lunedì 29 maggio 2023

An - Le ricette della signora Toku

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"Sentaro è un solitario e riservato venditore di dorayaki, piccoli dolcetti giapponesi composti da due dischi di Pan di Spagna al cui interno viene inserito un ripieno di marmellata di fagioli dolci, il cui piccolo negozio nella periferia di Tokyo è frequentato assiduamente da pochi e soliti avventori, tra cui la giovane Wakana. Un giorno, una vecchietta si presenta nel negozio, chiedendo di essere assunta come aiuto cuoco. Sentaro, causa l'età della donna e avendo essa confessato di avere alcuni problemi alle mani e alle dita, rifiuta ma, dopo aver assaggiato il suo anko e avendolo trovato delizioso, decide di assumerla.

Fin da subito, grazie al passaparola, la gente comincia ad accorrere al piccolo chiosco facendo, per la prima volta in molti anni, volare gli affari alle stelle. Intanto Toku, la vecchietta, insegna a Sentaro a fare un buon anko, rivelandogli che il segreto è "ascoltare" e "rispettare" i fagioli azuki, accogliendoli nel nuovo ambiente con delicatezza. Poco tempo dopo, però, la proprietaria del negozio, affittato a Sentaro, impone all'uomo di allontanare la vecchietta. Essa infatti sarebbe affetta da lebbra e la voce di ciò si starebbe già diffondendo per tutta la città. ..." .


E' una storia dolce, edificante, con momenti anche divertenti e un finale commovente e "lieto" come solo i film orientali riescono ad essere. Quando un occidentale riesce a fare un film del genere senza far altro che alzarti la glicemia gridi al capolavoro. Qua invece siamo di fronte a un film normale, quasi di maniera, ma talmente ben fatto e interpretato che te lo godi dall'inizio alla fine. Prendere a cuore la vicenda della signora Toku sarà inevitabile.

Diversi i Valori di cui tratta, a cominciare dal desiderio di Toku di sentirsi utile agli altri, incurante dell'età e delle difficoltà fisiche. Si mette in gioco, sprezzante con grande umiltà eppur cosciente della sua grande abilità coi fagioli. Basta saper fare anche una cosa bene, ma davvero bene? Sì, in quello manifesti il tuo vero essere. E' un pensiero molto orientale, che purtroppo sarà sopraffatto dal pregiudizio universale nei confronti di chi ha avuto una malattia come la lebbra, anche quando ha perso ogni carica di infettività. La signora Toku sarà superiore e con lei tutti gli altri ospiti del lazzaretto, persone entrate al manifestarsi della malattia e mai più uscite. 

Avranno riflettuto in Giappone su questo isolamento a vita, ingiusto, a cui de facto sono state sottoposte queste persone? Non so dire se il libro e il film pretendano tanto, lo scopo appare soprattutto mandare un messaggio di tolleranza e, in particolare, di prendere un insegnamento di cosa voglia dire l'amicizia, la passione, praticare le buone maniere, cose che non hanno età.

Mi ripeto: film dolce, molto ben fatto, commovente. Ti lascia un ricordo.

Robydick

Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.



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