sabato 12 febbraio 2011

La cuccagna

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Rossella vive in casa coi genitori, sorella, marito della sorella e fratello effeminato. Tranquilla ma disobbediente quanto basta ad attivare la sua intraprendenza. Sono gli anni noti come quelli del "boom economico". Anche lei vuole partecipare a quella "cuccagna", lavorare, rendersi autonoma e indipendente.

Anche se col parere contrario (pur non violentemente tale) del padre, Rossella sarà ogni giorno alla ricerca d'impiego. Senza studi sulle spalle, tranne un attestato di dattilografa, non è semplice. Ne proverà diversi, riceverà promesse e tante, da molti. I lavori più retribuiti però sono tutti offerti da uomini, che o la ingannano o la insidiano, immancabilmente. Lei è un po' ingenua, soprattutto all'inizio, poi farà esperienza. Ad aprirle gli occhi anche Giuliano, un ragazzo conosciuto per caso, tipo ribelle che vive d'espedienti, in attesa di evitare in qualche modo il servizio militare che non vuole assolutamente fare.

Entrambi vorrebbero partecipare alla cuccagna collettiva, ma hanno impedimenti. Lei, come detto, ha le difficoltà che tutte le donne avevano (e hanno), aggravate (strano a dirsi ma nemmeno troppo) dalla sua bellezza, così che gli uomini al solo vederla non pensano ad altro che "a quello". Lui ha uno scontro che potremmo definire ideologico col boom, è fuori ritmo, non riesce a partecipare a quel delirio di egoismo, arrivismo e spesso anche di cinismo. Rossella arriverà a comprendere Giuliano, si troveranno affini, penseranno persino ad una soluzione definitiva per entrambi...

Che stupidata di film che potrebbe sembrare, vero? Quanti ce n'è di paragonabili per trame simili? Be', in Italia, nell'annus domini Mille-Novecento-Sessanta-Due no che non ce n'erano molti di film così. Cosa ha tirato fuori dal cilindro Luciano Salce!, che ha anche scritto il film oltre che diretto. La censura trovò modo di vietarlo ai 14enni, perché poi? Non penso per una schiena nuda della protagonista che si vede a un certo momento. Altro deve essere stato ad aver infastidito l'amata italietta.

Rossella non è proprio il modello di donna proposto ai tempi, tutta casa-chiesa-marito-figli. Non pensa a "sistemarsi" come si diceva. Il mondo che le ruota intorno, che non pensa ad altro che a fotterla sia in senso fisico che figurato, non è proprio una meraviglia. La sua famiglia è completamente rintronata dalla più importante novità tecnologica disponibile: la televisione; si occupa di lei con distrazione e del figlio chiaramente omosessuale solo quando inevitabile. Normale che i 2 fratelli trovino solo tra di loro solidarietà e comprensione. Tra l'altro il tema dell'omosessualità, affrontato in quel modo, in una famiglia di piccola borghesia conservatrice, è anch'esso particolare.

Giuliano guarda disincantato il boom scorrergli innanzi. Sembra pessimista ma è solo realista e lo dice testuale che quell'albero della cuccagna è per pochi e a goderne davvero sono sempre gli stessi, quelli di prima, durante e dopo la guerra. Depreca i valori tradizionali, l'esercito in questo senso è una vetta e teniamo presente che ai tempi rifiutare l'obbligo di leva era equiparato alla diserzione quindi prevedeva la galera, l'obiezione di coscienza era di là da venire. E' un contestatore ante litteram, nel 68 quelli come lui formeranno un movimento. Evidentemente nel 62 c'erano già le avvisaglie di questo e Salce ebbe vista lunga.

In breve, un film curioso, originale e, nella trama, molto avanti per i tempi!
Visione consigliatissima.


14 commenti:

  1. Urge rivalutazione di Luciano Salce, un personaggio al vetriolo che non le mandava a dire dietro. Un film che è in linea con la cronaca di questi giorni, che nessun regista però ha il coraggio di narrare e dove l'insidia per le belle guaglione è rappresentata dalla famiglia stessa, sempre più disposta a buttare tra le braccia del satrapo di turno le proprie figlie.
    Mazza aoh che discorso serio, va buò, per oggi niente battute.

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  2. Che bel Film.
    Confesso che lo consideravo più per la colonna sonora che altro, ma dopo averlo visto mi sono decisamente ricreduto. Splendido bianco e nero, bellissima davvero la protagonista, e poi è una delle rare occasioni per rivedere il mai compianto abbastanza Luigi Tenco.

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  3. Sì. di Salce ne ho altri in programma che promettono scintille ancora, di satira.
    Harmo, oggi c'è solo Moretti, da tanti maltrattato e che invece è il solo, l'unico a parlare duro e diretto sui nostri, ormai evidentissimi, mali. Tutti almeno questo glielo dovrebbero riconoscere. A me spiace solo che produce poco, vorrei facesse di più.
    Col film di domani vedrai che battute ti verranno! ;-)

    La colonna sonora è strana per Morricone, vero Magar? A suoni brevi, secchi e sincopati, se non l'avessi letto mai avrei pensato fosse sua.
    mi accodo a compiangere Tenco, anche come attore. talento anche in quest'arte che poteva essere coltivato.

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  4. film interessante, io di solito lo propongo con il sorpasso(decisamente migliore) nei miei approfondimenti tematici.
    a proposito, sto preparando un corso per insegnanti sull'uso critico e creativo dei media. proporrò, tra l'altro, solondz, i simpson, visconti, machete di rodriguez, percy adlon and so on
    a presto

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  5. va be', il sorpasso...
    complimenti per il corso, pubblicane una parte se puoi! :)
    ciao

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  6. interessante il corso,davvero..salce era uno dei tanti brvissimi rappresentanti della commedia italiana,che oggi sopravvive soòo con moretti..tutti gli altri.bà,storielle da fiction tv,non oltre..poco coraggio,banalità nei temi e nella loro rappresentazione..tipicamente televisivo,.in tv,se notate,si tende a dar risalto e importanzaad argomenti futili,e a banalizzare argomenti importanti..quasi tutto il cineme italiano soffre della medesima sindrome...

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  7. Un bel film che rappresenta tanti aspetti dell'Italia e ben sviluppato. Ciao Roby e buon week end :-)

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  8. buon we anche a te cristina! :***

    hai ragione brazzz, hai ra-gio-ne!
    oh, ieri c'era Albanese a Berlino col suo Qualunquemente, è tutto dire...

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  9. La trama é interessante, perché calata, per come sono i miei ricordio e le mie letture, nella cruda realtà: se Salce ne ha tratto qualcosa di creativo, allora é anche un bel film. Pensavo a "Io la conoscevo bene", che presenta talune affinità. Ed é un film che amo alla follia.

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  10. citi un gran bel film Adriano, arriverà nel blog :)

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  11. Bel film, e Donatella Turri meritava maggior fortuna e non solo nel cinema certo, per certi versi, un pò come la Daniela Rocca di "Divorzio all'italiana", attrice finita poi poveraccia in manicomio per sfinimento mentale provocato da ben altri che da sua affezione mentale congenita,ha attinenza con il personaggio de "La Cuccagna" e anche di "Io la conoscevo bene", ovviamente imprescindibilmente legati.
    Comunque c'è Sorrentino, scusate se m'intrometto ma film come"Le Conseguenze dell'amore"('04) Moretti è dagli anni'80 dal tempo di film certo bellissimi sono il primo a dirlo, come "La Messa è finita" che non raggiunge poi questi livelli che invece gli si continua ad attribuirgli.
    Anche col prossimo "Habemus Papam" non affronta nemmeno tutti gli scandali e le condanne penali che hanno travolto il Vaticano negli ultimi anni, che senso ha tutto ciò allora, l'intera operazione del film, rispetto a quel che grazie all'argomento e all'ambiente affrontato, ne poteva far scaturire...

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  12. ah certo, Sorrentino è tra i migliori attuali... io però parlavo di film che fossero anche commedia, come questo.
    peccato Habemus Papam, se è come dici. non l'ho ancora visto ma avevo grandi aspettative. vedremo...

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  13. A Berlino in quest'edizione del Festival c'è pure però Gianni Di Gregorio -che ha avuto un'accoglienza insieme al suo film, molto calorosa- con "Gianni e le donne", e lui è bravo e diverso dal cinema italiano certo rappresentato dal solito alla fin fine "tarallucci e vino" di Albanese e Checco Zalone...
    Se non avete visto ancora "Pranzo di ferragosto"('08), fatelo...
    Di Gregorio mi posso fregiare di conoscerlo personalmente da anni, ed è sempre stato un piacere per me riconoscerlo come amico, da quando sceneggiava film appunto "diversi" e delicati dal panorama greve, stolido e corrivo della "commedia" italiana contemporanea,come "Giovanni Senzapensieri"('85)di Marco Colli, che già apparivano come gli dirigesse lui, per quanto improntati dal suo stile e alla sua romanità piena di invenzioni e spunti acuti, ma anche bonaria e piena di umanità..

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  14. uhhh, bravo wilson, grande segnalazione! mi accodo al film consigliato, mi sono divertito anche a recensirlo: http://robydickfilms.blogspot.com/2009/12/pranzo-di-ferragosto.html

    il film di Colli mi era sconosciuto... segno

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