambienti e mezzi sono spettacolari. Ambientato a partire dal 1962, il film si concede qualche licenza tecnologica, come il Concorde (1969). Architetturalmente il Reich è interessantissimo: statue e edifici imponenti, grande cura dei simboli, soprattutto svastiche inogniddove ma talmente originali che ti scappa persino di dire "bello" qualche volta. L'impero del pacifico è invece molto più tradizionale, non ha simboli da enfatizzare né costruzioni esagerate. Due società molto diverse quindi, con il Reich indubbiamente più potente ed efficiente. In entrambe vige comunque terrore, mancanza di libertà, oppressione, con ritmi ben definiti e rispecchianti le diverse culture d'origine, Yakuza compresa, non manca nemmeno quella. Sempre in entrambe circolano delle strane pellicole, dei film che rappresentano una realtà degli avvenimenti diversa e curiosamente è quasi sempre la realtà della storia che conosciamo, quella dell'atomica su Hiroshima e della caduta del Reich...


"L'uomo nell'alto castello" raccoglie questi film come la cosa più preziosa che esiste. La resistenza si occupa soprattutto di trovarli per lui, ma esiste quest'uomo? Perché questi film sono così importanti? Qua devo fermarmi... Mi limito a consigliare qualche lettura che ho fatto interrompendo la visione.

Per cominciare, come primo passo, propongo "Il paradosso del gatto di Schroedinger"; se lo si comprende allora tutto ha un senso logico. A seguire la "Meccanica quantistica" la cui "Interpretazione a molti mondi" (nota anche come Universi paralleli) ne è conseguenza. Ci ho capito poco, ammetto, e in ogni caso è servito.
Philip K. Dick è scrittore di fantascienza con indubbia cultura scentifica.
E' un film un po' impegnativo, certo, ma basta impegnarsi.

In questa vastità di episodi, personaggi ed argomenti si fanno innumerevoli riflessioni, a volte per bocca dei personaggi stessi, altre per metafora. Mi limito a farne qualcuna che mi sta molto a cuore.

Bocche Inutili: un episodio farà emergere la crudeltà di uccidere chi non è Perfetto. Può essere facile con gli "estranei", molto meno se a dover morire, per tutelare la purezza della razza, è una persona che ti è cara. Banale, ma l'immedesimazione nell'Altro, prima di fare delle scelte politiche o sociali, crudeli o meno che siano, è e rimane uno dei migliori metodi per riflettere se appunto le scelte sono opportune, soprattutto umanamente. Nessun argomento è immune al metodo: carcere, immigrazione, razzismo, femminicidi, violenze di tutti i generi, reddito di cittadinanza... calarsi sempre nei panni di chi subisce/beneficia delle scelte fatte e poi trarre conclusioni.

Bomba Atomica: unanime la condanna della bomba di Hiroshima, anch'io faccio parte del coro. Ma... Perché la lanciarono gli americani? Lasciando stare ragioni di strategia militare, semplicemente: perché sono stati i primi a disporne. Se l'avessero avuta prima i tedeschi questo film non sarebbe fantastoria ma storia vera. E' terribile a dirsi, ma è la verità.
E' un po' quello che racconta a un certo punto "La guerra di Piero" di Fabrizio De Andrè:
"... Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue, cadere in terra a coprire il suo sangue.
«E se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere, vedere gli occhi di un uomo che muore.»
E mentre gli usi questa premura, quello si volta ti vede ha paura
ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia
..." .
Capisci Piero? Mentre tu lotti con la tua coscienza, quello non ti ricambia la cortesia...

Piccolo neo della trama: russi e italiani non pervenuti, non esistono nel film (nel romanzo non so dire). Questa la mancanza che ho sentito, soprattutto perché l'Asse era il noto RoBerTo (Roma-Berlino-Tokyo), non "BerTo". Il film non ne ha risentito, tanta era la roba da narrare, ma ne ha risentito la mia curiosità.

Quasi 40 ore di film senza un calo di coinvolgimento. Meriterebbe un trattato.
A mio parere meraviglioso.

Robydick

P.S.: La sigla iniziale è un piccolo capolavoro e occhio ai titoli, ci sono nomi importanti del Cinema, vedi un certo Ridley Scott...





3 commenti:

  1. Da appassionato di ucraine e di Philip K Dick me lo sono davvero goduto. Una delle migliori serie viste negli ultimi anni, ho trovato il finale non all’altezza del resto, ma tant’è. Gli italiani e i russi anche nel romanzo non ci sono, se non ricordo male un piccolo accenno all’Italia, ma è come se non ci fosse.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Correggo: la frase corretta è: da appassionato di ucronie non di ucraine ahahah

      Elimina
  2. sul lapsus sulle ucraine, in altri tempi e conoscendo Harmo avrei detto molto... :-)
    si, finale è come dici, quasi lascia presagire un sequel, che il romanzo non ha però

    RispondiElimina