giovedì 27 aprile 2023

Peterloo

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"Joseph, un giovane trombettiere, reduce dalla battaglia di Waterloo rientra a Manchester, dove trova la propria famiglia e l'intera popolazione rovinata dalla crisi economica e dalla rapacità dei proprietari. Monta la protesta e nel 1819 si tiene una grande manifestazione sotto la guida di alcuni riformatori radicali, in particolare Orator Hunt, con la richiesta della riforma elettorale e dell'abolizione delle Corn Laws. Nonostante il carattere pacifico della protesta la manifestazione viene sanguinosamente repressa dall'esercito come se si trattasse di una rivolta. L'evento passerà alla storia come la battaglia di Peterloo, con ironico riferimento a quella di Waterloo.".

Se avessi visto il film senza alcuna presentazione, al buio di ogni informazione, lo avrei attribuito a un regista che apprezzo particolarmente (al netto di qualche cantonata): Ken Loach aka "Ken il rosso".
Invece è un altro grande del cinema anglosassone, che l'ha scritto e diretto: Mike Leigh. Per quel poco che lo conosco, è un regista che ama addentrarsi in situazioni "spinose" dove non è ben demarcabile il personaggio o la vicenda (vedi ad es. l'ottimo "Turner").

Qua c'è poco da inventarsi, l'evento storico tra i più tragici della storia inglese, "Il massacro di Peterloo", è chiaro, ben definito e non ammette ambiguità. Delle 2 ore e mezza circa del film, quasi 2 ore potevano svolgersi in un teatro e sono dedicate, con dettaglio e persino qualche prolissità affatto inopportuna, ad illustrare la situazione difficilissima in cui vivevano le persone nel Lancashire. A fronte di una popolazione che faceva letteralmente la fame, il governo contrapponeva una magistratura crudele (bastava rubare un cappotto per essere condannati all'impiccagione) e un'aristocrazia, in primis il principe reggente (il futuro Giorgio IV) imbolsita e frivola. Prolissità dicevo, che potrebbero stancare cinefili poco allenati, che sono però il sale della trama che poi, al grande raduno di Manchester (manifestazione? sciopero? etichette inutili) esploderà. Senza quel lungo lavoro di propaganda da parte dei radicali, incessante, capillare, non sarebbe stato possibile realizzare quell'evento. Per quale motivo noi spettatori dovremmo vederne solo il risultato finale senza ammirare ogni più piccolo sforzo per raggiungerlo? Bravissimo Leigh, hai fatto benissimo.

Una folla oceanica fatta di famiglie intere, bambini compresi, pacifica e disarmata, verrà attaccata da guardie a piedi con baionette inastate, altre a cavallo con sciabole sguainate. "Il numero esatto di coloro che furono feriti o morirono a Peterloo non è mai stato stabilito con certezza. Varie fonti sostengono 11-15 morti e 400-700 feriti. Il Manchester Relief Committee, un ente istituito per fornire soccorso alle vittime di Peterloo, fornì un numero di feriti pari a 420, mentre le fonti radicali ne elencavano 500. Il numero reale è difficile da stimare, anche perché molti dei feriti nascosero le loro condizioni per paura di ritorsioni da parte delle autorità".
Ho già scritto Bravissimo al regista, mi ripeto perché questa parte del film, pur senza mostrare troppo sangue (direi una forma di rispetto per le vittime) è grandiosa per tutto: numero di comparse, scene di combattimento... sembrano immagini di repertorio tanto sono realistiche! E che potenza comunicativa!

La settima arte si dimostra ancora una volta, a mio parere, il miglior modo per divulgare storia, cultura, arte in generale. Arriva a tutti, coinvolgendo l'anima dello spettatore. 
Grande Cinema.

Robydick

Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.



2 commenti:

  1. davvero un film potente e imperdibile, d'accordo con te

    https://markx7.blogspot.com/2020/08/peterloo-mike-leigh.html

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  2. mi fa piacere Ismaele. faccio un salto a leggere la tua

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