"Nell'Inghilterra dell'età vittoriana, Algernon Moncrieff ed Ernest Worthing sono due amici di vecchia data. Il primo abita in città ed il secondo in campagna, ed entrambi vivono una "vita segreta": Algernon finge di avere un vecchio amico malato di nome Bunbury in campagna, mentre Ernest, il cui vero nome invece è Jack, finge di avere un fratello scapestrato di nome Ernest, nome con cui appunto si presenta in città. Questo espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive case e famiglie quando meglio credono. ... ".
Colin Firth nei panni di Ernest "Jack" e Rupert Everett in quelli di Algernon "Algy" sono perfettamente a loro agio col loro fascino in questa che, per un lungo tratto iniziale, sembra una semplicissima commedia in costume, ricca di quello humor molto "british" fatto di battute ironiche, sarcasmi e saccenterie linguistiche. E' uno humor che personalmente, senza abusarne pena nausea, trovo gradevole. Tutto secondo aspettative, dopo che scopri che il soggetto è una commedia di Oscar Wilde scritta nel 1894, intellettuale che a dispetto di quante gliene hanno fatte passare aveva un innato gusto per l'umorismo che esercitava con rara abilità, prova ne sono l'enormità di aforismi a lui attribuiti. Un esempio: "Non ci sono libri morali o immorali. Ci sono libri scritti bene o scritti male."
Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900) |
Il grande poeta e scrittore irlandese giocò sul nome del protagonista. Ernest in inglese ha la stessa pronuncia della parola "earnest" che significa "onesto".
Quando il rubacuori Algy si reca sotto mentite spoglie alla residenza di campagna di Jack, per concupire la bella pupilla Cecily, dirà di essere Ernest, il fratello di Jack. A un tempo la promessa sposa di Jack, Gwendolen, arriverà anch'essa alla residenza, di soppiatto dalla madre, convinta che sposerà Ernest. Inizieranno equivoci e cambi d'identità a non finire, esilaranti, dove nessuno è Ernest, e cioè: nessuno è onesto. Come direbbe Peppino De Filippo in un noto film: "... e ho detto tutto!".
E', rimane e sempre sarà una commedia divertente e brillante. Con una strizzata d'occhio alla satira di costume. Oscar Wilde però non può essere così banale: conta Essere o Sembrare?
Robydick
Fonti: tutti i corsivi virgolettati, se non diversamente indicato, sono da Wikipedia.it.
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