"I fatti rappresentati in questo film accadono in Italia, e precisamente in Sicilia, nel paese di Acitrezza, che si trova sul mare Jonio a poca distanza da Catania.
La storia che il film racconta è la stessa che si rinnova da anni, in tutti quei paesi dove uomini sfruttano altri uomini.
Le case, le strade, le barche, il mare sono quelli di Acitrezza.
Tutti gli attori del film sono stati scelti tra gli abitanti del paese: pescatori, ragazze, braccianti, muratori, grossisti del pesce.
Essi non conoscono lingua diversa dal siciliano per esprimere ribellioni, dolore, speranze.
La lingua italiana non è in Sicilia la lingua dei poveri."
Ho voluto riportare l'incipit scritto del film perché è di per sé recensione. Questo Leone d'Oro uscì inizialmente con il dialetto di Acitrezza, incomprensibile persino al resto dei siciliani. Venne poi doppiato in un dialetto siciliano "più comprensibile".
La storia principalmente raccontata è semplicemente quella di un pescatore che cerca di slegarsi dal potere dei grossisti e del consorzio, proprietari di tutto, comprandosi una barca. Lotterà contro tutto e tutti, avrà successo ma poi...
Il realismo del film, come scritto dallo stesso regista, è totale. Anche dal punto di vista tecnico, tutto è girato senza luci aggiunte e le scene notturne sono estremamente scure infatti. Indipendentemente da quanto si riesce a comprendere dal dialetto, tutto è facilmente comprensibile e gli attori sono stupefacenti: è vero che interpretano sé stessi, ma farlo davanti a delle telecamere non è la stessa cosa.
Ogni volta che lo rivedo, questo film mi mette i brividi, è di una bellezza assoluta.
A mio parere, un capolavoro.
La storia che il film racconta è la stessa che si rinnova da anni, in tutti quei paesi dove uomini sfruttano altri uomini.
Le case, le strade, le barche, il mare sono quelli di Acitrezza.
Tutti gli attori del film sono stati scelti tra gli abitanti del paese: pescatori, ragazze, braccianti, muratori, grossisti del pesce.
Essi non conoscono lingua diversa dal siciliano per esprimere ribellioni, dolore, speranze.
La lingua italiana non è in Sicilia la lingua dei poveri."
Ho voluto riportare l'incipit scritto del film perché è di per sé recensione. Questo Leone d'Oro uscì inizialmente con il dialetto di Acitrezza, incomprensibile persino al resto dei siciliani. Venne poi doppiato in un dialetto siciliano "più comprensibile".
La storia principalmente raccontata è semplicemente quella di un pescatore che cerca di slegarsi dal potere dei grossisti e del consorzio, proprietari di tutto, comprandosi una barca. Lotterà contro tutto e tutti, avrà successo ma poi...
Il realismo del film, come scritto dallo stesso regista, è totale. Anche dal punto di vista tecnico, tutto è girato senza luci aggiunte e le scene notturne sono estremamente scure infatti. Indipendentemente da quanto si riesce a comprendere dal dialetto, tutto è facilmente comprensibile e gli attori sono stupefacenti: è vero che interpretano sé stessi, ma farlo davanti a delle telecamere non è la stessa cosa.
Ogni volta che lo rivedo, questo film mi mette i brividi, è di una bellezza assoluta.
A mio parere, un capolavoro.
Roby, lo so è un capolavoro. Ma anche qua. In università proiezione ore 8.00 del mattino...in siciliano strettissimo...ti giro mi veniva da piangere!!!
RispondiEliminaahah! be' sì, non è un "vedere per il piacere di vedere" effettivamente.
RispondiEliminati mando 10 baci grandissimi, mi vai a ripescare delle recensioni... poi Visconti per me è il più grande regista italiano di sempre, venerazione totale.
Roby...pesco nel mazzo di quello che ho visto...piano piano commento tutto...eh! Ma scusa però...sono film culto...e qua non commenta nessuno...MA ALLORA!
RispondiEliminatutto ?!? O_o
RispondiEliminaad oggi sono 1006 recensioni... fai un po' te! ahah!
impressionante
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