sabato 9 marzo 2013

South of the Border - Chavez l'ultimo comandante

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In occasione dei 50 anni dalla Rivoluzione Cubana questo documentario, presentato alla 66esima Mostra di Venezia, appare anche in concomitanza dell'avvento alla Casa Bianca di Barack Obama, un presidente che allora è stato visto con grandi speranze, oggi in parte deluse. Due buoni terzi della pellicola sono dedicati a Hugo Chavez – morto recentemente di cancro – che ne è di fatto il protagonista. Oliver Stone ci porta in viaggio per l'America Latina, mostrandoci un nuovo paradigma economico emergente, smentendo anni di propaganda occidentale, che vuole seppellire il Socialismo quando ancora respira.

L'inizio è tutto un programma. Si vede una giornalista americana un po' svampita che commenta un'abitudine sospetta di Chavez: bere cioccolata la mattina. Chiaro indizio del fatto che il Caudillo faccia uso di coca. Un collega ribatte, preoccupatissimo, sostenendo di fare uso di ovomaltina a colazione. Ed è questo il livello dell'informazione statunitense, che usa come metro per distinguere i dittatori dai democratici, quello della loro rispettiva discordanza o concordanza con le direttive yankee.

Hugo Chavez, molto semplicemente, è stato eletto tredici volte di fila presidente del Venezuela. Tentò prima un colpo di stato nel 1992, contro il presidente filo-americano Carlos Andres Perez, che negli anni '70 e '80 aveva ordinato sanguinose repressioni militari contro i dimostranti. Tra quei militari c'era anche il giovane Chavez, che cominciò a chiedersi come mai in un paese democratico i militari venissero usati contro il popolo, anziché proteggerlo dai nemici esterni. Il problema è che spesso e volentieri nel Sud America le potenze straniere, le multinazionali, hanno dettato legge, imposto i capi di stato, riducendo il popolo a nemico. Così tenta il golpe, ma fallisce. Ammette le sue responsabilità e finisce in carcere. Nel frattempo scoppia lo scandalo: il legittimo presidente Perez – quello democratico “insomma” – avrebbe fatto affari con lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi del paese, in mano a società straniere. Un anno dopo, nel 1994 la popolazione scende in piazza per chiedere la scarcerazione, non di Perez, bensì di Chavez. Quattro anni dopo si presenta alle elezioni presidenziali, la sua rivale è una ex "Miss Venezuela" dagli argomenti piuttosto scontati e banali; nonostante questo, qualcuno ancora si chiede, «come ha fatto Chavez a vincere?».

Il nuovo presidente riforma la costituzione permettendo al popolo di recarsi alle urne per rimuovere ministri e funzionari incompetenti; vengono nazionalizzati i giacimenti petroliferi; il paese si allontana dagli artigli del Fondo Monetario Internazionale. Oggi sappiamo, dati alla mano, che il defunto Chavez lascia un popolo con un tasso di povertà decisamente inferiore a prima, ma soprattutto libero di esprimere la propria autodeterminazione. L'America di George W. Bush ha tentato di rovesciarlo coi metodi che l'idea statunitense di democrazia gli ha ispirato, così come ad altri suoi predecessori: un colpo di stato. L'esercito invece – ed è questa una cosa inedita – sostiene Chavez, non vuole saperne di appoggiare il golpe, così fallisce miseramente, lasciando l'Occidente nell'imbarazzo più totale, infatti gran parte dei governi, della stampa e dei colossi bancari annunciano a caratteri cubitali il loro sostegno al colpo di stato, che a loro dire, doveva essere appoggiato dalla popolazione locale (leggasi militari locali); in un mondo dove ci si arruola per assenza di reali opportunità lavorative certe sfumature sfuggono, facendo prendere cantonate micidiali ai profeti del libero mercato.


Il Chavez intervistato da Stone era (è) solo la punta di un iceberg; il regista incontra tanti altri presidenti latino-americani: Evo Morales (Bolivia; primo presidente indigeno del suo paese); Cristina F. Kirchner (Argentina – prima presidente donna del suo paese – Stone la provoca chiedendole quante paia di scarpe usa e lei sta al gioco lamentandosi di quanto gli uomini siano lenti); Rafael Correa (Ecuador; che ha proposto di costruire una base ecuadoriana a Miami in cambio di una americana nel suo paese – Sic!); Raul Castro (Cuba; fratello e successore di Fidel, già intervistato in due documentari da Stone); Fernando Lugo (Paraguai; è anche Vescovo della Chiesa Cattolica); Luiz I. Lula da Silva (Brasile; ex operaio metalmeccanico). Tutte persone che, come fa notare anche la Kirchner, finalmente rappresentano sul serio le istanze della gente, perché vengono sul serio dal popolo. Prima ci sono stati casi di presidenti che nemmeno riuscivano a parlare correttamente la loro lingua, essendosi formati per tanti anni in università statunitensi. 

Caspita! Ben sette dittatori … uno è pure Vescovo. Tutti amici di Chavez, tutti eletti dal popolo in libere elezioni, tutti perseguono il sogno bolivariano di un Sud America unito, che possa meglio contrastare, con un nuovo paradigma, quello degli occidentali. Certo se dovessimo applicare il Rasoio di Occam (la soluzione più semplice è quella più probabile) sarebbe elegante pensare che il dittatore sia quello che più si discosta dal gruppo. “Trova l'intruso”. Ma verrebbe fuori che l'intruso è l'Occidente dei mercati e della globalizzazione. No, figuriamoci.

Oppure è il ragionamento ch'è sbagliato; tenendo conto che non se ne possono usare sette diversi.

Voto: 5 stelle.

Aggiornamento 25/03/2013
Finalmente il documentario sarà disponibile nelle sale italiane a partire dal 16 Aprile col titolo "Chavez, l'ultimo comandante". Anche se effettivamente la pellicola non tratta solo di lui, ma di tutta la realtà latino-americana.

Giovanni Pili


23 commenti:

  1. Max, sottoscrivo il tuo commento dall'altra parte.
    Venendo a noi Giovà, bel documentario di Oliver Stone che però come anche per l'ancora più riuscito "Comndante". pecca troppo di ingenuità e manicheismo oltranzista. Lugo si è anch'esso dato la zappa sui piedi per sua strutturale ingenuità, facendosi destituire con un impeachment cavilloso-istituzionale, appoggiato e architettato anche lì dagli americani e dagli ambienti reazionario-imprenditoriali del Partido Colorado, da 61 anni al potere prima di Lugo, con la dittatura di Alfredo Stroessner.
    Fatto sta che l'ex vice di Lugo del Partido Colorado e Presidente del ParaguaY attuale, Federico Franco, è l'unico a non avere presenziato ai funerali di Chavèz.
    Come ti ho detto Stone pare abbia finalmente terminato il suo doc.-intervista con Ahmadinejad, che alla cerimonia funebre per Chavèz pare abbia tenuto un'orazione accolta da scroscianti applausi.

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    1. Quanto tempo passerà per vederlo nelle sale secondo te?

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  2. interessante, certamente utile ad una diffusione della conoscenza. però come docu è molto, come dire, "normale", troppo docu e zero cinema, quasi giornalistico

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    1. Sono gli intervistati ed il clima storico ad alzare il livello.

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  3. Stone avrebbe voluto realizzare anche un doc. intervista "impossibile" con Kim Jong-Il. Era andato anche nella zona di frontiera a Chusan, ma ovviamente non l'hanno fatto entrare. Chissà adesso che sul suo blog dice di riuscirci con il figlio di Kim, con gli avvenimenti degli ultimi giorni però mi pare difficile. Splendido il momento in cui Nestor Kirchner(nemmeno lui un personalità specchiata alla Correa o alla Morales, ma comunque) fa rimuovere il ritratto dipinto di Videla, dalle pareti dell'ESMA, che era ancora lì-incredibile- ancora adesso che è diventato un museo della memoria per i desaparecidos, e le vittime della repressione e delle torture,durante la dittatura dei generali e ammiragli piduisti del "Procèso". Ho molti più dubbi e riserve invero, e non solo dettati dal giornalismo "avverso", a riguardop della figura di Christina, Kirchner. Ho il dvd R1 Special Edition di "South of the Border", perchè in Italia ovviamente tardava a uscire e non si trovava in download, ma non mi ricordo, è intervistato anche Daniel Ortega?

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  4. Comunque, trovatemi qualcuno al suo livello che non teme di essere così auto ironico come Chavèz, il quale si fa riprendere su una bici come quella della sua infanzia, che egli spezza in due data la sua non idefferente "stazza". In Italia per dire, non c'è, ne ci sarebbe mai, nessuno così -tranne(FORSE)Grillo-.

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  5. è proprio Grillo il nostro Chavez, senza forse, pur nelle debite differenze. ci ho pensato sempre, ogni volta che appunto descrivevano come i media americani parlavano di lui e degli altri leader sani della nuova america latina

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  6. Mi spiace per voi ma Chavez era di sinistra e grillo dice che destra e sinistra non esistono più quindi non può essere il nostro Chavez!
    Hasta la victoria siempre

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  7. D'accordo con te figuriamoci, Chavèz e' l'uomo che ebbe lo straordinario coraggio di rivolgere i fucili invece che sulla folla, verso il P. zzo presidenziale di Miraflores, quando Il socialdemocratico(!) Carlos Andres Perez ( poi beccato con le mani nella marmellata ovviamente per corruzione) aveva odinato ai militari di sparare sulla folla dei dimostranti che manifestavano contro il raddoppio del prezzo del pane, obbedendo ad un preciso diktat dell'FMI e del DPT Usa. E poi cazzoni illetterati come Grillo dicono che la destra e la sinistra non esistono piu'! Ecco fatto qualcosa veramente di sinistra!
    HASTA SIEMPRE LA VICTORIA COMANDANTE HUGO CHAVÈZ FRÌAS!

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  8. vero Dante, ho messo il "distinguo" infatti.
    però Grillo fa/dice/propone le cose che l'inesistente, stupida, cialtronesca sinistra italiana (che cmq ho sempre votato fino a prima del M5S...) dovrebbe fare/dire/proporre.
    che destra e sinistra, almeno in italia, non esistono più non è poi un pensiero inventato da lui, ma da Gaber, e hanno entrambi perfettamente ragione. basti sentire il dibattito interno al pd, dove Mr.Bean/Renzi sembra essere la "soluzione" ai loro mali... puah!!

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  9. La sinistra in Italia esiste eccome, ed è, per fare un solo esempio più "istituzionalizzato" quella della FIOM, o dei C.A.R.C., degli antagonisti e anarchici italiani che hanno sempre pagato in prima persona e hanno da insegnare come nessun altro, di tecniche di guerriglia nelle strade, e dello sfidare con un uomo solo, a uccidere regnanti e presidenti. Gaber posso capire che fosse da tempo un poco confuso, uno che si trova in casa per moglie Ombretta Colli, anche lui bravissimo non lo discuto, ma pace all'anima sua un bell'esempio di coerenza.
    Grillo...Come no. Io propongo Roberto Da Crema come Ministro dei Lavori Pubblici, o delle Telecomunicazioni, in suo futuro eventuale governo.

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  10. ma pensa te... e perché non si propongono e si candidano? cosa possono raccogliere quei pur nobilissimi gruppi, lo 0,000001 % ? e quali sarebbero i ministri che arriverebbero da quei gruppi?

    noi non abbiamo Chavez, ma abbiamo Grillo, e meno male che abbiamo almeno lui!

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  11. Vedo molto difficile i Grillini seduti ai banchi della destra o del centro. Andando per esclusione direi che im M5S è un partito di sinistra. Praticamente porta avanti istanze di sinistra che il PD manco vede più e la lista Ingroia non ha saputo proporre niente di originale.

    Preciso comunque che non sono un grillino. Bisogna sempre precisare altrimenti se parli a favore di qualcuno pensano subito che sei del suo recinto. :D Obiettivamente parlando, non basta un grillino che dice "il fascismo ha fatto cose buone" per allontanare i grillini dalla sinistra; tanto più che un sottosegretario tecnico, Polillo, se non ricordo male, ha ricordato che anche Togliatti lo diceva. Fermo restando che comunque è una cazzata.

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  12. Vedo che qui si vira verso la discussione "politica", mi s'invita a nozze, di solito è quel che mi impegna per diversi minuti della giornata in ben differenti forum e blog,Indymedia in primis. Diciamo che la faccia e la proposta di Ingroia era/è molto valida e strategica in un paese disgraziato e criminale come l'Italia in quanto di mera e pura "giustizia" -quindi concretamente di sinistra "vera" e non dello 0.001% ma di ben più, se solo non fosse stato anche per gli al solito geniali strateghi di Via dell'Umiltà-, e se non fosse stato in un modo o nell'altro anche per calcolo elettoralistico (ai risultati molto malamente formulato), "costretto" a imbarcarsi troppe facce di trombati o meno dalla Prima e Seconda Repubblica e da precedenti tornate ellettorali (Diliberto e gruppo dirigente in primis, e in misura non certo minore Ferrero & soci, ma pure il purtroppo sputtanatissimo Di Pietro), oltre che votanti i quali fecero cadere il primo Governo Prodi, mai scordareselo, che Ingroia l'hanno fatto innegabilmente perdere.
    Se è cos' di sinistra il M5S non lo so, lo vedremo se lo vedremo dai loro ATTI pratici. Certo è, che a me non farebbe imbarazzo, diciamo pure vero e proprio ribrezzo, sapere che ho votato un "movimento", la cui metà -META'- dell'elettorato si stima è composta da ex-elettori del PDL e dell'area dei destra. E mi darebbe anche fin troppo da pensare, e non esimerebbe dal trarre allarmanti cconclusioni.

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  13. In quanto a quella dichiarazione di Togliatti io non ho mai creduto fosse vera nè possibile e infatti così storicamente pare. Ogni tanto da destra e pure da manca è ritirata fuori a seconda di qualche bislacco esempio alla bisogna. E comunque, anche "Il Migliore" di errori storici e dalle conseguenze gravi portate ne ha fatti, eccome, soprattutto nel periodo immediatamente successivo alla fine della Guerra, quando in nome della presunta "governabilità" fra le parti scelse di far appoggiare l'amnistia per i fascisti e a non procedere ad una -forse impossibile- ma almeno veramente tentata, "de-fascistizzazione", soprattutto dai ranghi della Pubblica Amministrazione e degli organismi di repressione dello Stato, dove in pratica rimasero sempre i soliti prefettifascisti, e anzi una volta messasi le camicie bianche della DC, ben promossi e premiati per la loro opera di sopressione dei manifestanti,dei proletari, degli operai, dei poveri ecc., guarda caso loro sì, sempre comunisti. E poi l'errore gravissimo di reiterare la religione cattolica come religione di Stato. Con tutto quel ne è conseguito e permante tutt'ora più che mai, per l'Italia Stato quasi teocratico e a libertà civili e di pensiero illuministico fortemente limitate.

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    1. Da Togliatti ci si può (poteva) aspettare di peggio. Dopo il suo appoggio al concordato nella costituzione ...

      Riguardo il resto. C'è una fetta importante dell'elettorato comunista, che si vede bene al nord (ma esiste anche al sud) che va oltre i simboli e vota per chi nei programmi mette cose che fanno per loro. Lo si è visto bene al nord per via del fenomeno leghista, che aveva vampirizzato Rifondazione, mandando a casa Bertinotti. Oggi invece quella fetta si è rivolta a Grillo. Vedremo comunque, perché anch'io ho diverse perplessità riguardo il M5S; mi da fastidio quando gettano fango piuttosto che fare critiche reali, però insomma ... penso che Grillo ci propini un "Capitalismo buono", cosa che per me è un mero ossimoro.

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    2. "Quando gettano fango" su di loro, intendo.

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