giovedì 23 giugno 2011

La casa del sorriso

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Adelina è una bella vecchina, non tanto anziana ma abbastanza da vivere in un ospizio. Ha perso il figlio da poco morto e la nuora con le 2 nipoti la va a trovare solo per interesse su eredità. Tutti gli uomini la tengono d'occhio, nella sua "categoria" si distingue per bellezza e soprattutto per il suo sorriso dolcissimo, e sarà Andrea quello che saprà corteggiarla ed ottenerne le grazie. Inevitabile suscitare invidie agli altri ospiti e imbarazzi al personale gestore del centro.

Adelina e Andrea però hanno le idee chiare e soprattutto lei, Miss Sorriso nel 1947 in non ricordo che concorso, saprà sempre reagire con un sorriso appunto alle piccole e grandi cattiverie che toccherà loro subire, cosa che aumenterà ancora di più l'amore di Andrea. Se le citate invidie dei "colleghi" sono tutto sommato comprensibili (maggiori quelle degli uomini che non delle donne), meno lo sono i sempre citati imbarazzi del personale che arriveranno a tradursi in vera e propria persecuzione rubando alla donna ciò che le è più caro ed eterno, inattaccabile persino dal tempo: un sorriso amabile. Le faranno sparire la dentiera, la sola cosa che le poteva causare depressione e tristezza, e il fatto di aver dato tutto quello che aveva alla nuora l'ha messa in una indigenza che non le permette di provvedere in breve tempo ad una nuova. Come ogni favola che si rispetti, anche questa storia troverà una soluzione, solo che non sarà quella che le favole normalmente propongono e Adelina troverà una strada tutta sua, nonostante Andrea e nonostante tutto.

Ambientazione visionaria molto "a la Ferreri" rasente il grottesco. Interpretazioni pacate con rare punte di frenesia, tutto scorre placido coi partecipanti alla storia come ad un gioco, tutta la vita in fondo lo è, ricopriamo parti e ruoli in modo causale e casuale, al timone della barca e in balìa di correnti. La parte finale della nostra vita ci vede, se si è un minimo seminato bene, consapevoli di ciò e quindi più umili ma anche volenterosi di godere quanto ancora è possibile solo che, soprattutto in un contesto come quello descritto, si è in una condizione di sostanziale impotenza, persino di sudditanza con le generazioni che si è cresciuto e l'unica soluzione per avere ancora un po' di libertà è semplice: abbandonare tutto, ricominciare altrove.

Pur avendo vinto l'Orso d'Oro a Berlino non ha avuto grandi riscontri se non dalla critica più "cinefila" e incline al genere autoriale, eppure è un film dalla chiave di lettura semplice e molto dolce e poetico, ai miei occhi apprezzabile da un vasto pubblico, ma forse mi sbaglio e sono io che a furia di vederne di film ho perso contatto con chi invece li guarda episodicamente.

Lo consiglio decisamente.
Rileggendo quanto sopra ho notato il ripetersi più volte della parola Sorriso. Non correggo, va bene così.


20 commenti:

  1. stiamo parlando di uno dei più grandi registi italiani di sempre..ciao..brazzz

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  2. Mai visto ma lo vedrò, perché abbiamo veramente bisogno di sorrisi.

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  3. sì brazzz, tra i più originali sicuramente!

    vero alberto, e questo film riesce a dare proprio il messaggio che dici e senza scadere nel banale, vedrai ti piacerà.

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  4. Roby bella recensione...ma il frame della dentiera????? Ma ne vogliamo parlare???? Maròòòòò....

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  5. BELLO… poi sto andando verso l'età… :)

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  6. Questo è da mettere non solo in lista, ma IN CIMA alla lista. Grazie!

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  7. grazie, sei sempre molto generosa con me! :P
    (nessun doppio-senso eh... ahah!)

    petro', macheddici... fatte le proporzioni allora io sono uno zombie !! :****

    prego zio, è un piacere :)

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  8. il titolo Roby mi ha fatto pensare quanto basta a volte per sollevare la giornara dei nostri "vecchietti".
    Ogni mattina quando entro in Istituto sono già li chemi aspettano, con la sigaretta in bocca, è come un rito di entrata e un sorriso...

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  9. bella ernest, ti aspettavo per un commento così, so di cosa ti occupi... massima stima!

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  10. Questo non lo conoscevo, ma devo proprio vederlo!

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  11. Ferreri,Ferreri.Quanto ce manca.Con "L'Ultima Donna" mi ha scatenato un trauma! Recupero necessario.A' Gajardo, cinefilo de paura.Lasciatelo dire.Un grande saluto!

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  12. belu', grazie eh, ma cosa mi vai a citare! O_O
    non lo ricordavo più quel film, e sì che l'ho visto sulla rai3 dei tempi belli... la muti e depardieu in certe scene... bravissimo!

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  13. un sorriso per la fine della giornata e l'inizio del nuovo giorno.
    'marò che poeta.. :o)

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  14. harmo, te stai a rammolli'??? no eh! :D

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  15. Ho un buon ricordo del film, e le tue note e le foro me lo confermano. Mitico per me il cocomero-garconniere ... grandi gli attori. Se non ricordo male la Thulin è stata protagonista anche de "L'Agnese va a morire", storia partigiana ambientata nelle valli di Comacchio. O sbaglio?

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  16. bravo alli, proprio lei in quel film... ho controllato con wiki eh, non lo sapevo :P

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  17. Lo so bene, perchè alcuni anni fa sono stato a Comacchio, a fare una gita culturale nelle famose valli, e la guida ci ha portato dove hanno girato il film. Ero in compagnia di amici, che mi hanno poi cazziato perchè non mi ricordavo di tale film (ero il cinefilo del gruppo), che da allora non dimentico più ;)

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