domenica 30 aprile 2023

Beau Is Afraid - Beau ha paura

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Visto ieri sera, è un'opera di tale ricchezza e fantasia, pregna di significato, che meriterebbe un'analisi approfondita, meglio se con la consulenza di un esperto di psicanalisi. Mi preme però l'urgenza di mandare subito un messaggio a chi ama il Cinema: Correre a vederlo, in sala, senza indugi. Questo film è un capolavoro.

La locandina in alto è un "4 in 1". 3 sono Beau in versione adulta, interpretati da Joaquin Phoenix (da encomio solenne) e 1 è il Beau bambino. Quest'ultimo serve a qualche visione a ritroso, per capire come poi l'adulto sia diventato quello che è, un ansioso paranoico ultracomplessato. E' un uomo buono, che scopriamo all'inizio in una seduta di psicanalisi che ci rivela, immediato, il tema che è quello di tutto il film: IL SENSO DI COLPA. Verso di chi? La madre, diventa presto palese, ma solo verso di lei? Una madre ossessiva e possessiva cosa fa, lei sola, che non fa invece qualsiasi potere autoritario? Su di Beau, figlio unico di padre morto nel concepirlo, ricadono le colpe del mondo. Su di lui instillo le mie paure, in un transfert demoniaco.

Diversi capitoli, Mondi diversi, esibizione di capacità espressive uniche di Ari Aster, giovane (1986) e già incredibilmente capace. Ha non solo diretto ma anche scritto il film.
I Titoli dei capitoli sono miei, Aster non c'entra.

MONDO APOCALISSE (horror criminale)
Tutto ciò che circonda Beau è infernale. Gente amorale, "illegale", si scannano per strada, cadaveri buttati qua e è là. Gente che ti è nemica. Il mondo è solo pericolo e minaccia. Può esserci un paradiso. Forse nell'obbedienza? Qua comincia il tema che porterà Beau a fare un viaggio per raggiungere la madre, che non riuscirà a compiere nei tempi previsti, tutto gli rema contro. La madre nel frattempo muore...

MONDO PRIGIONE (horror psicologico)
Una famiglia lo accoglie dopo un incidente. Lo cura e lo accoglie come un figlio, anzi diventa il loro figlio ché quello vero è morto in guerra. Compare un braccialetto elettronico alla caviglia. Il Controllo orwelliano.

MONDO FANTASIA (animazione e sogno)
Dopo una fuga entri nel mondo-fuga per eccellenza. Illusorio ma positivo, Beau costruisce una possibile vita emancipata dal cordone ombelicale, circondato da teatranti come lui orfani di genitorialità positive. Pure il cartone animato però non riesce a concludere ciò che non è possibile concludere, soprattutto ha un decorso predefinito con una voce narrante che da dolce diventa inquietante. Sarà sempre la madre?

MONDO CONSAPEVOLEZZA (horror incubo)
Finalmente raggiunta la casa materna. C'è liberazione, persino un immaginifico incontro con la sola fiamma adolescenziale della sua vita. Libero? Una "madre" compare, è la resa dei conti, tutto in questo mondo diventerà chiaro, il suo passato, l'impossibile futuro, una patologia che non lo abbandonerà mai.
Il monologo della mamma Mona (Patti LuPone) è la summa del film, impressionante, mai visto nulla di più scioccante e pervasivo in un film.

Troppo poco e troppo breve il mio "racconto".
Tanti i film che avrei potuto citare per analogie e possibili ispirazioni di Aster, ma ho preferito lasciar perdere, alto il rischio di divagare.

Ogni Mondo potrebbe e dovrebbe essere analizzato più puntualmente. Sono pieni di personaggi bizzarri, grotteschi, insani, anche mostri fantasiosi, ma attenzione a dare ad ognuno di essi un senso troppo compiuto. Sogni ed incubi sono pieni di cose senza senso e Aster abbonda, fa bene. Ne viene fuori un miscuglio di commedia e horror che non è nemmeno definibile in un genere dei noti. Ho riso tantissimo, amaro, acido, cattivo, sorpreso, in tanti modi ma tantissimo al punto da piegarmi in due a volte. Senza distrarmi.

Madre o Potere costituito? Psicologia familiare o Politica?
Entrambi secondo me. "Il Popolo ha paura", deve averne per poterlo dominare. Un tema antico quanto la storia dell'umanità. Comprenderlo non basta ad evitarlo, purtroppo.

Come detto, a mio parere siamo di fronte a un capolavoro, un'espressione di genio totale per contenuti e immagini. Forse fra un po' di tempo, con una visione "casalinga" dove potermi fermare a riflettere prima che nuove immagini mi travolgano, mi concederò una seconda recensione.
A tutti i "?" di cui sopra ho le mie risposte, che ho quasi sempre evitato per lasciare ad ognuno la propria interpretazione e soprattutto per evitare spoiler.

Per quanto mi riguarda, se avesse mantenuto la versione di 4 ore, che magari uscirà in futuro, non me ne sarei lamentato. Qualche "taglio" per l'uscita al cinema è stato comprensibilmente necessario.
Sì, penso proprio che aspetterò la "Director's cut" per la seconda visione.

Robydick



4 commenti:

  1. un film impossibile da raccontare, è solo da vedere, senza fidarsi delle interpretazioni...

    https://markx7.blogspot.com/2023/05/beau-ha-paura-ari-aster.html

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  2. ognuno troverà la sua di interpretazione, sicuramente

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  3. Ari Aster è uno dei pochissimi registi che ancora ha il coraggio di osare. E questo film osa tanto, tantissimo. Risultato forse disomogeneo, ma quanta arte che c'è!

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  4. sono d'accordissimo Kelvin. osare è proprio il verbo giusto

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