mercoledì 10 maggio 2023

The Guard - Un poliziotto da happy hour

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"Connemara, Irlanda. Il sergente della Garda Síochána Gerry Boyle è un poliziotto decisamente non convenzionale, dedito alle prostitute e con un senso dell'umorismo caustico e sovversivo. Dopo uno strano omicidio che sembra essere opera di un serial killer, Boyle partecipa ad un briefing dell'agente dell'FBI Wendell Everett, inviato in Irlanda per collaborare con le autorità locali in un'operazione antidroga volta a contrastare il contrabbando internazionale di un'ingente partita di cocaina.

Everett si ritrova a condurre le indagini affiancato da Boyle, delle cui capacità inizialmente dubita. Nonostante i suoi metodi, Boyle si dimostra capace e risoluto, e grazie alla sua conoscenza del territorio porta Everett sulle tracce dei tre narcotrafficanti Cornell, Sheehy e O'Leary. ..." .

Sentire il protagonista dire (più o meno, cito a memoria) che "... sono irlandese e quindi sono razzista, è normale" oppure "non ho tempo per fare una famiglia, sono troppo impegnato con droga e mignotte", in un film di quest'epoca noiosamente bigotta, salutista e puritana, fa un certo effetto ed è un bell'effetto. Gerry Boyle non è sboccato, non esagera mai, è proprio così! 

Conosce il suo territorio, la gente che lo vive, dura e aspra come il Connemara, ricco di dislivelli, anfratti, scogliere a picco sul mare e sulla vita, gente fierissima di tutto tanto da non dimenticare il gaelico che lo parla ad ogni opportuna occasione. Lui può fare e dire tutto a tutti, persino minacciare un bambino che lo gonfierà di botte se non parla. Il nero dell'FBI Everett (Don Cheadle) invece non troverà mai sponda alcuna in nessuno, non è uno-dei-loro; si parla di fratellanza antica, celtica, non di omertà.

Tutti i personaggi, compresi i narcotrafficanti, sono come sospesi nel tempo, in una vita priva di scopo. Le musiche, le riprese, il ritmo sono da film western e non ci sono battute vere e proprie. Il film ti fa ridere con dialoghi e figure realistiche. La stessa durezza di Boyle non appare mai artefatta.

Può essere che la storica durezza americana (ne ho parlato in "Hostiles") nasca proprio da qui, dagli irlandesi che più di altri, soprattutto nelle prime fasi della loro storia, hanno colonizzato il nuovo continente. Sarà per questo che nei titoli di coda si sentirà John Denver e la sua splendida "Leaving, On a Jet Plane"? Può essere...


Film divertentissimo, girato con grande cura, davvero da vedere.

Robydick

Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.



4 commenti:

  1. gran film, ottima traduzione del titolo in italiano (?), McDonagh dev'essere un cognome per registi, in Irlanda, con solo Martin, anche John Michael è un regista che merita, e Brendan Gleeson è il suo profeta

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  2. sì Ismaele, madò, non so chi ha fatto quel titolo per l'Italia... non conosco John Michael, capiterà sicuramente prima o poi.
    Gleeson è fantastico, infatti ho subito cercato altri film dove c'è e apparirà presto qua

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  3. per esempio Calvary, lo stesso regista e lo stesso protagonista

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  4. grazie, grande consiglio. segnato ;-)

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