mercoledì 13 ottobre 2010

La ley del deseo - La legge del desiderio

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La storia di 2 amori, con elemento centrale Pablo, regista cinematografico. Ha un relazione da tempo, variabilmente corrisposta, col giovane Juan ed un'altra recente, dopo la partenza di Juan, con Antonio.
A completare il quadro, al solito poco usuale dei "ritratti" di Almodovar, Tina, la sorella di Pablo, più o meno attrice di professione, che da piccola in realtà era suo fratello, la quale ha in affido di fatto una bambina, quest'ultima innamoratissima di Pablo.
Antonio si rivelerà particolarmente possessivo verso Pablo e violento verso chi o cosa costituisce minaccia verso la relazione che vuole esclusiva e da un fatto piuttosto grave nasceranno una serie di eventi... questa la trama essenziale.

In realtà il film, visto nel mio elenco cronologicamente disordinato dei film del regista spagnolo, risulta sembrare un puzzle di cose già viste, col particolare però che è stato fatto prima di quelle che ho già visto, quindi sotto l'aspetto della trama mi ha comunicato poco. Sempre bellissime, d'un livello che pare non conoscere età, le scene, con una qualità di ripresa ed immagini che contraddistingue questo regista in assoluto.

Il titolo è perfetto e calzante nel descrivere il film e il suo significato. Tutti i personaggi, compresa la bambina, hanno un'unica Vera Legge a cui obbedire fatalmente, non loro malgrado bensì consciamente e volontariamente, che è l'Amore, e Almodovar è tra i grandi maestri della rappresentazione di questo sentimento. Il modo in cui è descritto abbraccia parimenti aspetti carnali e spirituali del nobile sentimento, senza moralismi né retorica, ed è un modo con cui ti spiazza, c'è sempre una qualche situazione nei suoi film che ti mette in difficoltà se hai qualche "rigidità", come le effusioni ed i rapporti sessuali omo che in questo film abbondano, oppure situazioni familiari definiamole "atipiche". Io non sono esente dalle rigidità citate, non ho difficoltà ad ammetterlo, e considero i suoi film un buon esercizio per ammorbidirle se possibile.

Bello, un film che contiene diversi generi, con momenti persino comici, altri drammatici, poi un giallo. C'è di tutto e merita la visione. Se non s'è visto ancora nulla di Almodovar lo consiglio prima di vedere gli altri prodotti successivamente.


17 commenti:

  1. non l'ho mai amto troppo aldomovar..riconosco che abbia fatto alcuni ottimi film,ma francamente mi è sempre sembrato un tantino sopravvalutato...

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  2. brazzz, questo non è il suo film da cult sicuramente... però, per chi invece lo ama come me, è proprio da vedere :)

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  3. mhhhh… forse sarà assurdo ma P.A. non mi sconvolge come vorrei che facesse il cinema in assoluto. Troppo uguale a se stesso, troppo… l'unico e forse il primo è stato "Che ho fatto io per meritare questo?" dell'84 credo. Di tutti coloro che lo videro o cercarono di vederlo rimasero solo due persone. Io piacevolmente colpita dalla sua mancanza di banalità. Una messinscena di quelle che piacciono a me. Dopo, tranne qualche perla, non mi ha più fatto 'godere'! :)

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  4. ah, dimenticavo, le locandine son sempre strepitose! ;)

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  5. ah be', volevo ben dire, ma com'è che non commenta la locandina? :D
    vero, è fantastica: un quadro .

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  6. Forse a volte Almodovar è un po' uguale a se stesso, ma io amo il suo cinema anzitutto per la mescolanza di generi (un po' quello che cerco nella scrittura mia e altrui, mentre in italia o sei un comico sguaiato da zelig o sei un palloso pedante eruditoide ammuffito, o sei un giallista che conosce le tecniche e fa il suo bravo compitino) e poi perché riempie il bisogno di provocazione di questo mondo sempre più bigotto, putrefatto e ipocrita: non mi stupisce quello che dice Petrolio, cioè l'esodo biblico (aggettivo mai così esatto...) di spettatori idioti durante la proiezione di "Che cosa ho fatto io per meritare questo", dove il protagonista è un ragazzino serenamente gay che decide di darsi in affitto a un dentista per aiutare economicamente la madre, ma dopo alcuni giorni se ne va via dalla casa del dentista, non perché trovasse il menage "turpe", bensì, ovviamente, "noioso". Di film così in vatikalia non potresti nemmeno azzardarti a scrivere un abbozzo di sceneggiatura...

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  7. aspettavo il tuo commento Zio, che m'è piaciuto molto, so che sei estimatore di Almodovar ed anche di questo film in particolare.
    il film che citate te e petrolio mi manca...

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  8. lo so che mi ripeto, ma Almodovar ha la caratteristica di non presentare mai le preferenze sessuali dei suoi personaggi come una croce, ma semplicemente come la normalità in cui la loro vita si svolge.in questo va molto oltre la semplice provocazione, anzi la varietà di preferenze sessuali gli consente, narrativamente, di costruire molti più intrecci fra i personaggi.
    "che cosa ho fatto..." è piaciuto molto anche a me, anche se il suo elemento simbolico più forte credo sia il ramarro domestico, per via del colore chiamato "denaro"...:)

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  9. giustissimo unwise... l'avevi già detta questa cosa su Almodovar? non ricordo, perlomeno qua, ma ripetila pure a iosa :)

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  10. si si, forse non ho usato le stesse parole...ma il succo è quello. fatto sta che l'assenza di vittimismo mi fa sempre una ottima impressione...
    ah..grandissima Carmen Maura, anche se la mia preferita resta (qui non c'è però) la pulcherrima Victoria Abril!

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  11. eh sì, Victoria è uno schianto ... :P

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  12. almodovar: fino a donne sull'orlo incluso, ma solo se riferito ai tempi dell'uscita. mi spiego,trovo pedro un autore da spirito dei tempi. quando arrivavano i suoi primi film in italia erano imperdibili, era il periodo di tendencias(qualcuno ricorda le notti di barcellona nei primi ottanta?) poi col tempo si è rivelato, con qualche eccezione, 'molliccio' come ebbe a dire il grande claudio g. fava

    stay screened

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  13. io ci sto screened ben volentieri, ma sono anche un po' basited, ahah! :D
    a parte il "molliccio", secondo te film come Parla con lei, o Tutto su mia madre, per citarne 2, non sono dei gran film?

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  14. certo, sono delle belle commedione stile hollywood anni cinquanta (alla douglas sirk)con scelte cromatiche impeccabili, piacevoli da vedere e tutto quanto ma non graffiano, non graffiano. prova a guardare qualcosa di de la iglesia(eloy, non il tuo amato alex)

    stay free

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  15. ah lo sai che amo Alex de la Iglesia! :)
    Eloy mi è proprio sconosciuto, approfondirò sicuramente.
    tornando ad Almodovar, il primo che ho visto e che continuo ad adorare è questo: http://robydickfilms.blogspot.com/2006/08/pepi-luci-bom-e-le-altre-ragazze-del.html
    che dici, graffia abbastanza? :P

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  16. Sò che non c'entra niente, una benedetta mazza dei cosìddetti, ma guardate al più presto "Heartless" (G.B.2010), il quarto film, in più di vent'anni, del genio Philip Ridley. Anche questo, uno dei migliori film del 2010 sicuramente. C-A-P-O-L-A-V-O-R-O. Come i tre precedenti, unico e incasellabile, come tutti gli altri. A cominciare dal celeberrimo "Riflessi sulla pelle" (1990) con il giovane Viggo Mortensen. Philip Ridley, un genio semplicemente, quasi il "Damien Hirst del cinema inglese. E mondiale". Ciao.

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  17. Wilson, qui il Cinema c'entra sempre! :D
    gran personaggio Philip Ridley, ne ho letto ora in giro, però a parte Hearthless ho trovato Riflessi sulla pelle e Sinistre ossessioni. quale sarebbe il quarto film?

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