giovedì 27 luglio 2006

La pelle

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Sono ancora pervaso da un'emozione fortissima...

C'era un film che avevo visto parecchi anni fa, del quale ricordavo la storia per sommi capi e soprattutto la scena finale, vero suo simbolo, ma non c'era verso di ricordarsene il titolo né di riuscire a reperirlo. Anche i miei cari "maestri" di cinema non sapevano aiutarmi e cominciavo a pensare che magari erano immagini tratte da uno sceneggiato, o qualche vecchia fiction (una volta erano di alta qualità, n.d.r.), invece...

Oggi ho trovato la chiave giusta per google ed anche la pazienza necessaria. Era un'ossessione per me ormai.
Ed eccolo qua, finalmente, "La pelle", questo film incredibile, tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte e magistralmente diretto da Liliana Cavani.

La memoria però non m'ingannava sulla qualità superlativa del film!
Siamo a Napoli, nel Marzo del 1944, dopo la famosa insurrezione che fece sparire i tedeschi già prima dell'arrivo degli americani e poco prima della famosa eruzione del vesuvio che causò morti (circa 50) nella zona sud-vesuviana.
Il film non parla di guerra, d'azione, di militari imprese. Parla del brulicante sottobosco che la guerra produce e dell'inferno a cui porta, sia vinti che vincitori, con la morte sempre presente nelle menti delle persone, una specie di "angelo nero" che incombe in ogni momento. La morte non arriva più da proiettili o granate, ma dalla fame, e questo bisogno primordiale porta ad ingegnarsi ogni espediente, stratagemma, per poter sopravvivere.
La tentazione di raccontarvi qualche scena di quest'opera, che meriterebbe d'essere ricordata a memoria, passo passo, immagini e dialoghi, è fortissima. Si viene bombardati, con una naturalezza e un realismo che lasciano sgomenti, da una quantità di messaggi, lezioni di vita, sentimenti, che è descrivibile appunto analizzando con calma, scena per scena, tutto quanto accade.

Parlare del cast, con un Mastroianni al solito bravissimo e anche altri attori bravi e importanti, è banale di fronte alla storia di una tale forza espressiva. Bisogna però ringraziarli perché hanno reso onore a un film grandioso.
Occorre tener presente che i personaggi sono inventati ma i fatti sono tutti veramente accaduti e non sono leggende. Malaparte fu giornalista prima che scrittore e ufficiale dell'esercito che operò con le forze alleate durante la liberazione. C'è di che fidarsi.

La città di Napoli e i napoletani stessi hanno collaborato alla realizzazione del film, come i titoli di coda dicono per ringraziare, e devo veramente dire che, nelle mie vene dove scorre sangue campano doc, è tutto un bollore di orgoglio, in questo momento.

Nel film si farà in tempo a vedere la parata trionfale d'ingresso a Roma e lì si svolgerà l'inatteso finale, che mi sono sognato spesso.

La seconda guerra mondiale è lontana, certo. Anche il film non è recentissimo.
Vi stupirete di quanto attuali sono però gli avvenimenti se rapportati ai tempi nostri. C'è persino (e dico "persino") una scena divertente dove un capo-camorra si mette in punta di piedi per non sfigurare con l'altezza del generale americano in una foto che li ritrae entrambi... certe volte...

4 commenti:

  1. Uno di quei film che lascia il segno. Hai presente la scena della sirena-bambina? E le madri che vendono i propri figli ai soldati marocchini?
    La critica, all'epoca della pubblicazione del romanzo, accusò Malaparte di essere il solito innamorato di sé stesso: tutti sono corrotti, gretti, tranne il protagonista, lo stesso autore, che invece in tanta bruttezza riesce sempre ad essere un gentiluomo di nobili e puri sentimenti e comportamenti. Credo che l'interpretazione di Mastroianni abbia in parte smussato questo aspetto: l'ho trovata molto asciutta.

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  2. ah, che film mi vai a trovare! presente tutto. la scena dei soldati che fan la fila per vedere il pube della vergine... ma tutto il film è incredibile. avevo sentito delle polemiche, ed hai ragione, Mastroianni interpreta un personaggio pulito quanto cinico se vogliamo.

    p.s.: ehi, quando ti vedrò tra i "lettori amici"? metti un'immagine legata al tuo profilo google prima, se no non ti vedo :)

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  3. Film cruento,dalle forti scene che mostrano quanto piu' le conseguenze ,che la guerra combattuta vera e propria, portino ad una disincivilizzazione e barbaria nell'uomo.Alcune scene di allucinazione vanno verso il metafisico (la sirena-bambina, il pesce-mostro servito a cena agli ufficilai)ma credo che la regista le volle inserire come metafora puramente estetica per descrivere la bestialita' e l'orrore della guerra.Napoli e' location perfetta nell'ospitare la disgrazia,il dolore nero cosiccome antropologicamente esso e' rappresentato nella cultura del sud Italia, dove storicamente da sempre la sofferenza della popolazione gli appartiene.Ma c'e anche in un certo senso il trionfo della brutalita' del conflitto sulla splendida cornica artistica della grande citta' campana che mai come in questo film e' quasi del tutto assente (forse una decisione della stessa regista).Raramente mi e' capitato di vedere un film cosi' perticolare,che non condanna,non spiega e nè analizza, ma mostra soltanto il male nella sua piu' totale forma.

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  4. ancora un caldo ringraziamento redroom.
    questo è un altro dei più grandi capolavori di sempre del cinema italiano a mio parere.

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