Premessa:
Riciccio oggi questa recensione, scritta l'11.2.10, come mio personale omaggio a José Saramago, morto ieri all'età di 87 anni. Proprio in questi giorni sto leggendo il libro, meraviglioso!, da cui è tratto questo film che ora, posso dirlo con cognizione anche se ancora devo finire il libro, è più che degno. Di questo grande della letteratura consiglio di leggere anche QUESTO discorso che condivido in pieno, e ringrazio l'amico ReAnto per averlo segnalato nel suo blog.
Fine premessa.
Nel mondo si diffonde un'epidemia davvero imprevedibile: le persone diventano improvvisamente cieche. Una cecità "luminosa", vedono tutto bianco, un mare di latte.
Dopo i primi casi quasi immediatamente vengono creati centri di quarantena per gli infetti. In uno di questi andrà una donna, che invece inspiegabilmente ci vede, per stare insieme al marito. Chiusi come in prigione, senza alcuna assistenza, cibo razionato.
Inutile quasi dire che lì dentro succederà di tutto, ed a riguardo le analisi psico-etiche si potrebbero sprecare...
Spettacolarissima sarà l'uscita da quel centro, che perderà ad un certo punto i suoi guardiani militari. Di paesaggi da apocalisse ne ho visti tanti in parecchi film, ma questo, di un mondo popolato quasi ed esclusivamente da ciechi, ha un sapore particolare.
All'inizio alcune recitazioni un po' approssimative (film stracolmo di attori da fiction) lasciano un po' perplessi. Poi compare Julianne Moore (una grande, attrice che amo particolarmente) e già, almeno sul cast, ti rinfranchi lo spirito. Il film in realtà, attori a parte, è un grande crescendo, di trama, intensità drammatica ma anche di qualità di riprese. Ricostruire alcune situazioni, sia nel claustrofobico centro che negli incredibili paesaggi urbani popolati da disperati, soprattutto direi questi ultimi sono fatti alla grandissima, non dev'essere stato semplice anche perché è tutta fotografia "vera", non c'è computer grafica.
Proprio questo "realismo" è il punto di forza di un film che sarebbe potuto essere un trionfo di effetti speciali. D'altronde, a quanto ho letto, l'autore del libro omonimo, José Saramago, aveva posto condizioni precise a che non si abusasse della storia per fare un horror e così è stato.
Il libro, ed anche il film, è sintetizzato nell'incipit: "Non penso che siamo diventati ciechi. Lo siamo sempre stati. Ciechi che vedono. Persone che possono vedere ma non vedono".
Bello! Sicuramente un film che merita abbondantemente d'essere visto.
E' una gran bella storia:)
RispondiEliminagrazie per la segnalazione vitone!
RispondiEliminacontinua così... :)
Ho regalato a Natale un libro su Saramago e mi era venuta la curiosità di vedere questo film. Della "cecità" degli uomini lo scrittore ne aveva parlato anche quando ha ritirato il Nobel. Ce l'ho da un po' (sottotitolato) insieme a City of God, sempre di Meirelles, di cui finora conosco solo The constant gardner. Mi hai incuriosito, spero di vederlo stasera, non dovrei rimanere delusa dopo la tua recensione.
RispondiEliminacara Prof...
RispondiEliminaattendo con un pizzico d'ansia il tuo parere :)
"Cecità" di Saramago è uno di quei romanzi così meravigliosamente perfetti nella loro terrificante intelligenza, che se poi vai a vedere il film tratto dal libro ti ci avvicini col presentimento/sensazione/certezza che rimarrai deluso. Però la tua recensione mi ha incuriosito, e magari finirò col vederlo... In fondo è una bella emozione, vedere come un'opera dell'ingegno può continuare a vivere sotto altre forme, e non è detto che l'una debba escludere l'altra, è come un ramificarsi del cuore e della mente umana...
RispondiEliminaCaro Nicola, dopo aver visitato il tuo blog e letto della tua competenza letteraria speravo in tuo commento, non lo nego, e ti ringrazio davvero molto.
RispondiEliminaE' splendido quello che dici sulla "opera dell'ingegno", frase da incorniciare.
Penso proprio che leggerò questo libro.
Infatti non sono rimasta delusa. Concordo con te, il film ha un inizio un po' incerto ma cresce man mano che la storia si sviluppa.
RispondiEliminaSu Mymovies si parla di una "voce narrante", però io non l'ho sentita. Su Wiki invece ho letto la sezione sul romanzo e mi è servito a capire meglio certi aspetti della storia. Ti consiglio di andarci, è molto interessante. Temo però che nemmeno nel libro si spieghi perché la moglie del dottore non rimane contagiata...
P.S. Non avevo mica letto i commenti qui sopra. Andrò anch'io allora a farmi un bel giro sul blog di zio Scriba, altro che wikipedia...
RispondiEliminaCerto che il film è senz'altro meno complesso del romanzo, che peraltro Saramago aveva intitolato "Saggio sulla cecità".
mi fa piacere che non ti ha delusa. sono sempre più curioso di leggere il libro.
RispondiEliminasì, il blog di Nicola è davvero notevole... ;-)
Ciao! Si, ho letto il libro ma non conoscevo questo film.. lo guarderò sicuramente e sono anche molto curioso! Grazie mille!
RispondiEliminafelice di averti dato la dritta Andrea, vedrai che merita. ciao :)
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