"Francia, estate 1891. Un anno dopo la morte di Vincent van Gogh, il postino Joseph Roulin affida al figlio Armand l'incarico di recapitare una lettera al fratello del pittore, Theo, dopo un tentativo fallito di contattarlo. Nonostante non abbia una buona opinione su van Gogh, Armand accetta l'incarico per via dell'ammirazione che suo padre, a conoscenza dei disturbi mentali sofferti dal defunto pittore e arrabbiato con gli altri cittadini per averlo ostracizzato e allontanato, nutre nei suoi confronti. Inoltre Joseph esprime dei dubbi riguardo alla causa della morte di van Gogh, dato che aveva ricevuto una lettera da lui sei settimane prima del suo presunto suicidio, che gli fece supporre uno stato d'animo tranquillo. ... "
Un film d'animazione che subito comprendi, fin dai titoli, che ha qualcosa di unico e mai visto. Narrando le vicende della vita, purtroppo per lui piuttosto breve e affatto allegra, del genio incompreso (ai suoi tempi) Vincent van Gogh, il film mostra di fatto una sequenza di quadri perfettamente aderenti allo stile del maestro olandese. E' come se le sue opere prendessero vita e l'animazione gioca in particolare sulle pennellate "tratteggiate" che già nelle opere statiche invitano a percepire anima-animazione, vitalità.
Come hanno fatto? Possibile sia tutto frutto di computer grafica e/o intelligenza artificiale? No, c'è dietro un grande lavoro, artistico e organizzativo:
"Si tratta del primo film interamente dipinto su tela, rielaborando oltre mille dipinti per un totale di 66.960 fotogrammi realizzati da 125 artisti provenienti da varie parti del mondo. Alcuni quadri sono stati riadattati modificandone il rapporto, aggiungendo parti, scambiando il giorno con la notte, il tempo meteorologico e le stagioni. La tecnica rotoscope è stata utilizzata per la maggior parte del film, girando 60 minuti di materiale di riferimento in 12 giorni.".
Può piacere un film così nelle sale? A giudicare dal valore-medio di quel che esce, senza voler fare il criticone, non si direbbe o perlomeno si pensa debba avere un pubblico di nicchia, e invece "In tre giorni di programmazione ha rappresentato il 50% degli incassi totali di tutti i cinema italiani. 283 sale, di cui tantissime in sold out, lo hanno reso il film evento più visto di sempre in Italia, con oltre 130.000 spettatori e più di 1200000 € incassati, motivo per cui è stata programmata una replica il 20 novembre.". Era il 2017, non cent'anni fa, quindi qualcuno dovrebbe smetterla di giustificare la mediocrità prodotto con "è quello che chiede il pubblico". Che si facciano anche meno film, ce n'è fin troppi, e si facciano belli.
Capolavoro di estetica, non occorre dire altro.
Opera divulgativa di grande importanza: l'arte può essere per tutti se lo si vuole.
Dopo "Turner" e "Egon Schiele", con "Loving Vincent" concludo un bel trittico di film dedicati alla pittura.
Robydick
Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.
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