venerdì 31 marzo 2023

Divorzio all'italiana

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Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

Un po' di trama da Wiki: "Nella città siciliana di Agramonte vive il barone Ferdinando Cefalù, detto Fefè. L'uomo è coniugato da dodici anni con l'assillante Rosalia, una donna ardente d'amore per lui, ma per la quale ha perso ogni attrazione. Nel frattempo si è innamorato della propria cugina, la sedicenne Angela: la legge italiana non ammette ancora il divorzio, ma è invece previsto ancora il delitto d'onore, un caso di omicidio punito con una pena più mite e molto frequente in Sicilia. Fefè tenta allora disperatamente di trovare alla moglie un amante, per poterli sorprendere insieme, ucciderli, usufruire del beneficio del motivo d'onore e, una volta scontata la lieve pena, sposare finalmente l'amata. Non ci riesce, ma la sorte gli viene incontro. ...".

Primo film di una trilogia di Pietro Germi che, pur di fama mondiale, non è mai stata battezzata. Comprende altri due film successivi: "Sedotta e Abbandonata" (1964) e "Signore & signori" (1966). Visto che sono, a mio parere, tre capolavori, credo che in qualche modo vada definita. Io la chiamerei Trilogia sulle Donne italiane. Nome scelto in loro onore e per altre ragioni che saranno chiare al termine delle recensioni in esame.

Nel 1961 mancavano ancora 20 anni a che l'articolo 587 del Codice Penale (di epoca fascista), quello che regolamentava il delitto d'onore, venisse definitivamente abrogato. "Dopo l'abrogazione del reato di adulterio nel 1968, dopo l'introduzione del divorzio nel 1970 (legge 898), dopo la riforma del diritto di famiglia nel 1975 (legge 151), dopo l'introduzione dell'aborto nel 1978 (legge 194), le disposizioni sul delitto d'onore sono state abrogate il 5 agosto 1981 (legge 442)."
Per farla breve, il 587 prevedeva pene mitigate nel caso l'omicidio si fosse consumato "in famiglia" per questioni d'onore e in circostanze di forte emotività. Un altro articolo trattava nello specifico le attenuanti da applicare, con o senza le quali la pena andava dai 3 agli 8 anni di reclusione.

La Sicilia fu la regione dove questo delitto ebbe più diffusa applicazione. Ecco perché l'ambientazione non poteva essere più adeguata per trattare l'argomento. In teoria sia uomini che donne potevano agevolarsene, ma è fin troppo evidente e storicamente provato che gli uomini erano i primi destinatari. Erano gli uomini che "uccidevano per onore". Quando capitava che lo commettesse una donna (nel film si narra di una vicenda realmente avvenuta) la condanna era sempre prossima al massimo: la condanna di 3 anni o poco più era solo per i maschi. Bastava poi un'amnistia, buona condotta, o altro per ritrovarsi liberi in pochissimo tempo e poter così tornare al paese persino acclamati dalla folla. Assassino si perdona, cornuto no!
Fefé, come lo chiamava la dolce Rosalia, studierà, sognerà, tramerà l'impossibile per giungere al suo scopo: liberarsi della moglie e impalmare la cuginetta. Per arrivare a ciò assisteremo ad uno spaccato di società dove nulla può essere privato e quindi lasciato al caso. Ogni dettaglio richiede piani, riflessioni, persino un semplice sospiro può signifare molto.


Come può un argomento così drammatico e difficile diventare una commedia? Pure molto divertente persino dopo 60 anni! Per la bravura di sceneggiatori (Ennio De Concini, Pietro Germi e Alfredo Giannetti), del regista già citato, degli attori (Marcello Mastroianni, Daniela Rocca, Stefania Sandrelli, Lando Buzzanca, Leopoldo Trieste e tanti altri). Tutti incensati da premi e pubblico, giustamente.
Voglio sottolineare in particolare la fotografia di Leonida Barboni e Carlo Di Palma, talmente sincrona coi sentimenti della trama da far apparire tutto in una "luce normale" ma normale non lo è affatto.
Altra menzione particolare per Daniela Rocca alias Rosalia. Attrice di notevole bellezza (ebbe una relazione con lo stesso Germi il quale evidentemente non seppe resistere...), nel film viene imbruttita coi classici stereotipi della donna latina "irsuta". Darà una grande prova attoriale e per lei è stata la prima dove la sua avvenenza non è stata la dote principale. 

Dopo "Divorzio all'italiana" è nata la definizione "Commedia all'italiana", non a caso.
Capolavoro imperdibile.

Robydick



5 commenti:

  1. Una delle migliori commedie italiane, Pietro Germi mi ispira parecchio, grande Mastroianni

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  2. Germi è imprescindibile

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  3. Ah ok, a mia mamma piaceva, si guardava sempre il ferroviere

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  4. visto e recensito ... film coraggioso

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