lunedì 11 marzo 2013

Being Flynn

2

"Siamo Tutti lavori in corso."
Frasi di lancio originali del film.

[Prime battute]
Jonathan Flynn/Robert De Niro :- "L'America ha prodotto solo tre scrittori classici - Mark Twain, JD Salinger e me. Sono Jonathan Flynn. Tutto quello che scrivo è un capolavoro. E presto, molto presto, io sarò conosciuto. "

Nick Flynn/Paul Dano :- [Leggendo la lettera al padre da parte di un editore] Il suo libro è un'esposizione virtuosa della personalità. Purtroppo, il suo dosaggio avrebbe ucciso i lettori più resistenti fra tutti coloro che noi abbiamo."

Nick Flynn :- [narrante] "C'è un equilibrio tra l'intensificazione e il suo disinnesco. Sapere quando dover intervenire, e quando fare marcia indietro."
Nick Flynn :- "Ehi amico, calmati! "
[Prende un gancio destro al volto]
Joy/Lili Taylor :- "Oh, merda! "
Nick Flynn :- [narrante] "Non so ancora qual'è l'equilibrio."

Jonathan Flynn :- "Forse inizierò un nuovo libro. "Memorie di un idiota."

Nick Flynn :- [narrante] "Ho già visto questo prima. Un vagabondo sdraiato dal bere. Ma maiuno che in realtà se ne stava sopra le ventole - a far penetrare aria calda nei suoi vestiti. L'aria viene aspirata fuori dalla biblioteca. Anche nelle notti più fredde c'è dentro troppo calore. E' un altro carcere, queste ventole, perché una volta che le hai trovate non puoi più lasciarle. Perché un passo fuori da una delle ventole ed è freddo, in codice da ipotermia, ora che sei fradicio per il vapore. Il ventilatore è una camera di calore senza pareti. Mio padre è un uomo invisibile, in una stanza invisibile, nella città invisibile."

Jonathan Flynn :- [A Nick] "Il destino ci ha riuniti per un momento fugace. Cerchiamo di non sputare nel suo occhio."

Jonathan Flynn :- "Esiste una forte associazione tra la creatività e la depressione maniacale. L'unica cosa importante, però, è quella di fare semplicemente il proprio lavoro."

Jonathan Flynn :- "Quindi questa è la storia che racconti, del motivo per cui tua madre si è uccisa. "
Nick Flynn :- "Non l'ho mai detto a nessuno."
Jonathan Flynn :- "L'hai detta a te stesso. Queste sono le storie migliori. "

Jonathan Flynn :- "Per curiosità, perché non mi hai mai chiesto di rimanere con voi prima?"
Nick Flynn :- "Ho pensato che se si tenta di salvare un uomo che sta annegando si potrebbe andare verso il basso, anche noi. "

[Ultime battute]
Jonathan Flynn :- "Va bene Nicholas, puoi averla.Dò l'eredità a voi. Te hai l'ultima parola."
"Vedo in tutto il mondo moltissime persona senza dimora. Sembra che ve ne siano sempre di più ... E un sacco di senzatetto hanno pure un lavoro ", dice un personaggio del nuovo film diretto da Paul Weitz "Being Flynn". Weitz ("Little Fockers" [2010], "American Dreamz" [2006], "About a Boy" [2002]) ha scritto la sceneggiatura basata sul libro di memorie del 2005 "Un'altra notte a parlare di cazzate in questo schifo di città", di Nick Flynn. Il libro racconta la vita di Flynn, cresciuto nella provincia del Massachusetts negli anni settanta e del suo lavoro in un rifugio per senzatetto a Boston, negli anni ottanta.

Interpretato da Paul Dano (nella parte di Nick ) e da Robert De Niro per suo padre Jonathan , le cui interpretazioni contribuiscono e non di poco a elevare "Being Flynn". L'anziano Flynn crede di potersi collocare con Mark Twain e J.D. Salinger come uno dei grandi scrittori americani. Come un "narratore classico" e "narratore eccellente," Jonathan, è un tassista che perde il suo appartamento e, infine, il suo equilibrio mentale, sempre più del tutto convinto di stare scrivendo un capolavoro che presto otterà il suo dovuto riconoscimento globale. Nei suoi momenti più convincenti, afferra il senso di ciò affermando che si dovrebbe intitolare "Le Memorie di un idiota."
Per quasi due decenni, "Mio padre si era manifestato unicamente come assenza", dice Nick, che anch'egli aspira a essere uno scrittore. Di punto in bianco, viene contattato da Jonathan, ormai senza tetto, il quale esige che il suo "unico erede" per la sua eredità di scrittura riponga i propri libri e le carte ("Il destino ci ha riuniti per un attimo fuggente"). Nick è propriamente nella condizione di disoccupato e vive ai margini. Egli si è anche recentemente trasferito in un ex strip club, condividendo lo spazio con altri due uomini, tra cui uno spacciatore di droga.
Non riuscendo mai a dare pace alla ferita emotiva lasciatagli dal suicidio di sua madre, Jody (Julianne Moore), per il quale egli sente una sua parziale responsabilità, Nick è ora costretto a pensare all'impatto psichico che avrà su di lui il genitore superstite. Di contro, Jonathan, oltre alle fantasie e alle sue pretese letterarie, è un uomo arrabbiato, amareggiato, un razzista e un omofobo, che si porta in giro una mazza di legno ferrato, ricordando ad amici e nemici che, mentresi trovava in carcere (per l'aver stilato degli assegni a vuoto), "Non era rinchiuso con i ragazzi del coro. "
Con l'aiuto di Denise (Olivia Thirlby), troppo presto come purtroppo accade solamente nei film, suo interesse amoroso, l'etereo Nick trova un lavoro in un rifugio per senzatetto dove aiuta a gestire la folla quotidiana degli oppressi. Essi sono non sono soltanto i "professionisti" del bisogno e del confronto con la/le dannazione/i, ma del trovarsi di fronte alle moltitudini di nuovi disoccupati e cassintegrati pure a lungo termine. Fuori il freddo gelido, polare, di Boston, nel rifugio file di una sfilata notturna dei diversi tipi sociali, solo un po' più consapevoli di altri della loro situazione. In realtà, molti del personale del rifugio sono assunti me anche assenti, nei loro ranghi. Durante l'introduzione di Nick ai suoi doveri e compiti, un collega afferma che, con simpatia "100-150 dei "ragazzi" che provengono da qui [se stasera, con il gelo, non verranno portati dentro] saranno morti. Nick va dunque a cercare di strapparli dal loro altrimenti certo cammino verso l'obitorio.
Dopo molte notti di sonno "al fresco", Jonathan Flynn va a cercarsi un posto al rifugio, un evento così snervante per Nick, che si rivolge alle droghe pesanti. Oramai una nave disancorata, il più giovane Flynn è costretto a confrontarsi con un genitore sempre presente, indisciplinato e alcolizzato, che lo schernisce con il ritornello: "Tu sei me! Ti ho fatto! "Nick, tuttavia, nel corso del tempo ammorbidisce suo padre, che se ne esce con massime come," Per essere un poeta scavare fossati è molto diverso dall'essere una semplice scavatrice di fossi"e"Io sono un essere umano contenuto in un grosso cartone. Non vi è niente all'interno,nè all'esterno, no il contenitore non conteneva, nessuna nascita, nessuna morte. "
Attraverso questo difficile incontro con Jonathan, una figura insolita e di tanto in tanto perspicace, Nick arriva a "capire" perché suo padre lo abbia abbandonato e perché sua madre si è uccisa, guadagnando nel processo un certo equilibrio emotivo.

"Being Flynn" affronta in modo efficace le relazioni famigliari avviluppatesi in questa spirale verso il basso. Le prime scene incentrate tra Nick come un ragazzo e sua madre come colei che lotta sbattendosi con due lavori, colpevolizzata per la sua mancanza di tempo per la genitorialità, sono realistiche e toccanti. Una sequenza accellerata mostra una Jody sparuta ed esaurita dalla pressione del lavoro, che pare sempre meno in grado di tenere la testa fuori dall'acqua.
I vari tentativi di Jonathan di vivere in strada sono inquietanti. Raggiungono il climax in una scena di lui inquadrato dall'alto a dormire sulla griglia riscaldata di un marciapiede, e rannicchiato in posizione fetale, mentre Nick ci dice: "Mio padre è un uomo invisibile in una stanza invisibile in una città invisibile"
Il dramma del film si svolge interamente nel mondo della povertà e dei senza fissa dimora. Affluenti strati sociali agiati e quartieri alti sono assenti, in "Being Flynn". Non a caso, i critici cinematografici più tradizionali hanno limitato i loro commenti alla narrazione del rapporto padre-figlio.

La produzione del film prende elaboratamente atto di un'evidente fuoco indignatorio da parte del regista Paul Weitz, insospettabile e improfetizzabile, se solo si pensa che egli esordì indecentemente oltre una decade fa con una roba come "American Pie". Weitz ci spiega che "[w] ...e aveva un misto di attori e attori non tradizionali. C'era una risorsa centrale nel tema dell'AIDS, e nel fatto che ho inviato a varie persone un appuntamento per un provino, a coloro che erano state senza casa ad un certo punto della loro vita ... Nick [Flynn] aveva d'altro canto passato il tempo a Pine Street [un rifugio per senzatetto] di Boston, che è dove ha lavorato quando era più giovane ... Ma non è neppure quello che si dovrebbe necessariamente pensare in termini di ciò che un rifugio per senzatetto è, vedrete anzi delle persone che guardano a sè stesse come se stessero tornando a casa dal loro lavoro in Google e che se ne stanno solo andando con un sacco a pelo, lì fuori per la notte. "
Il cast e la troupe sono stati chiaramente colpiti dalla complessa composizione sociale della popolazione attuale dei senza fissa dimora, così come dalle loro storie individuali. Ciò trova espressione nelle performance compassionevoli offerteci da tutti gli interepreti, con De Niro, Dano, Moore e la Thirlby che costituiscono un insieme convincente, ed il primo che ritorna finalmente a ricordarci quale attore immenso egli è, nel ruolo forse migliore degli ultimi dieci anni. Una decade per De Niro fatta di ruoli non all'altezza, quando apertamente delle "partecipazioni speciali" finanche grottesche ed artificiose, mai atte alla sua sottigliezza, alla padronanza delle sfumature e dei ruoli "border" e liminari, più difficili, complessi e rischiosi, che gli sono congeniali e in cui brilla di sapientissima grandezza, come qui. La sua poetica attoriale coniugata a quella generale del film,e il suo umorismo nero, alleviano dunque di tanto in tanto la cupa fotografia e il nevrotico viavai dei personaggi.

L'autore Nick Flynn ha lavorato a stretto contatto con i realizzatori del film per garantire che la rappresentazione dei senzatetto fosse esatta. Poco dopo l'uscita del suo romanzo, nel 2005, egli aveva profeticamente descritto in un'intervista i senza tetto come una sofferenza sociale, e non solamente una sofferenza personale: "Penso al rifugio in cui ho lavorato come un microcosmo della società più grande, nel senso che ogni individuo rappresentasse un poco del fallimento della grande società americana, e non solo un suo fallimento personale, come la cultura intensamente individualistica degli Stati Uniti piacerebbe far credere ... Inoltre, [Jonathan] proveniva da una ricca famiglia, così la sua storia è molto di fluidità di classe così come è la povertà, soprattutto di questi tempi. E lui si identifica come un artista, il che automaticamente lo pone ai margini della società.
"I rifugi per senzatetto sono sicuramente diventati una discarica per una miriade di fallimenti sociali, e come tali alla fin fine non fanno che e senza volerlo, aggravare i problemi. Se hai un problema con l'alcool, è probabile che tu possa essere un vero e proprio ubriaco dopo alcuni mesi di ricovero, se sei un nevrotico, sarai Howling Mad prima ancora che il tuo internamento diventi troppo lungo. E questo è vero per ognuno di noi, se dovessimo finire lì. "
È interessante notare, che Paul Weitz, con il fratello Chris (co-regista di "About a Boy") è stato designato per la direzione di "A Better Life" (2011), un film che a che fare con i travagli di una famiglia di immigrati a Los Angeles. Quest'ultimo film, oltre ad "Being Flynn", "Margin Call" (2011), e all'ancora inedito -ovviamente solo in Italia- "Think of Me" (2011) e, forse per molteplici aspetti, "The Company Men" (2010) potrebbero qualificarsi come sforzi iniziali, sulla scia del crollo finanziario del 2008 , per trattare la crisi sociale negli Stati Uniti.
 
Queste opere sono certamente tutte dei tentativi, solitamente un po' cauti e non necessariamente sconvolgenti. Registi americani in un numero significativo non si sono occupati di importanti questioni sociali per decenni. Che i registi anche dei film più ammirevoli siano ancora un po' "coperti" a non rischiare di scommettere su argomenti così drammatici, si sente, e inoltre, si sente anche una certa distanza da loro materiale, il che aiuta a spiegare il disagio in corso e la timidezza dei loro film, qualità che si percepisce anche in "Being Flynn".
In questi film, la disgregazione sociale è presente, ma agli altri componenti di carattere personale viene ancora dato peso uguale o anche maggiore. C'è del nervosismo che permane nell'essere etichettati come un regista di ''realismo sociale'' alla Martin Ritt o Sidney Lumet della loro generazione. I critici si attaccano a questo come mignatte, e spesso permettendo loro di evitare di commentare i duri fatti sociali di fronte alle loro facce.
Nessuno chiede che "l'artista" produca una didattica, o ancora, un pezzo di propaganda. Tuttavia, non lottando senza mezzi termini contro le calamità sociali, il regista, inavvertitamente o semi-coscientemente, è lui stesso a rendersi accomodante alla sua stessa classe medio-alta o altissima, di appartenenza e pubblica opinione. Tuttavia, come dimostra "Being Flynn", la realtà sta sospingendosi una sua propria strada, attraverso le varie porte. E questo è in ogni caso uno sviluppo positivo.

Il titolo originale del film era "Another Night Bullshit in Sucking City", il titolo del libro di memorie da cui il film è tratto.

Fuori schermo, mentre prendeva una pausa dalle riprese ed era ancora con gli abiti di Flynn addosso, Robert De Niro ha tentato di entrare nel Greenwich Hotel, di cui è co-proprietario. La sicurezza non ha riconosciuto De Niro, lo ha trascinato via e non lo ha lasciato entrare,

Napoleone Wilson



























2 commenti:

  1. Visto che me lo ero colpevolmente dimenticato, vorrei ricordare la presenza del grande attore sioux e "manniano" Wes Studi, il Direttore del rifugio per senzatetto ed egli stesso ex-senzatetto, chiamato Il Capitano".
    Mi accorgo ma me lo aspettavo, che il drammaticissimo tema del film, quello dei senzatetto "vecchi" o "nuovi" prodotti dall'infame iniquita' dello sfacelo del capitalismo, ha atterrito e allontanato un po' tutti i lettori di "queste parti". Stranamente pero' , in quanto per gli italiani e' anche un argomento che potrebbe benissimo far rubricare il film nel genere della "fantascienza", essendo questo il paese dell'80% di proprietari di case( che rivotano Berlosconi), una due, tre o anche piu'. Spesso per linea ereditaria dai nonni muratori che se la son fatta da soli e senza alcun permesso ecc., In America non e' cosi', paese da sempre di maggior mobilita' sociale e non stanzialita' di proprieta' abitative. Viva gli Stati Uniti.
    Infatti, cosa vuoi poter cambiare in un paese di padroni come invece l'Italia, e qualcuno s'illude ancora parla, di M5S
    Infatti, cosa vuoi poter ca

    RispondiElimina
  2. questo film è bellissimo, ho rivisto il De Niro dei bei tempi. da aggiungere alla rece nulla, solo complimentarmi tantio per la scelta. certo, non sono film (e rece) da audience, e pazienza. condivido in parte anche il commento, e cosa non condivido lo sai...
    sugli stati uniti bisognerebbe sempre fare un gran distinguo, tra il popolo e i suoi politici. è giusto farlo? in fondo non li votano loro? io dopo 20anni di nanismo infame quasi lo pretendo, per cui se qualcuno mi confonde con quell'essere maledetto m'incazzo e comprendo bene, finalmente, che non si può pensare agli americani come figli di reagan, bush 1 e 2.

    RispondiElimina