Due ragazzi parcheggiano la macchina ed imboccano un sentiero in una zona desertica. Si chiamano entrambi Gerry, camminano decisi, corrono anche, poi quando decidono di tornare indietro si rendono conto che hanno sbagliato strada e la via del ritorno non si trova.
Dopo la prima notte nella quale prevale ancora l'ottimismo, già dal giorno successivo è chiaro che il loro è un vagare senza meta. Tutte le strade portano nello stesso posto - ma questo posto non si trova. Gerry diventa aggettivo e sostantivo per descrivere luoghi ed azioni, decisioni. Quel deserto infinito è la loro vita...
Girato interamente nella Death Valley è un quadro minimalista, ipnotica serie di piani sequenza lunghissimi di grande realismo, sei lì con loro, partecipi allo smarrimento. L'incipit della pagina wiki che ho linkato è bellissimo e sintetizza la sensazione dominante del film:
« La Valle della Morte non è realmente così differente da gran parte del resto delle zone desertiche. È un po' più profonda, un po' più calda e un po' più secca. Quello che la fa sembrare diversa non è nient'altro che la nostra immaginazione. Perciò è una terra di illusione, un posto nella mente, un miraggio tremolante di ricchezze, di mistero e di morte » (Richard Lingenfelter - 1893).
E' perfetto! Perfetta la regia di Gus Van Sant, che ha scritto il film insieme ai 2 attori protagonisti, Matt Damon e Casey Affleck.
Perfettissima, per i miei gusti poi!, la musica minimalista di Arvo Pärt. Il brano "Spiegel im Spiegel" apre il film, poche note che contengono il Tutto.
questo di van sant mi manca
RispondiEliminacercherò di recuperarlo ;)
Marco, ultimamente guardi roba ad alto tasso adrenalinico... questo è tutt'altro genere, ocio ;-)
RispondiEliminaLa mia personalissima interpretazione di Gerry è che sia un'enorme allegoria sul tema della crescita, il passaggio verso il mondo adulto che comporta necessariamente la "morte" di una parte di noi.
RispondiEliminagiusto! un gerry muore e l'altro si salva, erano in 2 ma non erano 2... notevole Arlene! :)
RispondiEliminaOltretutto il deserto simboleggia chiaramente il luogo della ricerca di se stessi e, come hai citato tu, è un luogo della mente.
RispondiEliminaSì erano due ma non erano due!! il fatto poi che gerry diventi aggettivo, sostantivo etc indica un universo totalmente autoreferenziale quindi ancora infantile. Quando uno dei gerry sta morendo, cerca ancora di aggrapparsi all'altro che invece se ne discosta: quello è il definitivo distacco, il passaggio definitivo verso il mondo adulto.
Comunque quando dicevano frasi tipo "é una gerryata questa!" mi facevano spanciare!It's a gerry thing! :D
fantastico, ti leggo a bocca aperta! O_O
RispondiEliminami rimane ancora un rebus, non so cosa ne pensi... quando uno si trova sopra la roccia, non sa come c'è salito e non riesce più a scendere, un fermo-camera interminabile. 'sta scena mi è incomprensibile.
"arroccarsi" al mondo infantile pur di rallentare il percorso di crescita è più che umano...io la vedo così, sintetizzando. Questo spiegherebbe anche il fermo-camera interminabile di quella scena.
RispondiEliminaquesto film m'aveva affascinato anche senza comprenderlo tutto, ora grazie a te, cara Arlene, è diventato ancora più bello.
RispondiEliminaArlene, ma tu Last Days, l'ultimo della trilogia, l'hai visto? Ne ho retto 30' ieri notte poi ho desistito :(
RispondiEliminaRoby, come ho scritto nel commento ad Elephant, Last Days è praticamente privo di sceneggiatura. E' di una noia mortale,delusione pazzesca! Anche Van Sant toppa, che vuoi farci?
RispondiElimina:D