Trama: l'omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi, duca di Palma di Montechiaro e principe di Lampedusa, noto come Tomasi di Lampedusa. Il Gattopardo fu pubblicato postumo 5 anni prima, nel 1958, un anno dopo la sua morte. Il successo fu tale che poi pubblicarono altre opere scritte da Tomasi.
La famosissima frase "Bisogna che tutto cambi perché tutto resti com'è" che nel romanzo compare più volte con sfumature diverse è diventata legge per chi cinicamente vuole addomesticare situazioni di "rivoluzione". E l'esperienza in buona parte insegna che è un'affermazione intrisa di verità profonda.
La vita della famiglia del Principe di Salina e signore di Donnafugata è descritta nei dettagli proprio durante e dopo lo sbarco dei mille, nel 1860. La nobiltà siciliana che cambia re ma non cambia nella sostanza. I suoi riti, le tradizioni, tutto ritratto nel romanzo splendidamente resteranno e sopravviveranno al nuovo mondo arrivato.
Il film è meraviglioso e degno del romanzo. Al solito, le musiche di Nino Rota e la fotografia di Giuseppe Rotunno sono da Nobel (Rotunno ha curato anche la versione restaurata completamente nel 1992, quella che ho visto). Addirittura il valzer della famosissima scena del ballo era un inedito di Verdi, riscoperto per l'occasione e fortemente voluto dal regista.
Grandissimo il cast: Paolo Stoppa m'ha fatto impazzire ma l'adoro da sempre; Burt Lancaster non è nemmeno commentabile nel ruolo del Principe, sembra nato per quel ruolo; bravissimo e molto "siculo" Alain Delon nella parte di Tancredi; d'una bellezza corvina che lascia di stucco Claudia Cardinale nel ruolo di Angelica.
3 ore di Cinema indimenticabile.
La famosissima frase "Bisogna che tutto cambi perché tutto resti com'è" che nel romanzo compare più volte con sfumature diverse è diventata legge per chi cinicamente vuole addomesticare situazioni di "rivoluzione". E l'esperienza in buona parte insegna che è un'affermazione intrisa di verità profonda.
La vita della famiglia del Principe di Salina e signore di Donnafugata è descritta nei dettagli proprio durante e dopo lo sbarco dei mille, nel 1860. La nobiltà siciliana che cambia re ma non cambia nella sostanza. I suoi riti, le tradizioni, tutto ritratto nel romanzo splendidamente resteranno e sopravviveranno al nuovo mondo arrivato.
Il film è meraviglioso e degno del romanzo. Al solito, le musiche di Nino Rota e la fotografia di Giuseppe Rotunno sono da Nobel (Rotunno ha curato anche la versione restaurata completamente nel 1992, quella che ho visto). Addirittura il valzer della famosissima scena del ballo era un inedito di Verdi, riscoperto per l'occasione e fortemente voluto dal regista.
Grandissimo il cast: Paolo Stoppa m'ha fatto impazzire ma l'adoro da sempre; Burt Lancaster non è nemmeno commentabile nel ruolo del Principe, sembra nato per quel ruolo; bravissimo e molto "siculo" Alain Delon nella parte di Tancredi; d'una bellezza corvina che lascia di stucco Claudia Cardinale nel ruolo di Angelica.
3 ore di Cinema indimenticabile.
Tadàààààààà eccomi qua. Eh sì Luchino Visconti me lo sono sparato all'università nel lontano 2000 nell'esame la storia del cinema 1. Gran bel film...ma capisci che studiandolo ho finito per averne gli incubi...il professore voleva sapere tutti i movimenti di macchina...e non si può!
RispondiEliminaall'università nel 2000?!? ma sei giovanissima allora! io ti davo non meno di 55 anni e mezzo, pensa che cantonata che ho preso :D
RispondiEliminascherzo eh! che invidia per gli studi che hai fatto. chapeau!
Ahahahah...aloooooora porta rispetto ai vecchi...sul faccialibro trovi tutto...ahahah! Comunque...che due marones...per ogni film che vedevo avevo l'incubo...steadycam o macchina normale? Ripresa dall'alto vuol dire soffocamento? No, no, dammi retta...beata ignoranza!
RispondiEliminaeheh! ma dove sei su fb? il mio profilo lo trovi qui a dx sotto il mio faccione :)
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