venerdì 21 gennaio 2011

Porcile

18
1969, Pier Paolo Pasolini.

2 vicende apparentemente slegate si alternano fino a fondersi nel finale. Da una parte un ambiente glabro, vulcanico (scene girate sull'Etna), nel medioevo. Dall'altra un contesto contemporaneo, una ricchissima famiglia tedesca.

Nel medioevo un giovane soldato incontra diverse persone e situazioni. Nessuno parla, breve eccezione nel finale. Fenomeni di cannibalismo, sacrifici a divinità.
La famiglia tedesca ha un figlio che manifesta comportamenti incomprensibili, come la difficoltà ad innamorarsi della giovane figlia di altri industriali. Ama moltissimo i maiali.

Si capisce che non c'ho capito un beato pene?
Non è del tutto vero eh, ma è il modo in cui il messaggio arriva, il simbolismo estremo ad avermi reso il film criptico. Per me forma e sostanza non sono scissi.
Se mi metto lì ad analizzare uno ad uno tutti i dialoghi letteralmente (a parte i trallallero trallallà, che proprio...) va bene tutto, ma che c'entrano coi cannibali medioevali non saprei dirlo, perché recitano con quel parlare da scemi nemmeno, con quelle esclamazioni infantili. Non c'è una situazione "normale" che sia una, tutto è totalmente estraneo alla realtà. Da Pasolini non mi aspetto cose "normali" però accidenti, mi sono venute 2 sacche! Non è il Cinema, arte anche complessa ma popolare, che mi piace e mi diverte sempre. Mi duole dirlo ma è la verità, film troppo distante e lontano dalla gente comune che egli ama ed ha amato ritrarre. Avrei voluto vede' la gente de' borgata che m'è affine al cine, dopo la visione de 'sta robba... a voja le pernacchie che volavano!

Ho chiesto all'amica Petrolio (al secolo Milena) un contributo per questo film, da alcuni considerato il capolavoro di Pasolini; l'avevo chiesto prima di vederlo, non pensavo diventasse così essenziale per me.
Ecco il suo testo:

M'affaccio. Il letto è sfatto. Ho scostato appena il lenzuolo. S'avvertiva un fetore insopportabile. Ma non ne scorgo l'origine. È ancora intenso. Sudore e brividi. Paradosso e delirio. Capogiro. M'appoggio alla testiera. Ma scivolo in basso. Assurdo; annaspo, affondo e non riesco ad aggrapparmi ché non ho più le mie dita. Tu ti sporgi e mi guardi stupito e divertito: afferrati, ti tiro sù. A cosa ti servono? - grugnisci - a morsi sarei capace di staccarti un braccio. Io non obbedisco. Non voglio. Né ascoltarti, né tanto meno fidarmi. Ho la nausea, ma continuo a nutrirmi di sussurri estenuanti e strazianti dubbi. In gran segreto. Mi nascondi. Inconfessabile propensione al sudiciume. Io ne sarei affetto? Al tuo pari? Né diverso, né copia. Ma io voglio vivere, padre. Lasciami vivere. Lascia… Vuoi che diventi come te: maschera di dolore e di godimento, sei divorato da sporche pulsioni e gemi, e urli, ti rotoli selvaggio e mai pago. Non mi avrà, né mi avrete. Né vivo, né morto. Io lo detronizzerò. Mi ribellerò alla sorte sua. Me ne ha lasciato i segni. Li custodisce nel cassetto, insieme a fango e letame, li tirerò fuori, e li condirò, e li darò in pasto insieme a me… né sveglio, né vinto.
Chissà mai qual è la verità dei sogni
oltre a quella di renderci ansiosi della verità.


Ecco, già con questo le cose si chiariscono parecchio! si fa per dire... Poi uno si chiede perché Milena ha un nick che richiama Pasolini! Niente, il pene continua a raffigurare al meglio la mia comprensione del film.

Tutto questo Milena me lo ha inviato prima che io vedessi il film, era il 4 Gennaio.
Oggi (14.1.11) le ho scritto dicendole appunto "guarda, mi spiace, ma non l'ho capito..." anche perché mi rattristava averla coinvolta proprio in un film che non mi aveva preso, e lei che è persona di rara squisitezza mi ha risposto con questa mail:
... a dir la verità è uno dei film di Paso che ho rivisto ben 15 volte da quando c'è BungonDeBungoni… pensa te! Non volevo sbagliarmi a giudicarlo uno dei porci di cui parla il film (chiedendo scusa a loro). Non so, a me fa l'effetto opposto, ho paura di avere a disposizione talmente tanti significati che chiedo a me stessa: ma sei sicura, non è che stai esagerando? :)))) Ed è, essendo io una grande appassionata di teatro, una delle trame di Paso scritta proprio per il teatro e infatti tempo fa ho visto un meraviglioso spettacolo in cui si traspone il film… Oggi come oggi è uno dei film più crudi e allo stesso tempo ben innestati nella realtà quotidiana: un giovane che non riesce a decidersi, se confessare il suo segreto, se opporsi alla borghesia tanto odiata, se uccidere il simbolo della borghesia, suo padre, se… se… se… ma non farà nulla di tutto ciò, non confesserà, né si opporrà, né ucciderà, né fuggirà, né… né… né… ambiguità e doppia, tripla, quadrupla identità, dolcezza e struggente addio alla ragazza che lo ama e non riamata va via… uno stupendo monologo, il pezzo teatrale più drammatico e sanguinante che io abbia mai sentito! Ma prima di tutto per me questo film è socialmente utile, in una situazione come la nostra, c'è l'eterna contrapposizione tra l'ideale e l'indifferenza e il conformismo, l'inerzia e l'impegno politico, il latente principio di bestialità nazista e la voglia di combatterlo. Ed è per questo che Paso nomina spesso Grosz artista che nei suoi dipinti ispirati all'iconografia popolare e riprendeva allo stesso tempo stili del passato… guardando le sue opere fiaba-apocalisse nelle quali ritraeva la società del dopoguerra tedesco io ci vedo molto della nostra… un gran letamaio e tanti porci che ci sguazzano.

Ecco, grandi lodi a Milena-Petrolio, gratitudine e ammirazione infinita per lei. Solo mio conio "BungonDeBungoni", onomatopeica variante del nome d'un intuibile stomachevole personaggio che nei miei blog è assolutamente innominabile.

Da vedere.
Solo di una cosa ho certezza: un giudizio "moderato" per un film del genere è impossibile.

p.s. del 17.1.11
E' curiosa questa rece, la rileggevo ora.
Avrei anche potuto fare "il figo", leggere ed accumulare opinioni a destra e a manca per scrivere un articolone da dottorone, ma il principio base con cui è nato il blog m'ha portato a esporre quello che ho pensato al termine della visione. Come sempre, anzitutto le sensazioni, il piacere della visione, come uno che va al cinema, esce e comincia a pensarci su.
Ciononostante, parlare in termini non lusinghieri di un film di Pasolini mi faceva veramente star male, provavo imbarazzo, e vergogna. Siamo soli solo se vogliamo esserlo; ho chiesto e Milena m'ha aiutato. Uno dei post più brutti che mi preparavo a pubblicare è diventato, per me, uno degli Indimenticabili.
Bellissima questa cosa, ed istruttiva. Mi piace tantissimo la parola Istruttiva.


18 commenti:

  1. Io, da piccolo, quando andavo in campagna dai miei zii contadini, ci parlavo coi maiali. Grugnivano in risposta, ma avevano lo sguardo intelligente.
    Quindi potrei essere, "L'uomo che sussurrava ai maiali"...

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  2. ahah! potresti fare un salto ad arcore e sussurrare a illo di togliersi dai cabasisi? :)

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  3. Scusa, Roby, ma devo proprio dirlo! Quant'é brava Petrolio/Milena! Ma vedi, ce l'avevi anche tu sulla punta della lingua, per così dire, il segreto del fascino dell'arte, in questo caso della settima (il cinema): dicendolo con mie parole dozzinali, sono le impressioni che ogni singolo se ne fa. Ancora: scorto il titolo del tuo post, senza averlo ancora letto, mi ero appuntato mentalmente le solite facili metafore sui maiali. Però, come Harmonica, mi viene da aggiungere, sempre alla mia maniera: ma poveri suini, oltre che mangiarne quasi tutta la carne (chi non é vegetariano o mussulmano!), ma quanto male dobbiamo fare loro ancora?

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  4. petrolio hai scritto cose splendide,hai coltom,secondo me,tutto quanto vi sia in questo film che,insieme a salò,considero il capolavoro di Pasolini..

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  5. caro adriano, petrolio è bravissima, non l'ho mica coinvolta a caso e questa rece è sua in tutto e per tutto. riguardo al maiale, è il re della carne, non ci sono discussioni :)

    che dire al minatore brazzz? un saluto :D

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  6. ahahahhahahaah! ma è deliziosa la tua rece! La mia effettivamente è un po' troppo adorante! Non ci posso far nulla… lo amo! Ma amo anche te e quindi… 'te possino'! Te l'avrebbe detto anche lui. 'Mah, Robè, cosa ti dovrei spiegare? Gli altri li hai capiti, li hai apprezzati, e allora… lassa perde!' :)))) Sul serio: questo film è nel mio personale olimpo, ce ne sono tanti, altri suoi, ma quando qualcuno mi nomina Paso a me viene in mente Porcile. Sarà per il suo particolare elemento contraddistinguente: il suo amore universale nei confronti di uomo-donna, popolo-massa, gli altri avrebbero voluto tenerlo segreto e nascosto e lui invece parla coi maiali e si dà in pasto! Ho sempre pensato che tutte le opere di Paso fossero un monito, una potente preveggenza… oggi dico, erano lui in tutto e per tutto!
    Grazie ragazzi! questo è stato un bel regalo per me, un abbraccio Roby! *****

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  7. Bello "L'uomo che sussurrava ai maiali" di Harmonica... Oggi invece abbiamo maiali che governano gli uomini, ma lasciamo perdere...
    Non so perché, per associazione di idee, il maiale mi ha fatto andare col pensiero ad alcune scene follemente scrofesche di uno strano film olandese intitolato Il vestito...
    Bella la collaborazione con Petrolio: non a caso io, nel parlare di questo mio anno di esperienza blogghereccia, uso sempre l'espressione "fecondazione reciproca" (in senso intellettuale, naturally...)

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  8. milena, il regalo ce lo hai fatto te a noi :)
    potevo lasciare su un film del genere le sole annotazioni da "grezzo di taverna"?
    sei giustamente adorante! io coi film che amo divento uno zerbino, figurati :P

    sì, queste collaborazioni/contaminazioni sono bellissime Nicola. perfetta la definizione "fecondazione reciproca".

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  9. A me invece questo manca, uno dei pochi suoi. E non so se lo guarderò spinto della recensione, o se lo guarderò per capire un minimo la recensione.

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  10. potresti guardarlo prima di un allenamento caro webrunner, vai come un treno dopo, ahah!

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  11. ahhahahaha no, Weeeeb! se pensassi a questo film mentre corro mi verrebbe naturale rotolarmi in un prato… verde però! :)

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  12. Grande il commento del runner...
    Bella recensione Roby!

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  13. Film disturbato e disturbante, come del resto era Pasolini in quegli anni.
    Un'allegoria, una sorta di favola con un montaggio eccezionale (la vera forza del Film), con le due storie parallele che si specchiano l'una nell'altra.
    Una quasi Horror, cupa ; l'altra satirica e decisamente ironica. Il tutto che porta ad un finale che lascia poco spazio all'immaginazione. Ci siamo organizzati in una società che, a conti fatti, risulta essere un porcile nella quale i "figli" non omologati vengono distrutti.
    Concetto espresso nel 1969, in cui, dopo gli anni del boom, cominciavamo stralunati a rispecchiarci.
    Dopo, le sensazioni, la realtà, e purtroppo anche i sogni sono precipitati in una realtà che forse neppure il grande PierPaolo avrebbe potuto prevedere.
    SuperCapolavoro....
    ..e non così elitario come potrebbe sembrare ad una prima visione.

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  14. petro', nel fango... ci si rotola nel fango :)

    ciao ernest, giro i complimenti a Milena ovviamente ;-)

    grazie magar! m'incoraggi a riprovarci, ma non te lo prometto eh

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  15. Per i tempi che corrono in effetti la metafora di Porcile potrebbe calzare... Ti accoppi con i porci e alla fine i porci ti divorano. Purtroppo, dal mio punto di vista, il limite del film di Pasolini (autore che adoro) sta proprio in questa metafora, talmente forte che finisce per sbranare davvero tutto il resto. L'uso della recitazione antinaturalistica, quindi di un doppiaggio volutamente artefatto, così come la stessa verbosità dei dialoghi, poetici sì ma artificiosi, complicano la visione un film (secondo molti tra i minori di Pasolini, secondo lui tra i migliori...) che comunque continua a dirci qualcosa. Io l'avrei visto - ridimensionandolo - come un capitolo, una propaggine di Teorema ...film assai più interessante e risolto malgrado, anch'esso, poco adatto ai più.

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  16. Peter, m'hai tolto le parole di bocca, anzi me la hai messe :)
    Teorema l'ho apprezzato tantissimo!

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  17. Bella questa cosa tra te e Milena/petrolio (l'ho voluta leggere con calma). Ho un ricordo vago di questo film di PPP, troppo lontano nel tempo, ma le parole di Milena mi hanno ricordato un film che ho visto alcuni giorni fa, "Qualunquemente". Albanese pasoliniano? ...anchemente.

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  18. anchemente è simpatica, ahah! non saprei dire, meglio chiedere a Milena :)

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