Un inseguimento in macchina. La macchina davanti ha un cane che sanguina ferito sul sedile posteriore, gli inseguitori sparano. Semaforo rosso, gli inseguiti passano e si scontrano violentemente con un'altra auto, a bordo una donna che ora urla disperata. Un barbone con carretto e cani guarda la scena poi interviene.
Un incidente che sconvolge ed incide pesantemente sulle vite di 3 personaggi protagonisti e quindi su quelle di chi gli sta intorno, soprattutto di chi amano. Loro 3 sono uniti solo dal terribile incidente. Percorrendo il tempo precedente e successivo a quel momento viviamo i loro drammi ed avventure, ambientati tutti a Città del Messico, paese che il regista ha voluto ritrarre nelle vite di persone comuni dell'immensa periferia come nell'alta borghesia del centro cittadino
Sintetizzare quasi 150' di film intenso non è semplice. Senza rovinarvi la visione, i 3 protagonisti sono: un ragazzo innamorato della moglie del fratello che vorrebbe fuggire con lei ed accumula soldi con combattimenti di cani; una modella famosa che dopo aver realizzato il sogno di vivere con l'amante che finalmente ha abbandonato per lei moglie e figli si ritrova su una sedia a rotelle in una casa; un barbone che in realtà esegue omicidi su commissione con un passato da rivoluzionario, quindi da carcerato, che cerca l'affetto di una figlia che nemmeno lo riconosce. Poco e niente, solo un assaggio delle 3 vicende.
"Amore e cani" o "amori bastardi" è un titolo forte come forti e pregne sono le storie, per motivi diversi con un unico denominatore: l'amore, per un partner o per un figlio, che può essere la gioia tanto ricercata come la causa dei più grandi dolori. Molto carnale l'episodio del ragazzo, ambientazione di degrado al limite della disperazione, un amore impossibile con il principale nemico in famiglia, un fratello odiatissimo. Raffinato quello della modella, più metaforico e sottile con quella casa dove il cagnolino sparisce in un buco dell'impiantito che fino alla soletta pare ricolmo di topi, un cartellone pubblicitario che la ritrae ne decreta la durata nel successo, e la fine. Torbida la vita del barbone, che salverà il cane dall'incidente e quel cane distruggerà la sua alternativa alla vita familiare ed allora, con cinismo verso chi vuole che lui uccida, ritroverà motivazioni verso la famiglia che abbandonò.
Non c'è pietas per queste vite che si trovano di fronte a situazioni che, quasi senza alternative, loro malgrado devono fronteggiare quasi impotenti, affogate in una megalopoli ingovernabile, dove la violenza può travolgerti da un momento all'altro anche solo con un incidente. Forse solo il barbone, che ha sacrificato tutto ai suoi ideali, ha un bastone a cui sorreggersi, nel riscoprire che la sua vita dopotutto ha avuto uno scopo, anche se nulla può dargli la certezza, ed è commovente che sia a lui dedicato il finale.
C'è chi dice che ognuno di noi è quello che sceglie di essere. Una bella frase, sottende volontà e presa di responsabilità, ma non bisogna dimenticare che la tela su cui ognuno si dipinge è l'ambiente e le circostanze in cui si ritrova a vivere, oltre a una dose di eventi imprevedibili che possono cambiare tutto in un solo istante.
Bellissimo ed assolutamente imperdibile.
Un vero capolavoro, compreso il modo in cui si risolve l'ultimo odioso incarico del killer (anche se non avendolo, giustamente, anticipato tu, non lo anticipo neppure io)
RispondiEliminabravo Nik, sei un buongustaio di film, questo ha proprio una gran bella forma narrativa, non nuovissima ma fatta con ingegno e ritmo.
RispondiEliminavisto anni fa, della storia ricordo poco ma mi aveva lasciato delle ottime sensazioni
RispondiEliminainarritu poi si è sempre confermato su alti livelli (sono curioso di vedere l'ultimo biutiful)
sì, un regista di cui devo guardare anche altro, ne leggo in giro sempre bene
RispondiEliminaDi innaritu ho visto solo "21 grammi" e l'ho trovato bellissimo. Devi assolutamente vederlo, roby!
RispondiEliminaah ma l'ho visto, prima d'iniziare con le recensioni. confermo il tuo giudizio :)
RispondiElimina