venerdì 19 maggio 2023

12 Years a Slave - 12 anni schiavo

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"Tratto dall'omonima autobiografia di Solomon Northup edita nel 1853, il film ha vinto l’Oscar 2014 come miglior film. ...
Nel 1841, prima della guerra di secessione, Solomon Northup, talentuoso violinista nero, vive libero nella cittadina di Saratoga Springs (nello Stato di New York) con moglie e figli. Ingannato da due falsi agenti di spettacolo, si reca con questi a Washington, dove - dopo essere stato drogato - viene imprigionato, frustato, privato dei documenti che certificano la sua libertà e portato in Louisiana, dove rimarrà in schiavitù fino al 1853, cambiando per tre volte padrone e lavorando principalmente nella piantagione di cotone del perfido schiavista Edwin Epps.
... "

Negli stati del Nord, nel 1841, era già possibile per un nero essere libero. In quelli del Sud era quasi inimmaginabile e bisognerà aspettare le riforme di Abramo Lincoln, nel 1865 al termine della Guerra di Secessione, per vedere la schiavitù definitivamente abolita. Nel mentre, il rischio per i neri liberi di essere rapiti e "ri-schiavizzati" era reale ed anche avere giustizia per un reato di questo tipo era praticamente impossibile. La parola di un nero contro un bianco valeva zero davanti alla giustizia. Solomon ci provò, inutilmente. Resta il suo libro come denuncia di quegli eventi.

Bella vicenda, dove per bello intendo una bella trama per un film e una vicenda certamente interessante. Non riesco a descrivere bene, però, il disagio che ho provato nel vedere il nero-libero avanzare diritti che gli altri neri-schiavi non avevano. Un nero meno nero degli altri? Senza fraintendimenti, è chiaro che Solomon non intendeva questo tant'è vero che tornato libero s'è adoperato per le cause legali, per divulgare il suo libro, ecc... Segnalo solo la mia sensazione come un rischio che si può correre durante la visione.

Film ben fatto, merita la visione.
Non ne sono così entusiasta come lo sono stati gli Oscar. Forse perché nel lontano passato ho visto film che trattano l'argomento molto più duri ed efficaci a mio parere. Brava Lupita Nyong'o, nel ruolo della schiava Patsey, premiata anche con l'Oscar. Chi mi è piaciuto di più però è stato Michael Fassbender nei panni del terribile Edwin Epps, l'interpretazione che più di tutte (insieme a quella di Paul Dano in qualità di guarda-schiavi) ha ben definito l'argomento del film. 

Robydick

Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.



5 commenti:

  1. A me è piaciuto molto, forse perché sono sensibile a certi argomenti, penso comunque che Steve McQueen sia un ottimo regista

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  2. Non un capolavoro, ma un film che necessita di essere visto, almeno una volta nella vita, sia per la storia che racconta che per le grandi interpretazioni degli attori coinvolti.

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  3. Steve McQueen è un regista coi fiocchi, qui solo da nove e mezzo, spesso è da10 e lode.
    http://markx7.blogspot.com/2014/02/12-anni-schiavo-steve-mcqueen.html

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  4. appena possibile parlerò di un altro film sul tema schiavitù...
    ben altra potenza

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  5. da non perdere, secondo me, i sei film della serie Small Axe, da leccarsi i baffi

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