"La studentessa di psicologia Dani Ardor sta attraversando un periodo molto difficile della sua vita: sua sorella Terri, da tempo affetta da disturbo bipolare, si è suicidata tramite l'assunzione di monossido di carbonio, causando la morte anche dei loro genitori. Come se non bastasse Christian Hughes, il suo fidanzato, sta meditando di lasciarla, spronato anche dagli amici Josh, Mark e Pelle, che non vedono di buon occhio la loro relazione. Proprio quest'ultimo ha in programma una vacanza in Svezia, per partecipare a un particolare festival folkloristico, organizzato dalla sua famiglia, che celebra il solstizio d'estate. Dani non viene invitata, tuttavia Christian non riesce a lasciarla a casa sentendosi in parte spinto dalle circostanze e poi convinto definitivamente dai suoi stessi amici: i cinque partono così per la Svezia. ..."
I ragazzi partono in circostanze psicologiche non proprio ottimali, soprattutto Dani, e si ritrovano in un ambiente bucolico artefatto, dalle sembianze fiabesche, in un continente che non conoscono e isolati dal resto del mondo. Bellezza e gentilezze nascondono aspetti inquietanti, lo capiscono presto anche perché, uno ad uno, cominciano a sparire e i rituali cui assistono non lasciano molte speranze... Evito di spoilerare troppa trama, i colpi di scena sono presenti sin dai primi fotogrammi.
Ari Aster, che ha scritto e diretto il film e che ho già apprezzato tantissimo nel recente "Beau ha paura", si inventa una storia di follia collettiva di stampo religioso su una festa tradizionale dei popoli nordici, quella appunto di "mezza estate" che in realtà corrisponde al solstizio di primavera, al Calendimaggio direbbero altri, al Primo Maggio direbbero altri ancora che non a caso ci hanno fatto corrispondere la Festa dei Lavoratori.
E' la festa che celebra il ritorno alla fecondità della terra e per conseguenza delle persone. Nella perversa versione di questo villaggio, dove tanti individui agiscono come un corpo unico, la fecondità diventa un ciclo-di-vita: per far nascere nuova linfa si deve far posto. Riti, tabù, droghe, tutto è funzionale a questo e si assiste, in uno sfolgorante tripudio di colori, chiari e soleggiati come possono esserlo solo nell'estate scandinava che quasi non conosce notte e quindi riposo.
Di storie legate a sette religiose fanatiche se ne son viste e sentite tante nella cronaca. Film che le trattano non mancano. Qua resti interdetto per la comunione gioiosa degli adepti e per tanti dettagli che si rifanno sicuramente alla mitologia celtica e norrena in generale.
Sottolineo un aspetto che mi ha particolarmente colpito: la diffusa empatia, assoluta e non forzata. Ogni evento, tragico o meno, persino l'atto sessuale il cui solo scopo è riprodursi, diventa un fenomeno collettivo. Protagonisti e spettatori provano lo stesso spasmo, dolore, orgasmo.
C'è della critica sociale? Forse.
In questo contesto vince chi si plagia e sottomette, l'individualità non esiste nel senso che non è repressa ma semplicemente non ha margini, non ha terreno su cui svilupparsi e l'influenza del gruppo è talmente forte, prevaricante ed espressa con convinzione da non riuscire nemmeno ad esprimere la più piccola ribellione.
Parere personale: meraviglioso nelle scene, geniale nei contenuti.
Un film come questo non lo dimentichi. Puoi guardarlo anche senza troppe fisime sulla ricerca di significati, tanta è la sua bellezza. Bella e azzeccata la splendida "The sun ain't gonna shine anymore" di "Frankie Valli and The Four Seasons" per il finale, definire il quale Inquietante e Spettacolare non basta.
Robydick
Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.
E' un film da rivedere più volte, senza dubbio. Uscita dal cinema ero rimasta sconcertata, non sapevo se amarlo o odiarlo.
RispondiEliminaconcordo. ci sarà sicuramente una director's cut, aspetterò quella
RispondiEliminaQuesto si che è un filmone, ora devo comprarmi il bluray4k con la directory cut, questo film all'inizio può sc9nvolgere, poi diventa qualcosa che non ti aspetti.
RispondiEliminavedo, qua e altrove, che è un film che ad appassionati e cinefili in genere piace. a occasionali utenti dei cinema meno, ne ho parlato con qualcuno e sono tutti molto perplessi. stesso discorso vale anche per il recente Beau.
RispondiEliminaBe' non tutti i film vengono percepiti allo stesso modo, ad esempio,c'è anche il film d'esordio di Ari Raster che a me è piaciuto, ma molti non sono stati convinti, capita poi che alcuni di 1uesri vengono rivalutati con il tempi.
EliminaAlcuni di questi
RispondiEliminasono sicuro mi piacerà anche il primo, appena possibile lo guardo
RispondiEliminaFilmone. Non così "estremo" come Beau ha paura, ma costruito alla perfezione con scene indimenticabili. Aster è un grande autore: girare un horror di due ore e mezza completamente alla luce del giorno non è da tutti. E il risultato è strabiliante.
RispondiEliminaottima osservazione Kelvin! l'horror alla luce del giorno...
Eliminadavvero sconvolgente, in senso buono:)
RispondiEliminahttps://markx7.blogspot.com/2019/07/midsommar-ari-aster.html
Ismaele, per "in senso buono" intendi dire che ti sconvolge senza far uso di droghe? :D
EliminaA parte l'alienazione dell'incipit e la bravura nella messa in scena, mi ha detto poco a livello di costruzione del pathos. Forse perché alla fine, era strutturato tutto su una trama già vista e ritrita. Florence ha retto tutto il film sulle spalle almeno nel regalare empatia alle persone, ma sono dell'idea che un'ora e mezza sarebbe bastata.
RispondiEliminagrazie Elfo, un parere meno favorevole e argomentato è utile. riguardo al vieta e ritrita, ti riferisci a quale film ad esempio?
RispondiEliminaSECONDO IL MIO MODESTO PARERE, E' UN FILM CHE SI APPREZZA RIVEDENDOLO, ALMENO PER QUANTO MI RIGUARDA, AD UNA SECONDA VISIONE , PIACIUTO MOLTO
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