Rashomon è il nome del tempio dove durante un fortissimo temporale si rifugiano 3 persone. 2 di esse, un prete ed un contadino, sono stati testimoni a vario titolo di un fatto di cronaca, molto violento, che ha catalizzato l'attenzione degli ultimi giorni. Il 3° chiede loro conto della vicenda, ed gli altri cominciano a raccontare tutte le diverse versioni della vicenda così come testimoniate davanti all'autorità inquirente.
Le varie versioni narrano lo stesso evento con apparente coerenza con quanto rinvenuto nel bosco dove il fattaccio è avvenuto, eppure sono tutte molto diverse tra loro. Ogni versione verrà rappresentata mirabilmente ed alla fine nessuna di esse risulterà essere vera in assoluto. La sola certezza che resterà è l'incertezza della verità e l'inaffidabilità della natura umana. Un finale metaforico riporterà fiducia, a chi la vuol concedere, nella natura umana.
Superlativo il bolero ossessionante che accompagna in buona parte le scene nel bosco e i racconti degli episodi.
Leone d'oro nel 1951, meritatissimo.
EPICO. Tecnicamente, il migliore del Tenno.
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