mercoledì 23 febbraio 2011

Mammuth

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Se l'è anche prodotto questo film Gerard Depardieu, insieme ai 2 registi, nel quale è protagonista assoluto e, a mio parere, molto ben riuscito. Una di quelle interpretazioni che trasmettono spontaneità, perché sentite e in qualche modo, pur nella metafora, autobiografiche.

Serge detto Mammuth è un gigantesco operaio in un macello di suini e lo incontriamo il giorno in cui va in pensione. Tutta la vita non ha fatto altro che lavorare ed ora trovare il modo d'impegnare le giornate non è un problema da nulla. Non particolarmente dotato intellettualmente, non ha hobby, non legge, non pratica sport, mai fatto nulla nel tempo libero. L'impegno verrà fuori dalla necessità di trovare alcuni documenti per le pratiche della pensione. Dovrà recarsi nei luoghi di lavoro dai quali non risultano versati i contributi. La moglie lo convincerà a tirare fuori dal garage, dopo tantissimi anni, la vecchia moto Munch modello Mammuth per il viaggio e lui partirà.

Un on-the-road per le campagne francesi veramente particolare, che se anche fa pensare spontaneamente ad "Easy Rider" se ne differenzia molto nella sostanza.
Serge è un "cavaliere solitario", solo lui e la moto senza compagni d'avventura. E' un particolare, e lo dico da motociclista incallito che ama moltissimo proprio viaggiare in quel modo, non da poco (avrei molto da dirne sui viaggi in solitaria, ma mi riservo l'argomento per un prossimo articolo su Fanfare dove citerò Mammuth). La ricerca dei documenti, causa prima del viaggio, diventerà poi solo pretesto. I luoghi sono cambiati, alcuni posti dove ha lavorato non esistono più e in realtà, in particolare quando viaggiando finirà da parenti che non vede da 20 anni, il viaggio sarà una ricerca d'identità, di senso a sé stesso. Una presa di coscienza, anche amara ma non triste e il senso di libertà che finalmente proverà, non soggetto ad obblighi di lavoro o di marito, gli regalerà un finale che anche se può apparire un po' retorico m'è piaciuto moltissimo!

Parabola al tramonto di un uomo comune, non potevo non amare questo film che metto tra i miei Cult, come motociclista e come uomo che vive la seconda metà del pomeriggio. Pieno di gag talvolta anche acide, dalle quali esce fuori sempre con simpatica poesia ed uno dei personaggi, tra i più stravaganti devo dire, è interpretato proprio da una poetessa ho scoperto, Miss Ming. Belli alcuni momenti "onirici", in particolare quando Serge ricorda un amore drammaticamente perso in gioventù, con flashback vissuti in tempo reale, ricordandone i dialoghi, i suoni, mischiando le belle e già terse immagini del viaggio con visioni sgranate da vecchia videocamera portatile.

Non voglio dilungarmi tanto. E' un film dolcissimo, che consiglio a tutti e per chi ama viaggiare in moto è una visione Obbligatoria.

Solo 2 parole sulla splendida moto utilizzata, vera rarità di valore oggi altissimo tra i collezionisti. Le riprendo da questo link, come anche l'immagine, e le fisso nella rece come compendio.
Non è l’unico caso di moto con motore automobilistico, ma è il più celebre. Quando nasce, nessun’altra stradale ha 4 cilindri. La Munch viene fondata nel 1965 a dorn-Assenheim da friedel munch. La moto si basa su di un motore della NSU 1000 e viene presentata al salone di col nome di Mammuth. La 4 cilindri teutonica rappresenta qualcosa di unico nellìintero panorama mondiale, una vera maxi in anticipo sui tempi. costosissima, costruita a amano con cura artigianale, monta gran parte della componentistica in pregiatissimo elektron. Come si può ben immaginare, ridurre il peso di ogni singolo componente è di primaria importanza per portare a livelli accettabili la bilancia della Mammuth. Per far questo, Munch impiega dove possibile un materiale speciale: l’elektron. Ritratta di una speciale lega di magnesio utilizzata sopprattutto nell’industria aeronautica, proprio per le sue noevoli proprietà di resistenza alle sollecitazioni in rapporto al peso. Nella Mammuth sono molte le parti realizzate in elektron AZ91: gruppo fanale/strumenti, gruppo codone/sella/parafango posteriore, cartella della distribuzione, coppa dell’olio, scatola del cambio, foderi forcella, forcellone oscillante, carter della catena e le ruote (a razze la posteriore, araggi l’anteriore) . La produzione si evolve attraverso 4 serie diverse, sempre mantenendo il motore NSU Prinz quale unità motrice. La potenza passa dai 55 cavalli dei primi esemplari ai 100 degli ultimi. La ciclistica passa invece dal telaio completamente in tubi a quello misto, tubi nella parte anteriore e monoscocca in magnesio al posteriore. La produzione termina nel 1979, per proseguire solo con esemplari costruiti su ordinazione e sempre più eccessivi in fatto di cubatura e prestazioni (da 1.400 a 2.000cc, turbocompressore).


23 commenti:

  1. Ce l'ho lì da un pezzo, mi sa che il tuo post mi ha convinto finalmente a vederlo.
    Muchas gracias!

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  2. Finalmente un road movie, uno tra i miei generi preferiti. Di Depardieu, nonostante la sua gigioneria ne penso tutto il bene possibile, pensa che per emularlo, qualche anno fa ero diventato quasi della sua stazza, poi mi sono ravveduto, preferendo un look alla Clint Eastwood. Poi c'è anche Isabel, eheh, e pure io odio i puzzle.

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  3. harmo, se ti piacciono i road-movie allora vai a nozze. meglio "alla clint" comunque, ahah! hai ragione, più salutare :)

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  4. In un'italiA allo sbando artistico, in cui persino Bernardo Bertolucci si è rincoglionito al punto da voler trarre un film (in 3D!) dall'ultimo indecente libercolo di Ammaniti (quando me l'han detto pensavo fosse il Bertolucci che giocava a tennis con Panatta e Barazzutti...) cresce sempre più a dismisura la mia Ammirazione per il cinema Francese e le sue Idee.
    Grande anche la rece!

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  5. ahah! Zio, tra bertolucci-ammaniti e moccia-muccino è un bel match :D
    grazie eh, poi con questo film, vista la materia, ho giocato proprio "in casa"... Ammirazione che meritano, i 2 registi se lo sono anche scritto questo film, veramente bravi.

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  6. Mi è piaciuto anche se la sceneggiatura è veramente esigua (hai detto bene forse è solo un pretesto) e concordo sulla bellezza del finale di riscatto e dignità. Ammiro il film francese, spesso originale e fuori dai soliti circuiti: a distanza di pochi giorni ho visto questo, Potiche e Uomini di Dio, tutti bei film.

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  7. questo ce l'ho da vedere da un bel po'... e poi il road-movie è un genere che mi intriga non poco! promette bene :)

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  8. ciao Ernest! :D

    certo Lucien, ti sei fatto un bel trittico! mi mancano gli altri due, ma arriveranno :)

    vai tranquillo dr.nick, ti piacerà di sicuro, ormai un po' ti conosco ;-)

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  9. ...Sottoscrivo pienamente il post di Zio Scriba di considerazioni sullo "stato delle cose" attuale del cinema italiano rispetto al sempre grande cinema francese, e soprattutto quello di genere...In particolare quoto da applausi tutto l'accostamento fatto con Bertolucci-ola, fa piacere ogni tanto trovare qualcuno che la pensa e dice come te, non alla solita maniera italiana del "nùn te preoccupà, ma cche stài a'pensà"...Molto bella anche la o.s.t.dellìarrangiatore di Vanessa Paradìs che pare quasi di Wim Mertens, tornando a "Mammuth",Roby non per "ascrivermi" meriti che non mi appartengono, ma non te lo "segnalai" anch'io mesi orsono "Mammuth", dato proprio il tuo scoperto "centaurismo" addicted...?

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  10. Napoleone, molto di quel che vedo è frutto dei tuoi consiglio, dovrei citarti spessissimo! ;-)
    Nello specifico di questo film, che avevo già in programma, me ne hai parlato qua, 13gg fa: http://robydickwritings.blogspot.com/2011/02/intervista-sulla-critica.html
    il tuo intervento me l'ha rimesso all'attenzione eh! questo è vero, rischiava di perdersi fra le centinaia che ne ho in cartella, ahah!

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  11. per ricambiare, visto che citi un mio mito e cioè Wim Mertens, ti consiglio (oggi sono spiritoso, eheh!) un film che è piaciuto a me e alla mamma del regista e basta: http://robydickfilms.blogspot.com/2010/02/il-ventre-dellarchitetto.html

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  12. "Il Ventre dell'architetto" è un capolavoro, forse l'unico film di Greenaway che è veramente un grande film senza dubbi d'opportunismo.
    non solo a sua madre era piaciuto, anche e molto, al mio di padre.

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  13. Ed è anche un grande e terribile film fatto da un'inglese, sulla mostruosità cinica e malvagia della città di Roma, e dei romani.

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  14. eh sì, film meraviglioso. ovviamente si scherzava! però è vero che non ha la notorietà che merita, quasi un Incolto diremmo noi. che ci vuoi fare...

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  15. e che diavolo non l'ho visto! Non potevi fartelo sfuggire eh? Il mio caro motociclista! ;) ****

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  16. ahah! milena, se mai dovessi capitare dalle tue parti, penserai mica di vedermi intrappolato tra le lamiere di una macchina eh? :PPP

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  17. napoleone..vedo che su greenaway siamo d'accrdo..il ventre dell'architeeto è un grande film,a me era piaciuto anche il cuoco,l'amante.ecc..poi francamente ho iniziato a trovarlo stuccehvole..che ne dici?

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  18. Non l'ho visto ma deve essere un bel film anche perchè Gerard Depardieu è una garanzia. Ciao Roby : )

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  19. ciao Cristina! è bello, ti piacerà :)

    un saluto anche all'amico minatore brazzz ;-)

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  20. bel film, di due registi che sono a capo di un genere, il loro, inimitabile.
    un film divertente e amaro, ricco di cose imprevedibili e strane, ma belle, poetiche.
    a me è piaciuto molto.
    e Depardieu sembra interpretare se stesso:)

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  21. ciao francesco! mi fa piacere ti sia piaciuto :)

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