lunedì 4 marzo 2013

Upside Down

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Un po' di trama da wiki:
La storia si apre con la voce narrante di Adam, il protagonista, che descrive il suo mondo, reso unico dalla doppia gravità. Tale peculiarità è dovuta all'esistenza di due "Mondi", piccoli pianeti che vivono l'uno accanto all'altro. In questo mondo esistono tre fondamentali regole delle gravità:
1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l'altro.
2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto ("materia inversa").
3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione.
Il Mondo di Sopra è un pianeta ricco e prospero, che vende al Mondo di Sotto, meno che benestante, la propria elettricità in cambio di petrolio. Passare da un mondo all'altro è severamente vietato e l'unico, quanto lecito, punto di contatto - ma non di transizione - è la società "TransWorld", creata e controllata dal Mondo di Sopra....


Due mondi, uno di sotto e uno di sopra. Quello di sotto, sfruttato,povero, perdente in partenza, quello di sopra bello, opulento, vincente ma irragiungibile. Juan Diego Solanas ci presenta un film dove molto (ma non tutto come in "Another Earth") e' doppio e all'opposto: anche la gravita'. Le leggi sono inviolabili, soprattutto quelle sui rapporti tra gli abitanti dei rispettivi mondi. Adam pero', orfano di sotto, incontra Eden, bonazza di sopra, quando sono ancora bambini, ognuno sul picco di una montagna. I due stringono una tenera amicizia che si trasformera' presto in amore. Purtroppo la polizia di frontiera li scopre,nella fuga lei cade e batte la testa cosi' si perdono di vista. Il destino pero', li fara' incontrare di nuovo perche' Eden lavora nella societa' "TransWorld", l'unico punto di contatto che esiste tra i due mondi e Adam andra' a cercarla li', sfidando le leggi, ovviamente non solo fisiche.


Il concetto di amore proibito, negato e ostacolato con ogni mezzo non e' certo nuovo ma mutuato da Romeo (qui nei panni di Jim Sturgees, belloccio romantico degli ultimi anni, efficace sia in "Across the Universe" che "One Day") e Giulietta, Kirsten Dunst, la sposa depressa di Melancholia nonche' ex di Spider Man.

Niente di nuovo sotto il sole quindi e anzi, un po' troppo melenso nel finale. Un finale veloce e un po' campato in aria che pare smanioso di chiudere il film, a dispetto di una prima parte fin troppo stiracchiata. Ed infatti il problema di questo film e' che risulta essere di una lentezza clamorosa nell'evolversi degli eventi. Parecchio telefonata anche l'opposizione tra i due mondi: ricchi e poveri, carnefici e vittime, e proprio per non farsi mancare nulla, tutte le caratteristiche piu' tipiche dei regimi totalitari. Il film pero' si fa apprezzare anche per l'originalita' dell'idea di due mondi quasi "attaccati" tra loro la qual cosa alla fine prevale su tutto il resto. Il risultato concreto e' che le immagini sono girate con due mezze scenografie e due macchine da presa sincronizzate in un solo movimento, tecnica assolutamente spettacolare e molto originale che forse avremmo gradito trovare anche in un "Antoher Earth" alternativo a quello,comunque splendido, uscito nei cinema lo scorso anno.

Da vedere, almeno per la fotografia da Oscar.
Max Bramante
















11 commenti:

  1. Segnato nell'elenco dei film da vedere, assolutamente.

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  2. Beato te, caro Giovanni, che ancora bevi e di gusto. Io purtroppo non più. "Gangster Squad" è orrendo. Leccato e patinato quanto un servizio di GQ, una delusione tremenda, con attori mossi al servizio di un'Opera dei Pupi fatta da ridicole marionette, in ruoli tra l'altro realmente esistiti,quindi ancor più grave che siano stati tratteggiati senza un briciolo di spessore e di verità. Persino Sean Penn ci fa una pessima figura, e di molto ridimensionnte della sua di figura, ad accettare di prendere parte a film di genere, anche lui con un occhio solo al portafogli.Una fotografia smaltata e ipermodernista che nel caso ben poco e molto male si amalgama a quel che dovrebbe essere l'ambientazione e il tenore della storia. Non parliamo poi della totale assenza di quel che dovrebbe essere la cosa più importante e non solo una parola, per una storia del genere, il senso dell'EPICA. E del farci minimamente interessare ai personaggi, e al loro rigido dividersi, o almeno così avrebbe dovuto essere, in buoni e cattivi, con la tensione drammatica e di sorte dei personaggi, che non fa invece capolinea nemmeno per un attimo. D'altronde, non comprendevo già la tale attesa, così malamente ripagata, per il film, dopo il suo reinvio, atto a cassare la sequenza di una sparatoria con annessa strage che avviene in un cinema, dopo quella realmente avvenuta ad opera di un maniaco, ad una prima di "The Dark Knight Rises". Che stò Ruben Fleischer fosse un carneade cretino del 2012 e senza guizzi si sapeva, un tizio che ha al suo attivo nà roba come "Benvenuti a Zombieland"...
    Scrivo di qua, perchè di là sarebbe solamente un inutile e alquanto futile spreco di fulgore, e perchè volevo sol rivolgermi a te nella naturalmente sollecitatami risposta, Giovà.

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    1. Il finale pugilistico magari si poteva evitare, e Sean Penn più che ispirarsi al Capone interpretato da De Niro in "Gli intoccabili" lo imita proprio. Però non è da buttare, forse sono stato traviato dalla play station ... quel LA NOIRE è davvero fantastico.

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  3. Ti capisco. Come già dissi da poche settimane è stata presentata in Giappone e Usa la PSP4. Una volta la usavo, come saprai è l'unica valida alternativa fin qui inventata dall'uomo, al sesso. Anzi, se uno l'adopera sistematicamente si potrà bene rendere presto conto di come lo abbia praticamente reso sorpassato e superfluo, se non "tecnicamente obsoleto"(cit. D'Alema-Occhetto 22/3/1994).

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    1. Uahahahahah
      speriamo che non faccia diventare ciechi!

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  4. Ma davvero sta cosa della Playstation è vera? E io che mi sono sempre rifiutato di comprarmela! Ci giocavo nel lontano 1998 quando poco piu' che ventenne andavo a studiare a casa di un mio compagno di facolta' e invece di studiare passavamo i pomeriggi a giocare a Granturismo, il primo di tutti, che all'epoca per me cresciuto con l'Out Run (quel gioco con la Testarossa Spider che correva sulle highway americane) sembrava una roba dell'altro mondo: Potevi scegliere gia'all'epoca tra le auto piu' inusuali,ricordo che io prendevo spesso la Nissan Primera GT perche' mi gasava correre con una berlina normale ma pompata e con l'alettone posteriore poi pero' siccome ci stavao andando arrota capii che era meglio non comprarmela cosi' ho compiuto il miracolo di arrivare a 36 anni senza playstation.

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    1. Come no, il mitico Gran Turismo! Gioco strafigo. Avevo più patenti lì che nella realtà. :D

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  5. sostanzialmente e sostanziosamente d'accordo con te. Ho avuto la tua stessa sensazione durante la visione, che è l'unica cosa positiva del film, grazie al lato tecnico e anche agli interpreti non male. Per il resto è un film a metà infatti l'ho bollato con un 6- , e sono stata buona... :D

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Màh Jenny, invece di parlare sempre e solo di queste cazz. di film, se la unica foto che c'è fosse la tua -e non lo credo-, forse non parresti proprio una "mala guapa" (anche se l'emisfero "australe" non si vede)...Certo che però, "una" che si definisce da sè "ipercinica"....Non è una qualità, casomai solo un grave difetto. Anche se per molte ragazze di oggi pare essere divenuto un valore e un vanto.

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