lunedì 10 aprile 2023

Signore & Signori

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Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

Terzo ed ultimo film della Trilogia sulle Donne di Pietro Germi, trilogia che ho battezzato io così. Comprende altri due capolavori: "Divorzio all'italiana" e "Sedotta e abbandonata". 

Un ricco resoconto (tagliato) da Wiki se lo merita tutto:
"Il film è ambientato in un'imprecisata cittadina veneta, che nell'insegna del giornale locale è indicata come Rezega (e le auto hanno un'immaginaria targa RZ).  La trama è imperniata sulle vicende di una compagnia di commercianti e professionisti della medio-alta borghesia che, dietro un'impeccabile facciata di perbenismo, nasconde una fitta trama sottintesa di tradimenti reciproci.

Il dongiovanni Toni Gasparini (Alberto Lionello), tanto ammirato quanto temuto dagli amici, confessa al dottor Castellan (Gigi Ballista), medico nonché amico, di essere impotente ormai da molti mesi, per fargli abbassare la guardia nei confronti della giovane e vivace moglie Noemi (Beba Loncar)...
Il ragionier Osvaldo Bisigato (Gastone Moschin), modesto impiegato di banca, afflitto da una moglie, Gilda (Nora Ricci), oppressiva e rancorosa, che gli rinfaccia costantemente fallimenti e mancanza di ambizioni, crede di poter iniziare una nuova vita scappando con Milena Zulian (Virna Lisi), la giovane e bella cassiera del bar...
Alda Cristofoletto (Patrizia Valturri), una giovane e bella ragazza di campagna (definita "bianca come el late e dura come el marmo" dal venditore di scarpe Lino Benedetti (Franco Fabrizi)), arrivata in città per fare acquisti, non passa inosservata agli occhi di un gruppo di amici donnaioli, che uno dopo l'altro approfittano della sua disponibilità. Ma il giorno dopo il contadino Bepi Cristofoletto (Carlo Bagno), padre della ragazza, appena sedicenne, li denuncia tutti per corruzione di minore..." e ci penserà a risolvere la questione "... l'algida e calcolatrice Ippolita (Olga Villi)".

E' sostanzialmente un film a episodi, furbescamente camuffato da romanzo in trittico dove a fattor comune abbiamo la località (Rezega, di pura invenzione, in realtà gli esterni cittadini sono stati girati a Treviso) e questo gruppo di amici che, soprattutto con l'impatto del primo dei 3 racconti, sembrano rappresentare una sorta di Dolce Vita alla veneta. C'è una parola, un concetto, un simbolo che regna sovrano su tutto il film: IPOCRISIA. Tutto in maiuscolo, ad enfatizzare la ferocia con cui Germi la rappresenta.

Il primo racconto è quello, come detto, della Dolce Vita, un ritratto caleidoscopico di luoghi e personaggi, introduce al clima. Come vicenda è una comica e, a un tempo, torbida vicenda di dongiovannismo e pettegolezzi, là dove vittima e carnefice si ribaltano nei ruoli. Un po' bamboccioni e un po' vitelloni, le donne di loro se ne fregano o se ne godono. E i cacciatori-prede? Va be', cornuto ormai è andata, ma che non si sappia in giro!

Il secondo racconto è il Capolavoro Nel Capolavoro, con Gastone Moschin e Virna Lisi superbi, quest'ultima anche da togliere il fiato per la bellezza. Non a caso, se cercate immagini nel web del film, quelle coi due protagonisti di questa avventura adulterina sono di gran lunga le più numerose.
Osvaldo è perso dietro Milena. A ciò contribuisce la sua bellezza e il carico ce lo mette l'odiosa moglie, vero trapano nelle orecchie, tale da costringerlo ad usare i tappi di cera come estrema soluzione. Vederlo leggere a letto "Le affinità elettive", coi tappi ben innestati, fa ridere ma quanto dolore c'è in lui e quanta leggerezza, dolcezza in Milena che, pur millantando mitezza, lo ricambierà al meglio che una donna può fare per ricambiare un uomo. Una lettera anonima alla moglie costringerà la coppia ad uscire allo scoperto, che gioia finalmente non nascondersi più! Solo che, a questo punto, il potente mondo "veneto-cattolico" metterà in campo tutta la sua "potenza di fuoco": amicizie, influenze, capi ufficio, preti e monsignori, avvocati e forze dell'ordine, persino vigili del fuoco a sventare un suicidio. Non hai scampo Osvaldo, e nemmeno tu Milena anche se te, dolce creatura, allontanandoti puoi nutrire speranze, ma lui, lui... ha assaporato la felicità dell'amore puro e della libertà; ora è condannato ad assecondare la morsa delle apparenze, vera camicia di forza dalla quale nemmeno Harry Houdini potrebbe liberarsi.

Il terzo racconto è l'apoteosi dell'ipocrisia, individuale e collettiva. Quanto hanno combinato alla dolce e ingenua sedicenne questi "uomini per bene" è terribile e nemmeno la comicità delle scene basta ad alleviare il senso di ripugnanza. Ridi quasi vergognartene. Che arrivava dalla campagna si capiva... Come dici? Non sembrava minorenne? Ma ti sei informato prima? O pensavi fosse la nipote di qualche esotico capo di stato? Anche qua la macchina da guerra veneto-cattolica dispiega le sue armi, il processo per direttissima è vicino. Si arriva sino a Roma in entrambi gli stati che vi risiedono, si zittiscono i giornali che di "Indipendente" hanno solo il nome, si corrompe infine (con soldi e non solo!) il padre della danneggiata e la tapina sarà la sola a pagare. Com'è possibile poi tornare in piazza a ridere e scherzare insieme, o andare a messa? Ce lo insegna il film: la bontà può avere dei limiti, la meschinità no.

Germi lascia la Sicilia, i temi di Gelosia e Onore, e si tuffa nell'Italia conservatrice del Nord che appare in tutto e per tutto un altro pianeta, e riesce a fare un altro capolavoro! Analizziamo un attimo gli uomini agli antipodi dello stivale: sono davvero così diversi? Poco. Forse non ci si preoccupa troppo dell'integrità genitale della donna, ma sul resto cambia nulla. L'onore viene prima della realtà, la conquista qualcosa di cui andar fieri, la donna e anche la coppia sono oggetti sociali che devono incastrarsi in un ordine precostituito. 
Le donne venete invece sono diverse dalle siciliane? Molto in apparenza, sicuramente sono più libere e, per dirla in breve, disinibite. Le mogli sono vere e proprie istituzioni, enti su cui poggia l'equilibrio sociale, e al nord come al sud vale quanto già detto per "Sedotta e abbandonata": "Sono le donne le prime a evitare che questi equilibri non si rompano, nonostante subiscano il patriarcato. Quando però vogliono, con piccoli o eroici gesti, lo scardinano alle fondamenta.".

Capolavoro di una trilogia capolavoro.

Robydick



2 commenti:

  1. Film esilarante e coinvolgente, l'ho visto pure io e recensito alla fabbrica, l'episodio che più mi è piaciuto è quello con Virna Lisi e Gastone Moschin, gli unici due normali, gli altri sono fusi. Comunque è lodevole la capacità di Pietro Germi nel saper criticare anche la gente del nord, con il suo sarcasmo che è molto divertente.

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  2. signore e signori.....PIETRO GERMI!!!

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