venerdì 28 ottobre 2011

The Iron Girl (aka Karate girl) - La ragazza d'acciaio

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C'era un tempo in cui giocavamo a fare gli americani. A volte ci riusciva anche bene, vedi Una 44 magnum special per Tony Saitta o i vari apocrifi de La casa, altre volte decisamente male con ambientazioni oltreoceano riprese sciattamente sotto ogni nostro standard artigianale. Era come se l'America ci inibisse, come se dovessimo chiedere scusa al mondo ogni volta che provavamo a girare, come se quello che potevamo fare non era altro che la cacata di uccello in una filmografia grondante nomoni come Friedkin o Frankenheimer.

Nel 1994 il cinema popolare era lì lì per morire, la linea di Dellamorte Dellamore come pietra tombale dei generi veniva solcata proprio quell'anno, ma Iron girl – la ragazza d'acciaio era oltre ogni umana concezione di cosa fosse un film di genere. Fabrizio De Angelis col suo famigerato pseudonimo di Larry Ludman veniva dalla regia del trittico Thunder, di alcuni polizieschi di gradevole fattura americana (Impatto mortale, Cane arrabbiato), ma soprattutto era il produttore di Lucio Fulci e di alcuni capolavori come Quella villa accanto al cimitero e L'aldilà. Non proprio bricioline, ma alla fine degli anni 90 il suo cinema sembrava arrivato al punto di non ritorno, lo dimostra l'insulsa commedia horror Breakfast with Dracula girata a Miami.

Ecco allora l'idea folgorante di riprendere un successo ludmaniano mondiale, Il ragazzo dal kimono d'oro, e creare la versione femminile. Iron girl, uscito da noi pure in vhs, vanta una fotografia di lusso molto patinata, un arrangiamento musicale orecchiabile e una protagonista figa, ma così figa, che non ci si crede, una certa Sarah Brooks (pseudonimo chissà) che nel suo curriculum ha solo questa interpretazione. Peccato che oltre queste tre qualità il film sia un disastro. La regia è imbelle, paratelevisiva, gli attori (compresa la nostra topolona) sono allucinanti nella loro scarsa recitazione, la trama è quasi senza senso e i combattimenti che dovrebbero essere il piatto forte sono mal coreografati o ripresi in campo lungo. Poi ci sono momenti di squallore e sciattezza registica che mettono i brividi: la scena iniziale dello stupro su tutte. Si perchè a discapito del titolo, tatà, tiro fuori il coniglio dal cappello, Iron girl è un rape and vengeance sulla scia di Non violentate Jennifer, ma come se l'avesse però girato una scimmia che si crede Corey Yuen, il più grande regista di arti marziali vivente, assieme ad un Michael Winner (Il giustiziere della notte) sotto LSD. Il connubio perciò è karate (o kung fu) e azione di truce violenza, un cinema quindi di sberloni e calci nelle palle.

Quello che non sapevamo però è che Iron girl dev'essere stato sponsorizzato dal Vaticano perchè non si spiegherebbe altrimenti la moscezza delle scene che sulla carta erano pronte per un wow corale da nerd in attesa di figa e sangue. Prendiamo il famigerato stupro: lei bella bella con i rollerblade sta ascoltando la musica e casualmente incrocia dei rozzissimi biker che la trascinano nel boschetto e prendono a farsela a turno. L'idea di accendere il walkman al massimo mentre i tipi abusano di lei non accresce nulla a livello di storia, ma concettualmente è bella, il suo urlo viene azzerato dalla musica sempre più forte. Il problema è che lei, quando i figuri si rialzano dall'orrido pasto divino, è completamente vestita, cioè non so come funzioni se stupri qualcuno, ma dev'essere poco pratico fare sesso senza togliere alla vittima i pantaloncini. Va beh, ma io sono un uomo d'altri tempi e non uso le conchigliette per pulirmi il culo o il sesso a distanza come l'immortale Demolition man, io preferisco il vecchio e sano su e giù di kubrickiana memoria, anche a discapito di farmi dire dalle macchiette gay vanzinare “Come sei antica tesssssssora”. Poi assurdo per assurdo lei denuncia l'accaduto alla polizia che la apostrofa così “Sei una mignotta e vai in giro come una puttana, ti meriti di essere stata stuprata e quasi quasi ti stuprerei pure io”. Con uno stacco degno di un montatore che ha passato la vita al cotolengo di Tortona passiamo alla quotidianità di Sarah Brooks che ogni tanto riceve lettere minatorie dai biker del tipo “Occhio che ti ripassiamo” e ha un ragazzo che fa karate ma, pur millantando di essere il migliore, le prende da tutti.

Ecco che la ragazza capisce che o si muove o i motociclisti torneranno da lei, ma qual è la soluzione per farcela con questi tipacci massicci e cattivi? Ovvio imparare il karate. Partono gli allenamenti che si vogliono massacranti e invece sono così riportati: corsa, fermata improvvisa, pugni al nulla con urletti alla Bruce Lee. L'allenatore cinese è il personaggio più insulso del mondo: non è simpatico come Miyagi di Karate kid nè crudelmente ironico come quello di Kickboxer, insomma è una macchietta messa lì tanto per giustificare l'allenamento, tanto che nel secondo tempo scompare senza motivo. Ecco che il resto del film sfiora il delirio. Sarah Brooks per qualcosa come un'eternità si allena da sola con i vestiti più arrapanti del pianeta tanto che devi mollarti un ceffone perchè pensi "ma non è che davvero i tipi un po' di ragione ce l'avevano?" Ad un certo punto, senza motivo, lei si mette la parrucca di Jennifer Beals in Flashdance, un tatuaggio finto, compra una moto e va nei peggiori bar di Miami. Lì trova un altro brutto ceffo, uno che mangia filo spinato piscia napalm e riesce a mettere una palla in culo ad una pulce a 200 metri di distanza, ma dal buon cuore. Questo personaggio dirà cose stupidissime come “Trova la forza Sarah” e per fare trovare la forza alla povera ragazza col parruccone e la fascia di Rambo la inizierà alle prove d'iniziazione dei biker, ovvero bendarsi, gassare al massimo la moto, accellerare e bloccarsi ad un centimetro dalle punte con veleno di cobra messe lì dal nostro allenatore metropolitano. Lei prende il diploma da motociclista teppista e quindi va a tutte le riunioni delle gang a due ruote americane, ma nessuno, dico nessuno, trova strano lei sia l'unica donna tra centinaia di maschi arrapati. A sto punto penso, ma non è che lo fa apposta, ma mi mollo un cazzotto da solo per far scemare il mio innato maschilismo. Comunque in quei luoghi strani, carichi di vino densi di odori, Saretta nostra farà amicizia con un cretinotto che si crede figo perchè ha un boa constrictor attorcigliato al collo, con gli amici che gli fanno “Che sballo” e lui che boccheggia mentre il serpente ride. In quest'ambientino lei riconosce i suoi stupratori che stanno giocando a carte con le foto del suo stupro: ecco allora che li attira in un luogo isolato e si rimette lo stesso abito da jogging che aveva all'inizio. Questi qui avvicinandosi ridacchiano, ma lei si toglie la parrucca. “Chi sono?” chiede lei seria e uno di loro “Boh la verduraia qui di fronte?”. Dopo questo la sua vendetta ha il sopravvento: Sarah Brooks, impacciatissima quanto figa, prende a calci tutti con l'agilità di un opossum morto, poi li lega come farebbe l'uomo ragno e lasciando le foto dello stupro vicino chiama la polizia. Ma dimentica i rollerblade.

Ecco che l'ultima scena vuole il poliziotto dell'inizio fermarla, darle i pattini e dire “Ho sbagliato”. Lei sorride maliziosa e si scopre le cosce. Ma cazzo allora ci faceva davvero??????

Keoma


12 commenti:

  1. questo film è il delirio completo! Dall'autore de Il ragazzo dal kimono d'oro. Ma se non ci sono io?

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  2. Roby ma che è sto Paperblog che ha inserito questo articolo tra i migliori?

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  3. vero, ho controllato! Paperblog è uno dei migliori aggregatori di blog italiani. A differenza di Wikio non si limita a contare backlink ma entra nel merito anche degli articoli e seleziona quelli che ritiene meritevoli.
    che ci sia finito questo film è incredibile, ahah! ma la rece è di prim'ordine, e poi una chicca, quindi.... bravo!

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  4. forse ho trovato un film peggiore di xanadu, ce ne vuole eh....

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  5. te lo consiglio con il doppiaggio fuori sincrono tedesco, un'esperienza quasi mistia ahahah

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  6. Ma lo sfigato qua sopra col collarino e il pitone al collo? E la tipa i tatuaggi se li fa con gli stickers dell'edicolante?? Sto film deve essere di un trash... Andre solo film trash recensisce!! ;-)

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  7. oh, Andrea, il tuo omonimo se li sceglie da solo eh!, ahah! sì ma ho PRETESO un capolavoro e arriverà tra non molto :)

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  8. anche questo a suo modo comunque è un capolavoro

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