sabato 4 giugno 2011

Dov'è la libertà...?

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Il buon Salvatore è in aula processato per aver cercato di entrare abusivamente nel carcere, incredibile ma vero. Durante il processo racconterà ai giudici e ad un pubblico curioso la sua drammatica vicenda, talmente scoraggiante sulla onestà dell'umanità c.d. "libera" da averlo portato a un gesto di quel genere, a voler tornare nel carcere da dove era uscito da poco, dopo oltre 20 anni di detenzione.

La storia comincia nel 1930 quando Salvatore, nella sua bottega di barbiere, uccise il suo migliore amico perché la moglie gli disse che egli la insidiava. Da quel fatto quindi la carcerazione. E' entrato in carcere prima della guerra e ne esce che è finita da un pezzo.
Tornato libero e pure ormai vedovo dovrà cercare di rifarsi una vita, una cosa difficilissima. Ci sono necessità ma anche dei bisogni, come quello di una donna, una famiglia. Le persone che incontrerà però tenderanno tutte a sfruttarlo in qualche modo, fino a quando troverà la famiglia della ex moglie, piuttosto arricchita e stranamente disponibile nei suoi confronti, nel dargli vitto e alloggio e pure una donna da amare, di fatto. Ma Salvatore scoprirà tutto quello che c'è dietro, quanto basta per preferire l'onestà dei suoi amici carcerati e fare il gesto che sappiamo.

Non è il Totò che "fa ridere". In qualche momento sì, come durante le scene in tempo reale nel tribunale, ma per il resto è una storia drammatica, triste, anche un po' pessimista, non me l'aspettavo così tanto. E' un disincanto senza sosta la sua uscita dal carcere. Se era normale e prevedibile che la città fosse cambiata, la delusione grande arriva dalle persone, delle quali scoprirà disonestà e crudeltà per lui insospettabili. Forse Salvatore, durante il carcere, pensò che quel tipo di comportamenti finissero tutti tra quelle mura e che fuori di lì regnassero alti valori, e invece...

Film un po' strano, mischia realismo "duro" a momenti da commedia in modo non sempre prevedibile, ci sono pure delle (belle) canzoni dell'epoca cantate da Totò, e qualche romanticheria, così, come se non sapesse bene da che parte stare. La storia però è carina, con qualche spunto interessante anche se con aspetti molto poco plausibili, e poi appunto c'è Lui, l'Attore per eccellenza.


10 commenti:

  1. L'avrò visto di sicuro, da ragazzino non mi perdevo un Totò. Totò triste, Totò allegro, era sempre un piacere vederlo recitare ... Rossellini poi.

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  2. Mi sembra di ricordarlo.Come al solito un grande Totò.

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  3. Accidenti, uno dei pochi Totò che mi son fatto sfuggire, imperdonabilmente e non per molto!
    Ogni tanto nelle cronache spuntano storie simili, di gente cui vengono concessi i domiciliari ma che fa di tutto per tornare dentro, perché a domicilio il poveraccio è angariato dalla moglie... oppure di altri talmente impossibilitati a guadagnarsi il pane da commettere subito un "delitto" assurdo, tipo schiaffeggiare uno in divisa, pur di tornare dentro, con vitto e alloggio assicurati.
    Ma qui mi par di intuire che c'è molto, molto di più. Ed è un di più quanto mai attuale, attualissimo. Da brividi.

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  4. bravo alli! come vedi è una trasmissione rai, ma non passa spessissimo

    ciao overthewall! sempre grandissimo Totò

    zio, ti dirò... non ho voluto affondare la mano su temi diciamo "sociali", nei weekend sto leggero, ma qua come hai intuito gli spunti non mancano, pur in un film che ha tutta l'elegante leggerezza del nostro mito e sono curioso di sentire cosa ne pensi.

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  5. Grande prova del Principe DeCurtis.Cinefilo D.O.C, Robydick.Gajardo al cubo.Se ti capita, cerca le interviste di Fulci e i suoi aneddoti su Toto',perchè sono strepitosi!Un grande Saluto!

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  6. interviste a fulci su totò??? un altro mio mito! belushi, ma quante ne sai... starò in campana, in rete nun se trovano, cerco sul tubo :)

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  7. Bel film invece sempre molto sottovalutato non si capisce nemmeno bene perchè, il primo in cui Totò incominciò a confrontarsi con i grandi "nuovi" registi del cinema italiano, del dopo "nuovo realismo".

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  8. napoleone, sai meglio di me che totò fu "vittima di sé stesso", meglio dell'idea che critica e pubblico s'erano fatti di lui. la critica lo trattava da macchiettista e il pubblico voleva solo ridere. senza generalizzare eh, ma poi accadeva che i registi faticavano con lui probabilmente, succubi a loro volta.
    pare che rossellini perse presto affezione per questo film e che alcune scene furono dirette da altri registi, si parla di monicelli, fulci e pure fellini.

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  9. Sì un film triste. Ma Totò ha sparso tristezza, cioé umanità, anche in tanti altri film.

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